Italia - Repubblica - Socializzazione

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Arrivederci.

Il Tibet, i terroristi sionisti e i veri Eroi

 

Enclave Italiana
Centro Studi Franco Colombo

 

Questo -per il momento- è il nostro ultimo messaggio. L'altro fu scritto in fretta. Ma serviva una revisione definitiva alla luce dei recenti fatti.
Inoltre, dobbiamo ringraziare tutti coloro che ci hanno sostenuto e aiutato nei più disparati modi, a iniziare da Gilberto, Pasquale, Andrea, a tanti altri amici che ora sono in difficoltà.
Infine, ci sembrava giusto concludere con le parole del Duce nostro.


Messaggio definitivo


Riguardo le nuove provocazioni di cui siamo stati oggetto, di nuovo, da parte della sinistra radicale (per conto di… vero Guido rosso ...?) che si raccoglie ormai solo in base ad istinti di gruppo di tipologia antifascista -quando per loro il fascismo è identificato in Forza Nuova o Fiamma Tricolore- ci vediamo costretti a specificare:

1) Luca Fantini non è il Direttore del Centro Studi Franco Colombo, ma un collaboratore. Quanto al fatto di violenze di cui sarebbe stato fatto oggetto da parte di terroristi siptari (albanesi) e/o sionisti, non ne siamo a conoscenza.

2) Roberto Sabuzi non è parte organica del Centro Studi Franco Colombo, ma a lui, qualora ce ne fosse bisogno, diamo e sempre daremo la nostra totale solidarietà. Forza Roberto... oltre ogni sbarra, ogni oltre prigione...

3) Non abbiamo rapporti di nessun tipo con Forza Nuova, Fiamma Tricolore, Casa Pound, tanto meno ne abbiamo con il sindaco sionista di Roma Gianni Alemanno.

4) Non siamo un'organizzazione politica.

5) Se ciò che tanto dà fastidio è il sostegno al popolo serbo schiavizzato in Kosovo e Metohija, non siamo disposti a fare passi indietro. Se ciò che dà fastidio è il fare luce sulla reale situazione in Iraq, dicasi lo stesso. Falluja, l'eroica, la città martire, la El Alamein dei sunniti, è una pagina da accostare, nella storia, alla tragedia di Hiroshima e Nagasaki. Non ci stancheremo di denunciarla, per fortuna assieme ad altre voci libere.

6) Siamo peraltro certi che se avessimo dato la nostra solidarietà al Tibet, invece che all'Iraq patriottico, o al Kosmet serbo, non saremmo andati incontro a gravi persecuzioni o minacce. È ormai noto, non a caso, il potere di cui godono, negli stessi USA, organizzazioni mafiose terroristiche siptare. Sembrano avere un peso sempre più rilevante anche nell'elezione del presidente USA. Si pensi, solamente, al riguardo alla forte influenza che l'Albanian-American Civil League è capace di esercitare nella società statunitense. È noto, anche, il potere mondiale di cui possono beneficare i sionisti. È noto che il patriottismo italiano è un ostacolo permanente ai loro piani. Per questo dal 1945 ad oggi -a parte esempi individuali di grande coerenza- non vi è stato nulla di serio, radicale, che andasse nella direzione della «vera Italia». Della nostra Libertà.

7) Siamo certi -purtroppo- della presenza di settori ben precisi del mondo militare italiano, asservito squallidamente all'Occidente angloamericano in funzione anti-europea, nel Kosmet, in Iraq ed in ogni parte del mondo dove si tratti di andare contro i nostri legittimi «interessi nazionali». L'eroismo italiano, anche nella recente storia, non è secondo a nessuno. Senza citare troppi esempi: dalla Repubblica Romana a Bir el Gobi ad El Alamein, nessuno ci potrà mai dare lezioni su questo piano. Per questo oggi il nostro cuore è addolorato nel vedere ridotto un popolo di così alte tradizioni a «popolo colonia». La Storia universale è piena di eroismo italiano. Di Santità. Di Sacrifici. Per noi Benito Mussolini rimarrà in eterno il simbolo più alto e puro, bello e radiante, di questa etica sacrificale italiana. Ma nelle scuole le nostre generazioni non lo devono sapere. Altrimenti i dominatori angloamericani si indispettiscono. Meglio parlare dei successi calcistici dei giocatori miliardari. E le nostre generazioni devono continuare a imbottirsi di psicofarmaci, droghe, malattie animiche, pigrizia e indifferenza nell'essere un "popolo colonia" deriso ormai da tutto il mondo, libertà nell'omosessualità e nella corruzione di ogni tipo. Quando poi arriva un patriota serbo che fa il suo dovere di patriota – come fu il caso di Emir Sisic – si grida farisaicamente allo scandalo internazionale. Quando poi i Patrioti dell'Iraq liberato fanno a Nassirya il loro sacrosanto dovere di Patrioti si grida mendacemente al "terrorismo". E questo lo diciamo ancora una volta con il loro dolore, dei connazionali Caduti e dei loro famigliari, nel nostro cuore. Mai più i nostri connazionali devono morire per chi ci ha reso "schiavi" dal 1945! Mai più una falsa informazione deve gettare fango sull'anima dei nostri connazionali caduti, offendendo l'azione patriottica di altri!

8) Specificammo dall'inizio che essere «enclave Italiana» significava essere portatori di Italianità spirituale. Non di egoismo etnico-biologico. Che l'idea di Patria, a nostro avviso, è anzitutto idea di un'entità celeste. Poi fisica e geografica. Dunque Italianità come forza universale. Come forza spirituale. Oggi -nella decadenza che si accelera a ritmi vertiginosi di giorno in giorno- ne siamo ancor più convinti. Per questo siamo moralmente più vicini al nazionalismo equilibrato «pacificatore» di Tareq Aziz che al sionismo bellicoso di Gianni Alemanno. Per questo siamo particolarmente vicini alla visione spiritualistica di un vero patriota russo come Solzenicyn. Per questo siamo convinti che l'unità dei Patrioti di tutto il mondo sarà un vero ostacolo al disegno cancerogeno mondialista. Non abbiamo bisogno di etnicismi. Ma di Amore di Patria!

9) L'intera Italia si ferma quando gioca la Nazionale di calcio. Sarebbe anche bello questo, se al di là di questo, vi fosse un qualcosa. Ma purtroppo, per ora non vi è nulla. La Nazione è infatti indifferente di fronte al sacrificio quotidiano di milioni di nostri connazionali che sopravvivono coraggiosamente in zone di "patria", vendute al nemico da una "casta" senza onore. Zone nostre, zone italiane dove regna l'oscenità morale, la turpitudine dell'anima ancora prima che del fisico. Zone dove si impone con violenza assoluta lo scenario della colonizzazione genocida che si è imposta dal 1945. Zone dove i più giovani italiani fanno velocemente scuola di "americanizzazione", di falso multiculturalismo, non di patriottismo italiano. Ma questi nostri connazionali eroicamente lì sopravvivono. Lì, lì, sta il nostro vero Popolo. Chissà, se un giorno, questo vero popolo, calpestato nei più elementari diritti che anche uno stato del "terzo mondo" assicura ai suoi cittadini, in una improvvisa fiammata di Italianità, fiammata di doveroso orgoglio patriottico, non xenofobo, darà l'esempio a tutti gli altri...? Comunque lì continuano a sopravvivere, nel sacrificio quotidiano, enclavi italiane in terre straniere. Vengono allora alla mente le pagine del "Testamento Finale" di Benito Mussolini nelle quali era scritto che il lavoratore, il padre di famiglia che compie quotidianamente, mediante il lavoro, un dovere sociale è portatore del massimo eroismo. Concluderemo con questo passo.

10) L'estrema destra italiana è tutta compatta nel sostegno alla causa americana-tibetana. In Iraq i Patrioti resistono da decenni, stanno mandando in frantumi il falso mito dell'invincibile America; in Palestina il sangue non finisce di scorrere, l'Italia è una nazione allo sbando, colonia senza dignità dell'Impero americano. Ma l'estrema destra italiana pensa al Tibet. Il piano della CIA attecchisce così nei più disparati ambienti. Solo il Veneto Fronte Skin Heads coraggiosamente dice «no!» alla causa tibetana. Che significa, ancora una volta, causa sionista ed angloamericana. L'estrema destra italiana non è, nemmeno in questo caso, dalla parte della «vera Italia» schiavizzata dal 1945, ma dei suoi implacabili colonizzatori. Onore al Veneto Fronte Skin Heads! Onore alla «vera Italia»!

11) Cosa dire infine a chi ci accusa ancora una volta di "antisemitismo"? Ci sembra giusto rispondere, assieme al grande Safarevic, che questa continua enfasi su una presunta unicità della sofferenza ebraica, su un perenne antisemitismo vagante nell'aria, nasconde in realtà la perenne fobia Sionista per chi non è sionista. Se il semplice constatare il potere spropositato di cui fanno ad ampie mani uso i sionisti in Italia a danno dei nostri connazionali è essere antisemiti: ebbene lo siamo!


Enclave Italiana
Centro Studi Franco Colombo

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dal "Testamento Politico" di Benito Mussolini, Duce d'Italia,
scritto poco prima della sua morte

 

«(...) Nessuno che sia un vero italiano, qualunque sia la sua fede politica, disperi nell'avvenire. Le risorse del nostro popolo sono immense. Se saprà trovare un punto di saldatura, recupererà la sua forza prima ancora di qualche vincitore. Per questo punto di fusione io darei la vita anche ora, spontaneamente, qualunque sia purché improntata a vero spirito italiano… Il lavoratore che assolve il dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo. La gente che lavora è infinitamente superiore a tutti i falsi profeti che pretendono di rappresentarla. I quali profeti hanno buon gioco per l'insensibilità di chi avrebbe il sacrosanto dovere di provvedere… La mia dittatura è stata assai più lieve che non certe democrazie in cui imperano le plutocrazie. Il fascismo ha avuto più morti dei suoi avversari e il 25 luglio al confino non c'erano più di trenta persone.
Quando si scrive che noi siamo la guardia bianca della borghesia, si afferma la più spudorata delle menzogne. Io ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il progresso dei lavoratori. Tra le cause principali del tracollo del fascismo io pongo la lotta sorda ed implacabile di taluni gruppi industriali e finanziari, che nel loro folle egoismo temevano ed odiano il fascismo come il peggior nemico dei loro inumani interessi. Devo dire, per ragioni di giustizia che, il capitale italiano, quello legittimo, che si regge con la capacità delle sue imprese, ha sempre compreso le esigenze sociali, anche quando doveva allungare il collo per far fronte ai nuovi patti di lavoro. L'umile gente del lavoro mi ha sempre amato e mi ama ancora (...)».

 

Benito Mussolini