Italia - Repubblica - Socializzazione

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Calendario della Memoria 2014

(va alla pagina per vedere o scaricare le pagine)

 

 

Un feroce accanimento terapeutico occulta la morte cerebrale dell'antifascismo e ne prolunga artificialmente l'autorità grazie a vecchie cariatidi che animano ancora illusioni ideologiche e pregiudizi storiografici.

 

Ma la nemesi che avanza, sia pure a fatica, rende di giorno in giorno l'opera di chiarificazione sempre più ampia nonostante l'applicazione sistematica delle tecniche della disinformazione e della censura, che il sistema politico adopera servendosi della cortina della menzogna e della stupidità accademica.

 

Il potere oscurantista, impedendo che le verità vengano portate a conoscenza del grosso pubblico, cerca di evitare che sia messo in correlazione il rapporto tra i crimini dei «liberatori resistenziali» con il loro odio organizzato.

 

Questo Calendario contribuisce, pertanto, assieme alle tante altre opere pubblicate sulla Repubblica Sociale  Italiana, a rimuovere l'artificioso oblìo che per tanti anni ha coperto fatti ed avvenimenti della storia patria.



Scopo di questo calendario è restituire alla memoria di coloro che sono venuti dopo, la storia di coloro che sono nati prima, e che dopo l'8 di settembre del 1943 scelsero la strada impervia di continuare a lottare accanto all'alleato germanico per mantenere fede alla parola data, per rispetto del senso dell'onore, per la difesa del territorio nazionale invaso dalle truppe anglo-americane.

 

In quella triste data ognuno si trovò a fare delle scelte secondo coscienza. Scelte non prive di rischio e, pertanto, degne di essere prese in considerazione. Infatti quando la posta in gioco è una morte probabile, si deve il giusto rispetto a coloro che sono caduti per la Repubblica Sociale Italiana da parte di noi, che facenti parte di una Continuità Ideale, cerchiamo di contrastare in ogni modo la versione storica artefatta dei vincitori del secondo conflitto mondiale e dei loro accoliti. La versione corrente e del senno del poi è che quei giovani scelsero la parte sbagliata.

 

Noi, invece, affermiamo che quei giovani e meno giovani fecero la scelta che il cuore dettava. L'unica colpa, se di colpa si può parlare, è di essersi trovati, alla fine, dalla parte perdente. E, si sa, la storia la scrivono sempre i vincitori a proprio uso e consumo.

 

Ma esiste anche la storia dei vinti; ed è in questo filone storico che si inserisce il nostro lavoro.

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