Giovanna Canzano
intervista Maurizio Barozzi
(25 gennaio 2011)
Canzano - Gad Lerner non accetta i commenti di Berlusconi sulla
conduzione del suo programma ("l'Infedele" del 24.1.2011), mentre i telegiornali
mandavano in onda il Ministro berlusconiano Alfano con Riccardo Pacifici dove si
accennava alla imminente proposta di legge per rendere reato il negazionismo,
ovvero il revisionismo sull’olocausto. Lerner contro Berlusconi e Pacifici
d’accordo con Alfano?
Barozzi - No, sono due cose diverse che scaturiscono dal fatto che le
interferenze "sioniste" (preferisco questo termine, anche se incorretto, a
quello di "ebraiche" che può destare equivoci e prestarsi a strumentalizzazioni.
Lasciamo in pace gli ebrei in quanto popolo) sono trans e over schieramento di
partito. Per fare un esempio la Nirenstein alberga nell’area vicina a
Berlusconi. Del resto una legge antinegazionista sarebbe sicuramente stata fatta
propria da governi di centro destra o centro sinistra, senza alcuna distinzione
o prevenzione.
Lerner e la sua Tv, una Tv molto sensibile e vicina., alle tematiche "sioniste",
si accodano semplicemente alla grande campagna scandalistica contro Berlusconi.
Una campagna che ha i suoi ispiratori oltreoceano ed è determinata da certi
delicati interessi geopolitici che Berlusconi è andato a toccare nel momento in
cui ha stipulato accordi energetici con Putin (soprattutto) e con Gheddafi.
Si badi bene, Berlusconi è un imprenditore prestato alla politica e pertanto è
uso a ragionare nei termini opportunistici e spregiudicati tipici di un
imprenditore. Nessuno si illuda, le sue non sono di certo scelte ideologiche
antioccidentali. Del resto non fu la sua televisione a diffondere in Italia
quella "Tv spazzatura" tipicamente americana? Ora però si dà il caso che il suo
modo di ragionare lo ha portato a stipulare questo tipo di accordi, ritenendoli
giustamente convenienti e per fortuna tornano vantaggiosi agli interessi
geopolitici della nazione. E ovviamente mal visti oltreoceano.
Canzano - Qualche anno fa si parlava della Legge Mastella che non fu
approvata e sappiamo le vicissitudini della famiglia Mastella. È in pericolo
anche il ministro Alfano?
Barozzi - No, non penso che Mastella possa aver "pagato" la mancata
attuazione della sua proposta di Legge. Così come non credo che Alfano potrebbe
scontare l’eventuale mancata attuazione di quanto stanno progettando. Del resto
i ministri guardasigilli sono preposti a farsi carico delle richieste per questo
genere di iter parlamentare, e oltretutto mi sembra lo facciano con vero
entusiasmo. Intralci e ritardi hanno altre cause, da loro indipendenti. Al
limite l’eventuale "fallimento" non potrà fargli acquisire "titoli di merito",
in una certa area.
Canzano - Questa legge dovrebbe punire chi esterna, in particolare nelle
scuole e chi pubblica materiale che nega questo sterminio?
Barozzi - Al momento non è possibile esprimere valutazioni precise in
merito ai contenuti della proposta di Legge per il semplice motivo che essa è
ancora allo studio e non la si conosce. Da quello che ci è stato fatto sapere,
pochissimo, essa dovrebbe impedire, nel modo più assoluto (e si può star certi
che legalmente l’avranno studiata bene) che possano essere esternati in pubblico
dinieghi sullo sterminio ebraico così come ci è stato descritto dalla
storiografia e dalla letteratura olocaustica: quindi sul numero delle vittime
contabilizzate sui sei milioni, l’utilizzo delle camere a gas per eseguire
questo sterminio e dei forni crematori per far sparire i resti delle vittime, la
pre determinazione della Germania nazionalsocialista nel voler perpetrare tale
crimine, ecc. Nessuna ricerca, nessuno studio, nessun parere contrario a queste
"verità", storicamente definite e acquisite, dalla storiografia cosiddetta
"ufficiale", potrà essere scritto, pubblicato o espresso in pubblico. E
soprattutto nelle scuole e nelle università non si potrà avanzare dubbi o
dinieghi sulla Shoah.
Come ha affermato il ministro Alfano, con una frase di forte impatto emotivo, ma
che storicamente non significa nulla, negare questo sterminio, significherebbe
uccidere le vittime una seconda volta.
Con gesuitica e ipocrita scaltrezza si è però accennato al fatto che due
persone, ma solo tra di loro ovviamente, potranno reciprocamente esprimere ciò
che più ritengono opportuno. La libertà individuale è salva!
C’è veramente da chiedersi: ma quale enorme potere, a livello mondiale, è così
in grado di ottenere nelle singole Nazioni, rette da ordinamenti democratici e
tradizioni libertarie, il varo di leggi che proibiscono studi, ricerche e
pubblicazioni di carattere storico?
Per uno Stato democratico potrei capire una legge che vieti l’esternazione di
principi di sopraffazione razziale, ma una legge che vieta di esprimere un
parere se un dato fatto storico è effettivamente accaduto o meno e semmai in che
termini esatti sia accaduto, mi sembra veramente inaudito.
Canzano - Si adempiono alle indicazioni dell’ONU con questa legge?
Barozzi - Ma, questi sono cavilli e scusanti che lasciano il tempo che
trovano. È scontato che su questo problema, Istituzioni di carattere mondialista
abbiano quelle posizioni, diciamo, "ideologiche", ma quello che soprattutto
conta è il fatto che il "mondialismo" ha creato delle Istituzioni, delle
Organizzazioni, delle sovrastrutture talmente forti e in grado di condizionare e
influenzare la libertà dei singoli Stati. ONU, Unione Europea, ecc., emettono
determinate "direttive" e queste direttive, volenti o nolenti, incidono e
interferiscono nella libertà della Nazioni. Col tempo tutti hanno convenienza ad
uniformarvisi, ma oltretutto esse offrono una opportuna scusante anche a quei
politici che, per loro natura e interessi, rappresentano volontà antitetiche a
queste direttive, di poter dire: «non siamo noi, è l’ONU, è l’Europa, che lo
vuole!». È un ottimo espediente per bypassare le singole realtà locali.
Canzano - Giorno della Memoria istituita con una legge dello Stato undici
anni fa, è la data in cui in tutto il mondo si commemora la fine dell’Olocausto,
cioè quel 27 gennaio 1945 quando per prima l’Armata Rossa liberò Auschwitz. Da
undici anni, ci sono varie iniziative che ci ricordano questa data, a Roma, in
undici anni si sono alternati vari sindaci, l’ultimo Alemanno anche se di destra
(sappiamo che una certa destra non è molto gradita alla comunità ebraica),
condivide questa commemorazione con il popolo ebraico romano. Lei cosa ne pensa
della politica di Alemanno in questo contesto?
Barozzi - Se la "sinistra", storicamente, è sempre stata vicina, per
cultura e tradizioni all’ebraismo, la destra ha superato ogni aspettativa: ha
voluto essere più "sionista dei sionisti", pronta ad accondiscendere ad ogni
loro richiesta. Del resto, chiediamoci: come mai, alla vigilia delle elezioni al
Comune di Roma, la Comunità israelitica romana, a differenza del passato, non si
pronunciò contro la candidatura dell’ex "neofascista" (così com’era
superficialmente ritenuto) Alemanno? Oltretutto i precedenti sindaci Rutelli o
Veltroni erano stati pienamente soddisfacenti per loro. Sotto ogni punto di
vista. Queste prese di posizione non avvengono mai per caso. Chi di dovere sa
quello che fa.
Quindi non guarderei tanto la politica del "singolo", quanto il fatto, veramente
preoccupante, che da alcuni anni a questa parte è invalso l’uso per cui,
preposti candidati a certi ruoli istituzionali, in particolare nel ministero
esteri, e addirittura negli Enti locali di grandi metropoli, fanno prima il loro
bravo viaggetto a Gerusalemme. Perchè? Cosa vanno a fare?
Sa una cosa? Molti ritengono che i vantaggi più consistenti che Alemanno ha
portato verso la comunità israelitica siano stati i progetti per la Sinagoga di
Ostia, il museo della Shoah a Villa Torlonia, ecc. A mio avviso, invece, la
"concessione" più eclatante di Alemanno è stata la sua presenza, nel 2008, sotto
l’Arco di Tito per partecipare ai festeggiamenti del 60° anno della nascita
dello Stato di Israele. Quei festeggiamenti, proprio in quel luogo, esprimevano
palesemente un certo atavico odio contro Roma e ciò che Roma ha rappresentato.
La presenza del sindaco della città eterna sotto l’arco di Tito, ha costituito
un evento storico di incalcolabile portata: per parafrasare qualcuno, la
vittoria della giudea contro Roma.
Canzano - La Chiesa Cattolica sostiene oggi (ufficiosamente, è chiaro),
che la fondazione dello Stato di Israele è stata un crimine di guerra e che la
crisi mediorientale si risolverà col «ritorno dei profughi» cioè con la
distruzione dello stato di Israele (http://elderofziyon.blogspot.com/2011/01/cold-dose-of-reality-how-palarabs-in.html).
Anche i Cattolici come i mussulmani contro gli ebrei, nonostante le comuni
radici?
Barozzi - Non conosco l’articolo on line citato. Comunque sia la Chiesa
cattolica, come al solito, dice tutto e il contrario di tutto. Bisogna però
apprezzare, per esempio, le sue recenti posizioni sulla situazione veramente
assurda e oppressiva che si vive in Palestina, dove oramai i sionisti fanno
tutto quello che gli pare e senza temere sanzioni di sorta. Certi interventi
delle autorità della Chiesa su questi problemi, soprattutto quelli dopo che si
pretendeva il giuramento di fedeltà allo Stato ebraico, a mio parere hanno avuto
un forte impatto nell’opinione pubblica. Sarà un caso, ma da allora un certo
"terrorismo", ha preso ad ammazzare cristiani. Strano questo terrorismo
"fondamentalista": a parole esterna contro Israele, colpisce qua e là, ma non mi
sembra che tocchi interessi israeliani. Anzi. Veramente singolare.
Altro merito della Chiesa, mi sembra sia quello che abbia espresso, abbastanza
chiaramente, pareri contro questo disegno di legge antirevisionista, così
palesemente liberticida. Però ripeto: non ci farei molto conto, sulla "tenuta"
di queste posizioni da parte del Vaticano. La Chiesa oggi è accerchiata,
ricattata, ogni tanto si scuote, reagisce, dice la sua. Ma alla fin fine, per
suo interesse, non può non ricercare la mediazione, l’accordo che gli lasci un
po' di respiro. E la mediazione ovviamente finirà per vanificare ogni precedente
presa di posizione. Qui dico solo questo: la Chiesa si illude se di accordo in
accordo, di mediazione, in mediazione, possa pensare di salvare il suo ruolo, il
suo potere. Nella visione mondialista di una futura Repubblica Universale, con
capitale a Gerusalemme, tra "razze elette" e "goyim", non ci sarà alcun posto
per la Chiesa, se non ridotta a pura rappresentazione coreografica di certe
tradizioni e culture.
Canzano - Parliamo di revisionismo. È giusto rigettare tutte le loro
tesi?
Barozzi - Da semplice ricercatore storico, quale modestamente mi ritengo,
posso dire che gli studi e le tematiche del "revisionismo" sull’olocausto, sono
una questione assai complessa che è molto difficile affrontare e dibattere con
piena cognizione di causa. Personalmente gli studi revisionisti mi sembrano
convincenti, ma in ogni caso ognuno può rigettare o accettare quello che più
ritiene opportuno o gli sembra verosimile, sia nel campo revisionista che in
quello sterminazionista. Il principio intangibile che deve sempre essere tenuto
presente è quello che lo storico è "revisionista" per natura, per la stessa
funzione di studio e di ricerca che esercita in ogni momento. La Storia, la
ricerca della verità storica, infatti, non può che farsi attraverso continui
progressi, inchieste, novità, adattamenti e miglioramenti, precisazioni di fatti
e particolari prima sconosciuti e ora resi noti, correzione di quanto
precedentemente si credeva acquisito, messa in dubbio di particolari non
pienamente documentati, sconfessione di verità ritenute intangibili, e così via.
Insomma lo storico deve essere libero di poter ricercare, studiare e rendere gli
altri partecipi delle sue ricerche, in modo che altri ancora le possano
migliorare o correggere. Per fare un esempio, ognuno deve essere libero di
studiare e stabilire se è vero o meno che Nerone bruciò Roma e si crogiolò
dell’incendio suonando la lira, se è vero o meno che fece sbranare i cristiani
nel Colosseo, e così via, così come un tempo, molto grossolanamente, veniva
attestato da una "storiografia" di matrice cristiana e per uso popolare.
Se poi esce fuori che dalle documentazioni reperibili, dall’incrocio delle
testimonianze pervenutici, dal confronto di quanto è stato asserito in
proposito, dallo studio temporale dei fatti considerati (epoca di Nerone,
costruzione del Colosseo e sua funzione, ecc.), queste storie su Nerone erano
delle "leggende" e alcuni fatti addebitati proprio impossibili ad essersi
verificati, dove sta il problema?
Del resto se i "revisionisti" affermano il falso, se i loro studi sono assurdi e
scorretti o semplicemente sbagliati, starà semmai ai cosiddetti
"sterminazionisti", dimostrare il contrario ed evidenziare i loro errori. E se
sono nel vero, non dovrebbero avere eccessive difficoltà a farlo. Perchè
rifugiarsi dietro una legge, le cui conseguenze sono la galera e pesanti
sanzioni per chi semplicemente esprime un suo parere storico, per chi pubblica
un suo studio, rogo dei libri pubblicati e persino la galera per quegli avvocati
che vogliano difendere questi storici (è accaduto in altri paesi). Tutto ciò sa
di "Inquisizione".
Dove sono finiti quegli irriducibili libertari che affermavano tutti orgogliosi:
«non sono d’accordo con te, ma mi batterò fino alla morte perchè tu possa
esprimere le tue idee»?
Hanno forse fatto la fine di quegli altri che propugnavano l’amore libero e le
donne in comune ed ora esternano, al pari dei peggior bigotti, sulle presunte
pratiche festaiol-sessuali di Berlusconi?
Giovanna Canzano - © - 2011
giovanna.canzano@yahoo.it
http://www.facebook.com/giovanna.canzano
la biografia di Maurizio Barozzi
L'autore, Maurizio Barozzi, è nato
a Roma nel 1947. Si è sempre dedicato a studi e ricerche storiche,
soprattutto quelle relative alle vicende riguardanti gli ultimi
giorni della RSI e il mistero dell’assassinio di Mussolini. Coautore
del libro "Storia della Federazione Nazionale Combattenti della
Repubblica Sociale Italiana (Prestampa ed. FNCRSI). Collabora al
quotidiano "Rinascita", nel quale ha pubblicato vari articoli di
controinformazione storica soprattutto sulla morte di Mussolini, le
vicende del Carteggio Mussolini/Churchill, la strategia della
tensione e argomenti storici vari.
Ha pubblicato anche alcune inchieste, inerenti la morte di
Mussolini, su la rivista "Storia del Novecento". Collabora, per
argomenti storici, con vari siti on line, in particolare a quello
della Federazione Nazionale Combattenti della RSI (www.fncrsi.altervista.org)
ed a quello "internazionale" del "Il Corriere dei Caraibi" (http://www.corrierecaraibi.com). |
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