Sempre con noi!
da “Aurora”, n° 29 (Ottobre 1995)
Bruno Casalboni, un italiano!
Giorgio Vitali
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†
L'uomo vale non tanto
per le sue idee
ma in quanto le porta
avanti a costo di tutto
e contro tutti,
se necessario.
BRUNO CASALBONI
28 8 1922 - 22 8 1995
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Bruno Casalboni è morto lo scorso agosto a Rimini, ove era nato 73 anni prima.
Malgrado la malattia che lo perseguitava da tempo, non li dimostrava. La sua
espansività romagnola comunicava ampiamente il suo spirito giovanile. Mentre mi
accingo a scriverne questo breve ricordo, mi rendo conto che non lo sento
lontano.
Ci sono persone che, benché percepite come ormai fisicamente altrove, le senti
aleggiare al tuo fianco, confermare i tuoi pensieri, i tuoi atti essenziali.
Altre, le percepisci addirittura come «mai morte». E sono proprio queste
«possibilità percettive», che sperimentiamo in momenti particolari della nostra
vita, che ci fanno rigettare, tranquillamente, ogni concezione
materialistico-meccanicista dell'esistenza. Con Bruno avevamo una non comune
uniformità di vedute, ed era questa a tenerci vicini, anche se negli ultimi anni
ci siamo visti raramente.
Di statura nettamente superiore alla media, Bruno compie il servizio dl leva nei
Granatieri, a Soriano nel Cimino. Volontario in Russia, ove si conquista la
Medaglia d'Argento con la seguente motivazione:
«Medaglia d'Argento al valor militare sul campo, concessa al Granatiere di
Sardegna Bruno Casalboni, fu Ferruccio, classe 1922, Distretto di Forlì, XXXII
Battaglione Anticarro Autocarrato. Facente parte di un Reparto che aveva
ricevuto ordine di ripiegare, ha trovato la strada sbarrata da superiori forze
avversarie, avendo il proprio Comandante di Reparto deciso di attaccare, si
lanciava animosamente per primo contro il nemico, incurante del pericolo e della
enorme preponderanza delle forze avversarie, gettava in un gruppo di esse, con
un violento lancio di bombe a mano, l'indecisione ed il panico, facilitando
l'esito dell'azione del proprio Reparto. Fronte Russo. Ansa di Werch-Mamon
17/12/'42».
A dimostrazione delle miserie di una classe dirigente di sguatteri, la Medaglia
d'Argento fu declassata nel dopoguerra a "Medaglia di Bronzo" con documento a
firma di Pacciardi, per aver aderito alla RSI. (Come se gli atti di eroismo
possano avere un "prezzo").
Fatta per intero la "Ritirata di Russia", il Reparto cui apparteneva era
stanziato a Bagnoregio. Dopo l'8 settembre Casalboni, assieme e Bezzeccheri,
Chiti e Fiumi costituisce la 5ª Compagnia, Studenti Volontari Romani, che inizia
le operazioni nella zona di Velletri-Cisterna contro gli Angloamericani sbarcati
ad Anzio. La storia del Reparto, che diventerà il I Btg. Granatieri di Sardegna
ed opererà prevalentemente in Liguria come componente del Raggruppamento
"Cacciatori degli Appennini", è magistralmente narrata, nel volume recentemente
pubblicato dalle Ed. Settimo Sigillo, dal cap. Francesco Christin: "Con gli
Alamari nella RSI", al quale rimando per tutti coloro, soprattutto i giovani,
che vogliono avere una idea su quei tempi, quei momenti, quel clima. Tra
parentesi questo libro, come l'altro di notevole successo "A cercar la bella
morte" di Mazzantini, permettono ai giovani nati e cresciuti nella società
consumistica, di capire di quanta diuturna fatica fosse costituita la vita di
questi soldati della RSI, per i quali il «fatto d'arme», l'agguato da parte del
nemico, costituiva un momento fugace in una routine carica di tensione.
Il Raggruppamento finisce la sua attività fra il 3 e il 5 maggio '45, quando il
Comando della 34ª Divisione tedesca decora della Croce di Ferro di 1ª Classe il
col. Langiasco, il col. Dal Piaz, il mag. Rosa della GNR. Nel pomeriggio dello
stesso giorno una compagnia americana rende gli Onori Militari a tutti i
reparti.
Mentre per molti militari si aprono le porte dei campi di concentramento, per
altri che in borghese tentano di tornare a casa, si prospetta il rischio (da
essi non previsto, né immaginato) della strage o del linciaggio. Bruno, con
alcuni amici, tenta questa seconda carta, viene fermato, messo al muro, ma
salvato da un camerata che, in veste di partigiano e con altri come lui,
percorrono la zona allo scopo di salvare i repubblicani dalle grinfie dei
comunisti.
L'epopea della RSI, cui con sempre maggiore attenzione si rivolgono gli storici,
deve tener conto della complessità delle motivazioni che ha caratterizzato chi
vi aderì. Per i giovani, per i quali la motivazione principale fu la ribellione
contro la resa ed il tradimento, è bene tener presente che l'Onore fa tutt'uno
con il senso di libertà ed indipendenza. Oggi si tende a relegare il fenomeno,
come espressione di «Difesa dell'Onore», dimenticando che questo Onore è anche e
sempre «difesa delle proprie idee», «tutela della propria specificità», difesa
della propria libertà attraverso la difesa dei propri confini, dei confini della
Nazione contro l'onnipervadente dominio angloamericano; quello che oggi si
sostanzia nel «Mondialismo finanziario e culturale» e che all'epoca della quale
parliamo era ampiamente percepito da molte più persone di quanto noi oggi
possiamo immaginare.
A guerra finita, inizia per Bruno, come per tanti altri reduci repubblicani, una
storia di epurazione, di difficoltà economiche, che culmina con l'arresto nel
'52 per la sua adesione alla RSI. Trasportato, ammanettato come un volgare
lestofante di questa «democrazia», in treno a Novi Ligure, viene ampiamente
assolto per non aver commesso il fatto che gli veniva falsamente imputato.
Trovato lavoro nella informazione farmaceutica, vi profonde immediatamente le
sue energie, e fonda un Sindacato di Informatori Scientifici aderente alla
CISNaL (SINAPS-CISNaL), attraverso il quale riesce ad elaborare alcune
iniziative di valorizzazione di una professionalità che a tutt'oggi ancora
attende il giusto riconoscimento legislativo, dopo ben 31 anni dalla prima
Proposta di Legge presentata dal SINAPS (1964). Anche dalla CISNaL le delusioni
non tardano a venire, e consistono nel boicottaggio di tutte le iniziative che
possano anche lontanamente ipotizzare un rischio per gli industriali del
farmaco. Fedele ai propri princìpi di «repubblicanesimo sociale», aderisce alla
FNCRSI, della quale fu a lungo Segretario Nazionale, collaborando con Giorgio
Pini. Anche gravemente ammalato, non si ritira in appartata solitudine, ma al
contrario partecipa attivamente e per quanto possibile alla vita politica. È
sempre presente ai raduni dei suoi ex-commilitoni, che lo hanno ricordato il 17
settembre u.s., a Vitorchiano in provincia di Viterbo, vicino a quella
Bagnoregio ove aveva iniziato l'esaltante avventura nella RSI.
Giorgio Vitali
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