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da "Rinascita"  

 

Chi c'era dietro gli attentati dell'11 settembre

 

Maurizio Barozzi  (martedì 28 settembre 2010) 

 

Per gli attentati dell'11 Settembre 2001 in America che fecero 3000 morti a cui ne stanno seguendo altri per le conseguenze della respirazione di polveri e residui tossici (probabile nube "piroplastica" esito di cariche esplosive) sprigionati dalla semi disintegrazione del Word Trade Center, va sempre più a delinearsi una particolare "verità":

«...Tutti gli ambienti democratici d'America e d'Europa… sanno ormai bene che il disastroso attentato è stato pianificato e realizzato dalla Cia americana e dal Mossad con l'aiuto del mondo sionista per mettere sotto accusa i Paesi arabi e per indurre le potenze occidentali ad intervenire sia in Iraq sia in Afghanistan».

Sembrano affermazioni di esaltati "cospirazionisti" antiamericani e antisionisti, ed invece sono le parole pronunciate da Francesco Cossiga nel novembre del 2007 e pubblicate sul Corriere della Sera.it il 30 novembre 2007 senza che i mass media, a suo tempo, gli dessero il dovuto risalto.

Anche a noi erano sfuggite, ma ce le ha ricordate La Stampa.it in un articolo del 25 settembre 2010 dove si esprimono alcune considerazioni critiche in merito a come il TG1 del giorno precedente aveva liquidato le accuse del presidente iraniano Ahmadinejad che all'Assemblea generale dell'Onu aveva affermato che la maggior parte delle persone ritengono che ci fosse il governo americano dietro agli attacchi dell'11 settembre 2001 (vedesi:

 http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=305&ID_articolo=24&ID_sezione=693&sezione).

In effetti Cossiga a caldo, già nel 2001, aveva insinuato che dietro l'attacco alle Torri gemelle doveva esserci:

«Una mente sofisticata, provvista di grandi mezzi non solo per reclutare dei fanatici kamikaze, ma anche personale altamente specializzato. Aggiungo: una cosa così non poteva essere compiuta senza infiltrati tra il personale dei radar e della sicurezza».

Orbene di tutte queste affermazioni, che a noi non sorprendono affatto, ci preme sottolineare un aspetto in particolare: la insinuata partecipazione agli attentati di Israele e del Mossad, una affermazione questa che allarga il campo di ricerca e di individuazione delle strategie che sono dietro a quegli attentati.

Poco tempo addietro, il 15 settembre 2010, su queste pagine pubblicammo un articolo «Cospirazionisti,"teoria del complotto" e limiti del cospirazionismo» dove, dopo aver denunciato la inconsistenza delle pseudo teorie e artifici psicologici che vorrebbero smontare, a prescindere, ogni ipotesi di "complotto" da parte del potere costituito, mettemmo però anche in guardia sulla faciloneria con cui a volte si portano avanti denunce ed inchieste di trame e attentati quali false flag e soprattutto quando queste inchieste sono basate su notizie e informazioni reperite attraverso l'utilizzo di una inaffidabile e spesso taroccata rete Internet.

Questo però non toglie che, in particolare per gli attentati dell'11 Settembre, le constatazioni, i rilevi, le contraddizioni, omissioni e falsità della cosiddetta "versione ufficiale" e relative perizie commissionate ad enti e società governative o meno, sono talmente concrete e corpose che solo un deficiente o un soggetto in malafede potrebbe chiudervi gli occhi.

Oramai i cosiddetti debunkers, cioè coloro che (chissà perchè?) sono intenti o preposti a confutare e sminuire le tesi "cospiratorie", sono alle corde.

Un anonimo J. B., per esempio, attraverso un lavoro nomato "Crono 911", ovvero una confutazione del film documentario sull'11 Settembre di Massimo Mazzucco, "Inganno Globale", confutazione più che altro impostata su supposizioni pretestuose, critica a errori poco significativi e risposte tramite i dati della "versione ufficiale", proprio quella che invece il film - denuncia va a mettere in dubbio (praticamente una classica fallacia di "petitio principi", in cui si inserisce la conclusione nella premessa, per poterla dimostrare con maggiore facilità: come dire: "È falso sostenere che Osvald non abbia ucciso Kennedy. Perchè? Perchè lo dice la Commissione Warren!") arriva a scrivere, nelle conclusioni, riferendosi al ruolo, le tesi e le informazioni dei cosiddetti "cospirazionisti":

«Noi pensiamo che questo genere di disinformazione sia pericolosa, nel momento in cui cerca di convincere la gente che le istituzioni (governo, servizi investigativi, sistema giudiziario) e l'informazione democratica (mass media) sono artefici o complici degli atti di terrorismo e che le organizzazioni terroristiche (come Al Qaeda) non esistono o non costituiscono una minaccia reale. Questa inversione di ruoli è pericolosa, perchè mina la fiducia del cittadino nelle istituzioni, ne compromette quella collaborazione indispensabile per garantire la sicurezza, e quindi, in ultima analisi, rende più difficile il lavoro di prevenzione e di tutela che gli operatori professionali, a tutti i livelli, sono chiamati a svolgere proprio in difesa del cittadino».

(Vedesi le tesi e la critica a "Crono 911" nel sito: http://www.luogocomune.net/site/modules/911/).

E tali idiozie, questo debunker, le viene a dire proprio a noi italiani che abbiamo avuto decenni di strategia della tensione con stragi inaudite e terrorismo di ogni tipo, con mandanti ed esecutori rimasti sconosciuti e laddove uomini delle Istituzioni, Servizi, Consorterie segrete, Intelligence straniere ecc., sono risultati implicati a vari livelli!

Detto questo entriamo nel merito delle nostre considerazioni volte a valutare cosa e chi può aver progettato gli attentati dell'11 settembre, essendo oramai ridicole le tesi dei famosi terroristi arabi, piloti da baraccone e guidati da un fantomatico Osama bin Laden magari nascosto in una grotta, attrezzata con computer, in Afganistan.

In effetti, la portata dei fatti dell'11 Settembre e la loro realizzazione che, come in parte suggerì Cossiga, dovrebbero aver avuto il coinvolgimento di ambienti, personaggi e strutture eterogenee e specializzate, non possono essere solo il frutto di "golpisti", "guerrafondai" o "apparati deviati" che avrebbero approfittato di un momento in cui avevano in mano le chiavi del potere nell'Amministrazione americana.

Sarebbe questa una analisi minimizzante e non veritiera che già applicata in Italia, a suo tempo, impedì di cogliere la verità sulla "Strategia della tensione" laddove, la sinistra in particolare, elaborò i suoi temi accusatori e le campagne di stampa a uso e consumo delle piazze, ripiegando principalmente su presunti "Servizi deviati o infedeli", una "Massoneria deviata", pseudo "terroristi neri" (che poi erano tutti al servizio delle Intelligence occidentali) e così via ed andò a finire che ai familiari delle vittime della strage di piazza Fontana fu imposto di pagare le spese per l'ultimo atto processuale, risultato senza colpevoli, di quella tragica vicenda.

Questo metodo di analisi e denuncia, di fatto, "minimizzante", è il solito stratagemma di chi, per abituali posizioni e speculazioni politiche, dovendo giocoforza cavalcare l'evidenza di certe accuse, ripiega su tesi non troppo compromettenti, su teoremi che, comunque vada, salvaguardino la "continuità di potere" all'interno del Sistema consentendo così di continuare a viverci e lavorare senza problemi. E soprattutto non si devono toccare lobby di potere che fanno paura, con cui magari si hanno certe interconnessioni e la cui reazione metterebbe fine a carriere giornalistiche o politiche remunerative e a tanti rivoluzionari "al caviale".

Una tesi comunque assurda che non tiene conto che, in definitiva, salvo rare e poco significative eccezioni, non esistono "servizi infedeli o deviati", perchè dissidi e personalismi a parte, all'interno delle strutture di intelligence, delle massonerie, ecc., queste divisioni non sono mai decisive, in quanto tali strutture, fanno parte integrante del potere costituito e sono sempre e comunque espressione del mondo Occidentale e quindi subordinate a quel potere palese e occulto che li prescinde: nel particolare la Nato e gli USA e le lobby mondialiste che operano dietro le quinte.

Vero invece che, nel tempo e a seconda dei periodi storici nei quali sono preposte ad operare, tali strutture e consorterie possono avere aspetti strutturali diversi, assumere facce e politiche antitetiche e ovviamente vi si alterneranno alla guida uomini con storie ed estrazioni ideologiche adatte al momento.

Tutto il resto sono chiacchiere: vuote, riduttive, devianti e pericolose.

Per tornare agli attentati dell'11 settembre si evince con chiarezza che il loro volume e la portata, oltre alla loro irriducibile "protezione", continuata nel tempo, in ogni sede ed in ogni luogo, è talmente vasta che non può essere stata solo cosa da "servizi deviati" o gruppi di potere (economico, guerrafondai paranoici, ecc.) all'interno degli USA: altro che neocons!, altro che repubblicani falchi e democratici colombe!

Questi attentati, infatti, se saranno finalmente dimostrati come un inside job dell'Amministrazione americana, avendo anche goduto della copertura dei mass media di tutto il mondo (non a caso nelle mani di poche Lobby finanziarie e sotto il controllo della rete mondialista) e che oltretutto non sono stati, da subito, denunciati o messi in dubbio da Stati esteri (dimostrazione questa che hanno usufruito di una "discrezione" planetaria che solo forze di portata mondialista potevano assicurargli), devono giocoforza aver coinvolto nella loro attuazione più di una classe dirigente, consapevole o inconsapevole che sia e più di un Servizio.

Lo scopo evidente degli attentati era quello di creare una false flag, una seconda Pearl Harbour che consentisse agli USA di aggredire Stati stranieri senza restrizioni geografiche o limiti temporali, con la scusa della lotta al terrorismo, trasformata come una Crociata per salvare il mondo libero.

La loro strategia quindi risponde a logiche geopolitiche, che oltre ad avere enormi implicazioni di ordine economico, a causa dello sfruttamento dell'industria bellica e della rapina e il controllo di altrui fonti e patrimoni energetici, rispondono sopratutto a scopi politico - ideologici finalizzati ai grandi progetti mondialisti (Repubblica Universale sotto il controllo della cosmopolita International Banking Fraternity, nota come Alta Finanza). Lo stesso intento a voler distruggere o ridimensionare a ogni costo il cosiddetto fondamentalismo islamico, in realtà lo stesso mondo islamico con le sue peculiarità e culture non assimilabili totalmente all'Occidente, denuncia intenti di carattere ideologico ben più ampi.

Fino a quando non si uscirà dalle ristrettezze mentali, in particolare nella sinistra antagonista, che riducono tutto a un problema di ultra conservatori, razzisti, guerrafondai, speculazioni economiche, ecc., e perdono di vista o addirittura non considerano affatto le grandi forze che mirano al potere mondiale, forze che non hanno una particolare collocazione politica e geografica, essendo di natura "universale", mondialista e quindi, tanto per considerare gli USA, annidate sia nel campo repubblicano che in quello democratico, sia in quello conservatore che in quello progressista, non si otterrà alcun risultato.

Anzi, con questi presupposti, si contribuisce a preparare il terreno ad una futura e apocalittica "messa in scena", quando queste stesse "forze" che hanno progettato quegli attentati, decideranno che è giunto il momento di svelare buona parte dei segreti che sono dietro l'11 Settembre.

Chi conosce certe costanti storiche, infatti, può ben presumere che, quando risulterà conveniente e opportuno per una ulteriore svolta mondialista verso un Nuovo Ordine Mondiale globalizzato, potranno anche essere sacrificati gli attuali gendarmi del mondo, ovvero gli USA.

Ne vedremo allora delle belle, con imponenti incriminazioni e processi mediatici, che ci vorranno dimostrare che gli autori degli attentati dell'11 settembre erano appunto perfidi ambienti guerrafondai e razzisti e servizi "deviati" annidati nella stessa Amministrazione americana. Personaggi ancora oggi potenti e intoccabili, voleranno per aria come stracci e saranno sacrificati senza alcuno scrupolo sull'altare della credulità popolare. È un film già visto in America ai tempi del Watergate ed anche in Italia con il famoso scandalo di "mani pulite", ma questa volta sarà di portata e conseguenze apocalittiche.

È un caso che in questi giorni un giornalista statunitense, Eric S. Margolis, che ha collaborato spesso con i media mainstream in linea con le versioni governative - un conservatore che fa parte del think tank International Institute of Strategic Studies, inviato nelle aree di crisi, comincia a interrogarsi, a col legare i fatti connessi all'11/9, arrivando a concludere che la verità è stata insabbiata? Che fa notare che: «una delle teorie più pittoresche è quella del generale Hamid Gul, ex direttore dell'ISI, (l'agenzia dei servizi di intelligence pakistani) Continua a sostenere che l'11-settembre fu organizzato dal Mossad israeliano e da un gruppuscolo di estrema destra formato da generali della US Air Force»? (vedi: http://www.ericmargolis.com/political_commentaries/--the-mother-of-all-coincidences.aspx).

Forse saremmo dei malati e inguaribili "cospirazionisti", addirittura sospettosi nei confronti degli stessi "complottisti, ma certi siti e certe organizzazioni impegnate nella denuncia della false flag sugli attentati dell'11 Settembre, come per esempio molte di origine americana o quelle della sinistra antagonista, pur avendo fornito, sul piano informativo un valido contributo, non ci convincono a pieno.

Torniamo ora alle vecchie affermazioni di Cossiga circa la partecipazione del Mossad agli attentati dell'11 settembre. In Italia una denuncia del genere, per importanza dei dati forniti e chiarezza di esposizione è stata elevata soprattutto con gli interessanti articoli di Maurizio Blondet nel sito della Effedieffe.com e nei suoi libri (11 settembre Colpo di Stato in U.S.A., Ed. Effedieffe, 2002, Osama Bin Mossad, Ed. Effedieffe, 2003 ed altri ancora).

Clamorosa fu la scoperta, in Italia anticipata da Blondet, del gruppetto di informatissimi e preveggenti israeliani che osservavano da lontano e riprendevano la tragica scena del crollo delle torri gemelle ridendo, sghignazzando e facendo il segno di "vittoria" con le dita.

Molti di questi temi sono stati anche ripresi da alcuni ricercatori storici e giornalisti di coraggio. Nell'interessante blog di Gianluca Freda (http://blogghete.blog.dada.net/categorie/61184), sono stati riassunti e forniti ulteriori particolari. Scrive Gianluca Freda nell'articolo "Il ritorno del terribile giocattolaio":

«Chi possiede un po' di familiarità con i retroscena degli attacchi dell'11 settembre 2001, saprà sicuramente chi è Dominik Suter. Si trattava del titolare dell'azienda di trasporti newyorchese nota come Urban Moving System, in realtà un'attività di copertura del Mossad israeliano, di cui Suter era un agente. I famosi "cinque israeliani danzanti", che ballavano di gioia e si davano il cinque mentre filmavano gli edifici del WTC che crollavano al suolo, erano altrettante spie israeliane e furono arrestati dalla polizia newyorchese proprio accanto ad uno dei furgoncini della Urban Moving System di cui erano alle dipendenze. Uno dei cinque aveva con sé 4.700 dollari in contanti. Un altro aveva due passaporti esteri. All'interno del furgone venne trovato uno dei "taglierini" che i fantomatici 19 terroristi avrebbero utilizzato per dirottare gli aerei. Si sospetta fortemente che i furgoncini della UMS siano stati utilizzati, fra le altre cose, per trasportare l'esplosivo destinato a minare i tre grattacieli demoliti l'11/9. Com'è noto, le cinque spie del Mossad arrestate (Sivan e Paul Kurzberg, Yaron Shmuel, Oded Ellner e Omer Marmari, tutti tra i 22 e i 27 anni di età), vennero rispedite in Israele dopo appena dieci settimane, grazie all'interessamento dell'allora capo della Homeland Security americana Michael Chertoff, anche lui cittadino israeliano (sua madre era stata tra i membri fondatori del Mossad). Tre dei "cinque israeliani danzanti" (Shmuel, Ellner e Marmari) comparvero in seguito anche alla tv israeliana, dichiarando che la loro missione era "semplicemente" quella di documentare l'evento. Non spiegarono però perché tale documentazione producesse in loro tanto sollazzo».

Non si trattò, peraltro, delle uniche spie israeliane arrestate su suolo americano a ridosso dell'11/9. Stando a quanto sostiene Fox News, nei mesi precedenti la data degli attacchi furono arrestati almeno 140 israeliani sospettati di essere coinvolti in operazioni di spionaggio; altri 60 vennero arrestati dopo l'11/9. Tutto questo fa pensare, ovviamente, che negli Stati Uniti fosse in preparazione un'operazione di intelligence del Mossad di assai ampie proporzioni, strettamente connessa agli eventi dell'11/9.

Due giorni dopo l'arresto delle cinque spie, Dominik Suter fuggì precipitosamente in Israele, sotto il naso degli agenti dell'FBI, intenti a sequestrare computer e scatole di documenti nella sede centrale della UMS a Weehawken, in New Jersey. Quando tre mesi dopo i cameramen del programma 20/20 della ABC arrivarono per filmare gli uffici dell'azienda, il personale sembrava essere fuggito via in fretta e furia. "Sembrava che l'azienda fosse stata chiusa in gran fretta", si legge sul sito della ABC, "c'erano telefoni cellulari sparsi dappertutto; le linee telefoniche dell'azienda erano ancora operative e gli oggetti di proprietà di dozzine di clienti erano ammassati in magazzino".

Fin qui i fatti che sono noti più o meno a tutti. Pochi sanno però che la Urban Moving System non era l'unica attività di copertura del Mossad in cui Suter fosse coinvolto. Suter è registrato anche come agente di un'altra compagnia, la Gould Street Corporation (...)

Questa massiccia presenza di cittadini israeliani in territorio americano fra il 2000 e il 2001 aveva insospettito la DEA, l'agenzia antidroga statunitense, che aveva iniziato ad indagare sulle piccole rivendite di giocattoli, sospettando un'operazione dell'intelligence israeliano; ma gli agenti della DEA erano stati fermati pochi mesi prima dell'11/9 dal Procuratore Generale John Ashcroft (altro fanatico cristiano-sionista legato a gruppi radicali come Stand for Israel; il suo Ashcroft Group lavora oggi per la IAI, l'industria aerospaziale israeliana) e dal direttore dell'FBI, Louis Freeh».

Tutti questi "agenti stranieri sotto copertura", molti dei quali furono fermati o arrestati e interrogati dai servizi di sicurezza (guarda caso però le parti relative agli interrogatori sugli attentati dell'11 settembre sono rimaste secretate), fuggirono dagli USA o furono semplicemente rispediti in Israele.

In un altro articolo "11 settembre una produzione Kosher", sempre Gianluca Freda scrive:

«È sicuro al 100% che l'11 settembre è stato un'operazione del Mossad […]. Ciò che gli americani devono capire è che sono stati loro. SONO STATI LORO. E se capiranno questo, allora Israele scomparirà. […] Vedi, se gli americani dovessero mai capire che è stato Israele a fare questo, lo spazzeranno via dalla faccia della Terra".

A parlare in questi termini non è il crudele e bieco Ahmadinejad o un delirante neonazista del Circolo Ariano. È invece Alan Sabrosky, veterano del corpo dei marines ed ex direttore degli studi presso l'US Army War College. In un podcast messo in rete dal sito The Ugly Truth, Sabrosky discute con Phil Tourney, uno dei marinai sopravvissuti all'attacco contro la nave americana USS Liberty. La USS Liberty fu aggredita l'8 giugno 1967 - in piena guerra dei sei giorni – da aerei e motosiluranti israeliane che provocarono una strage: 34 marinai americani morti e 172 feriti. La portaerei Saratoga, rispondendo all'SOS lanciato dalla Liberty, inviò dodici aerei militari per proteggere la nave, che vennero però fatti rientrare senza ulteriori spiegazioni prima di raggiungere la loro destinazione, abbandonando la Liberty al suo destino. Già questo potrebbe servire a comprendere come l'asservimento della politica statunitense alle pressioni delle lobby filoisraeliane non sia un fenomeno recente».

Sono tutte informazioni e temi questi che meritano, quantomeno, di essere verificati, indagati e approfonditi perchè, a quanto sembra, stiamo parlando di personale militare e questo fa subito venire in mente il difficile problema da risolvere per capire come, quanti e chi l'11 settembre 2001 pianificarono, eseguirono e tennero sotto controllo, i dirottamenti aerei, il finto schianto di un Boeing nella parete del Pentagono, l'abbattimento dell'altro Boeing nei cieli della Pensylvania, ecc., ma soprattutto su come fu possibile deporre cariche esplosive ed incendiarie, atte a determinare una demolizione controllata delle Torri gemelle e dell'Edificio 7 al WTC di New York.

Una operazione, quest'ultima, che da sola doveva per forza aver richiesto almeno una trentina, se non di più, di tecnici specializzati, oltre a protezioni e complicità all'interno del WTC e questo per molti giorni di lavoro continuato.

L'utilizzo di agenti stranieri, oltre a quelli di casa, potrebbe infine anche spiegare il perchè, in tutti questi anni, nonostante l'alto numero di elementi impiegati, non si sia avuta almeno una significativa "crisi di coscienza" o confidenza da parte di qualche "esecutore" a cui il peso di migliaia di morti, che aveva contribuito a realizzare, avrebbe potuto diventare insopportabile.

Insomma, negli anni a venire, il lavoro per i ricercatori storici (altro che "complottisti"!) non mancherà di certo.

Ma se alla fine dovesse provarsi questo connubio, USA-Israel, nella progettazione ed esecuzione dell'11 settembre, si confermerebbe ancor di più e definitivamente che quegli attentati non potevano essere cosa di servizi segreti deviati o gruppi di potere psicopatici e paranoici, e neppure un connubio di semplice e reciproco interesse nazionale di due nazioni da sempre alleate, ma sono stati un qualcosa di più, una strategia trans e sovra nazionale di stampo mondialista appunto che ci farebbe entrare così in quel campo geopolitico ed ideologico, dove si configurano le trame per un futuro governo mondiale a cui abbiamo precedentemente accennato.

Maurizio Barozzi