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Dubbi e certezze:

il punto sull'agguato di via Fani

 

Maurizio Barozzi ((15 aprile 2014)    


Nonostante i processi, le sentenze, le condanne e le semilibertà e benefici correlati accettati dai brigatisti, si sarebbe dovuto almeno rendere un quadro chiaro e veritiero delle fasi dell'agguato in via Fani, visto che dovrebbe trattarsi di una semplice meccanica militare.

Pazienza per tante altre vicende del caso Moro, dove si constata e si percepiscono "accordi" e presenze dubbie, ma le sole fasi dell'agguato che non si riescono a definire, mostra che forse ci furono in azione "presenze" che non si possono rivelare. Per altri versi, e non a caso, nessuno ha potuto definire il ruolo effettivo di quel colonnello Camillo Guglielmi dei Servizi, presente quel giorno, a quell'ora, nei pressi di via Fani.

Questa situazione ha anche dato fiato a quanti si sono messi a fare i complottisti a tutto spiano, cosicché ne è generata un orgia di ipotesi, fantasie e vere e proprie bufale.

Ma soprattutto la letteratura in argomento, articoli di stampa compresi, riportano particolari ed eventi non precisi se non inventanti. Orizzontarsi in merito è veramente complicato.

Occorre quindi attenersi, più che altro, alle sentenze, alle perizie, sebbene carenti in molti aspetti e alle testimonianze e dichiarazioni a verbale o ufficiali.

Con il DISEGNO APPRESSO RIPORTATO, abbiamo ricostruite le fasi dell'agguato, con tutti i dubbi e le poche certezze in merito. VALE COME ORIENTAMENTO GENERALE.

1. Non si conosce l'esatto numero dei componenti del commando impiegati nell'agguato, secondo i brigatisti 9: (Morucci, Fiore, Gallinari, Bonisoli, Moretti, Seghetti, Balzerani, Lojacono, Casimirri) + 1: la Algranati (usata come "segnalatrice" dell'arrivo delle macchine con Moro e poi andata via), di cui solo i primi 4, impiegati come tiratori nella sparatoria.

In sede processuale, Moro quarter (sentenza dicembre 1994), in mancanza di altri elementi probatori, pur esprimendo dubbi, si è dovuto accettare questa consistenza numerica di 10 brigatisti impegnati nell'agguato di cui solo 4 che sparano dal lato sinistro delle macchine.

Quindi 4 soli tiratori, un numero non credibile, che nessun "direttivo strategico" avrebbe studiato di impiegare per abbattere una scorta di ben 5 agenti in auto che tra l'altro, considerando non erano esperti tiratori e la possibilità che il punto esatto in cui sarebbero state fermate le macchine di Moro e quella di scorta, poteva essere diverso da quello prestabilito allo stop dell'incrocio con via Stresa (sia pure di pochi metri), il che poteva determinare la necessità, per i 4 BR tiratori in attesa davanti al Bar Olivetti, di arrivare sul bersaglio da un punto più lontano, mettendo in pericolo il fattore sorpresa. Senza contare poi che doveva anche considerarsi la possibilità che alcune armi potevano incepparsi.

Tutte queste ragionevoli incognite, inducevano ad impiegare un numero di tiratori superiore.

Da quel che sappiamo: Morucci sparò in due tempi causa l'inceppamento (forse con una prima raffica di 7 colpi); Fiore con il mitra M12 più moderno, non sparò affatto o al massimo sparò 3 colpi. Anche Bonisoli (forse quasi subito) e Gallinari, si videro inceppare le loro armi.

In queste condizioni, l'annientamento immediato della scorta (solo il Zizzi non colpito a morte fece un tentativo per uscire e lo Jozzino riuscì ad uscire e sparare) è forse dovuto solo alla imprevedibilità dell'azione e alla ravvicinatezza del tiro (ovvero a qualche tiratore in più).

Non è però credibile che si sia progettata questa azione con solo 4 tiratori in linea di tiro!

È ragionevole quindi elevare il commando ad almeno a 11 aggiungendo un sicuro tiratore (come da ipotesi periziali sulle traiettorie di tiro) defilato dalla parte anteriore destra delle auto ferme, che spara contro il Leonardi seduto a fianco del guidatore della 130 di Moro.

Ma forse i tiratori in più possono anche essere 2, con un altro spuntato (con testimonianze che lo descrivono come l'unico con un passamontagna o zuccotto in testa che copriva solo parzialmente il viso) da in fondo alle macchine del marciapiedi di sinistra, ma più in là di dove erano i 4 BR in divisa da aeronautica, il quale spara, con arma in calibro 9 parabellum, l'unica che non sia poi stata ritrovata, verso l'Alfetta e in particolare contro l'agente Jozzino che ne era uscito. Appare molto probabile l'ipotesi che "qualcuno", a margine dell'agguato, estraneo ai 4 tiratori, sia intervenuto tempestivamente nel momento in cui, l'uscita dall'Alfetta di un agente armato, poneva in pericolo l'operazione. Viene da considerare che possa trattarsi del guidatore della moto Honda (l'unico descritto con passamontagna). Occorre quindi considerare i due sicuri occupanti della moto Honda il cui ruolo non è stato esattamente definito.

 

Ricapitolando:

Anche lasciando da parte l'incerto sparatore che spara dal fondo delle macchine, il conto totale dei brigatisti impiegati come minimo sale a:

9 noti, + 2 della Honda + 1 Algranati, totale 12 (e non 10), che teoricamente potrebbero elevarsi a 13 se il BR che spara a Leonardi dal lato destro delle auto non è uno dei due sulla moto, ma invece un altro sconosciuto.

2. I referti balistici e le perizie sono risultati incompleti, per mancanza dello studio esaustivo delle armi e dei bossoli e con troppe risultanze date come possibili, probabili, ma non certe. Ad esempio: il famoso tiratore che si disse da solo avrebbe sparato 49 colpi (si ipotizzava un FNA 43 o uno Sten), probabilmente non esiste, essendo nelle prime perizie, forse stati considerate due mitra FNA 43 come uno solo. Il teste Lalli, che da lontano, vide questo "Tex Willer" sparare con grande abilità in due tempi, potrebbe invece aver visto il Morucci, l'unico che conosceva le armi, che infatti sparò in due tempi, spostandosi, causa inceppamento del mitra. Tutto questo però non è ugualmente ben chiaro dovendo pur totalizzare tutti i colpi sparati, considerando l'altro FNA 43 in possesso del Bonisoli, che pur si inceppò.

3. Non è stabilito con certezza, quanto risulta in base ai testi e alle perizie, ma non riferito dalle testimonianze di Morucci e Moretti (oltretutto tra loro non pianamente congruenti), se dalla 128 targata CD usata per bloccare l'auto di Moro, uscirono il guidatore, dunque Moretti, e l'altro a fianco sconosciuto (o si presume Morucci) e si diressero alla 130 di Moro rompendo i due vetri anteriori e sparando sul guidatore e sul maresciallo Leonardi, oppure se Moretti era solo e restò in macchina fino al termine degli spari e questo compito venne assunto da uno dei 4 BR in divisa aeronautica, probabilmente Morucci, e da un altro BR sconosciuto che agiva sul lato destro delle auto. È però anche possibile che i testi abbiano visto male e non ci fu preventiva rottura dei vetri, ma immediati spari contro gli stessi.

4. Non è stabilito con certezza se i due occupanti della moto Honda, o almeno uno dei due, parteciparono alla sparatoria, potendo uno essere quello che ha sparato da destra al maresciallo Leonardi e altro (il guidatore) che magari ha sparato, dal fondo delle macchine contro l'Alfetta di scorta. Come noto, nell'andare via, questi due centauri intimidirono il teste Marini, fermo all'incrocio sul motorino, sparandogli contro.

5. Nella fuga Moretti salì davanti sulla 132 blu scuro guidata da Seghetti e con Moro e Fiore dietro. Secondo un teste attendibile (A. Buttazzo, un autista che con la sua macchina andò dietro alle macchine in fuga con Moro, per un certo tratto), nella 132 di fuga ci sono due uomini avanti e dietro c'è Moro tra altri due uomini.

Da una sommaria ricostruzione della fuga quindi:

- 132: con Seghetti, Moretti, Fiore (Moro) e forse un altro brigatista: totale BR: 3 aut 4

- 128: blu con Morucci, Bonisoli e Balzerani: totale BR 3

- 129: bianca con Casimirri, Lojacono e Gallinari: totale BR 3

- moto Honda: due sconosciuti: totale 2

- Algranati andata via prima: totale BR 1

- Totale complessivo 12 oppure 13 elementi (i BR ne confermano solo 10, negando i due sulla Honda è l'uomo in più visto dal teste Buttazzo nella auto di fuga con Moro)

 

Considerazione:

se quanto sopra, come ragionevolmente sembra, risponde ad una ricostruzione veritiera, il fatto che i brigatisti abbiano negato la presenza della moto Honda tra il loro commando, e ridotto solo a 4 i possibili tiratori, è perché probabilmente si deve nascondere la presenza di persone presenti all'azione, ma sconvenienti all'immagine di un atto di guerriglia compiuto dalle sole BR.

 

 

(16 marzo 1978, ore 09,02 – 09,05 via Fani angolo via Stresa)

(Posizioni e distanze sono approssimate)

 

ß Ý Senso di marcia auto ; ®®® Fuga auto: via Stresa verso via Trionfale.

L = teste Lalli (è a circa 120 metri dalla sparatoria, vista dopo l'incrocio e in salita);

M = teste Marini (arriva con il motorino allo Stop con via Stresa, all'inizio dell'agguato);

I = teste Intrevado (arriva all'incrocio con la sua 500, poco dopo il Marini (M), mentre trasbordano Moro e viene fermato dalla Balzerani (4) e un uomo in uniforme da aviere; scende dall'auto, vede una moto di grossa cilindrata ferma al centro dell'incrocio che poi andando via lo sfiora. Vede mettersi alla guida della 128 blu (E) di fuga un uomo in uniforme.

J = Agente Jozzino (uscito dall'Alfetta sparando due colpi di pistola Beretta 92, ma subito abbattuto colpito a morte).

? Elementi dubbi: uno certo, spara al Leonardi dalla parte anteriore destra della 130 (A) e forse un altro spara contro l'Alfetta (B) (Possono essere della moto (10), o altro sconosciuto);

1. Moretti (alla guida nella 128 CD (C), è incerto se sia uscito o rimasto in auto; è armato con MAB 38, parabellum 9 mm che non ha utilizzato e Browning HP 9 mm parabellum che non ha utilizzato); Va via sulla 132 (D), con Moro.

2. Lojacono (è armato con fucile M1 cal. 30, non utilizzato); Va via sulla 128 bianca (F),

3. Casimirri, (è armato (?), ma non spara); Va via sulla 128 bianca (F),

4. Balzerani (armata con mitraglietta CZ Scorpion, 7,65 Brawning, ma non spara, ha una paletta per il traffico); Va via sulla 128 blu (E) di fuga.

5. Seghetti (alla guida della 132 blu di fuga (D) ;

6. Morucci in uniforme aeronautica (incerto se era in macchina con Moretti (6) o Più probabile in attesa davanti al bar Olivetti. È armato con mitra FNA43, 9 mm parabellum che spara, si inceppa e poi rispara contro la Fiat 130 (A) di Moro. Ha anche una pistola Brownig HP 9 mm parabellum che non utilizzerà; Va via guidando la 128 blu (E) di fuga).

7. Fiore in uniforme aeronautica (armato con mitra M12, 9 mm parabellum che si inceppa subito forse dopo aver sparato 3 colpi, e pistola Browning HP 9 mm parabellum, spara contro la 130 (A) di Moro); Va via sulla 132 (D), di fuga.

8. Gallinari in uniforme aeronautica (è armato con mitra TZ 45, 9mm. Parabellum, che spara e poi si inceppa forse dopo 5 colpi e con pistola Smith & Wesson 39, 9 mm parabellum , che spara. Spara contro l'Alfetta (B) di scorta); Va via sulla 128 bianca (F)

9. Bonisoli in uniforme aeronautica (è armato con mitra FNA43, 9 mm parabellum che spara contro l'Alfetta (B) di scorta e poi si inceppa e con pistola Beretta 52 (o 51 con diversa canna), 7,65 parabellum che spara, probabilmente aggirando l'Alfetta di scorta, contro l'agente Jozzino uscito dall'auto, al quale potrebbe anche avergli sparato altro elemento; va via dopo aver preso un paio di borse dalla macchina di Moro, guidando la 128 blu (E) di fuga.

10. Algranati (Segnalatrice arrivo macchine con Moro, andata via poco prima dell'agguato su un motorino).

11. Due sulla Honda, senza uniforme dell'aeronautica; (il guidatore è con passamontagna e il passeggero dietro a volto scoperto somiglia a Edoardo De Filippo. Sono armati con mitragliette. Con le macchine in fuga arrivano all'incrocio e poi svoltano andandogli dietro, sparando nel frattempo al teste Marini sul motorino);

X = Mini Morris estranea, parcheggiata, che ostacola la manovra di svincolo della 130 di Moro.

A = Fiat 130 blu guidata da Ricci, a fianco il caposcorta Leonardi, dietro Moro, sedile posteriore destro.

B = Alfetta bianca di scorta, guidata dall'agente Rivera, con a fianco Zizzi e dietro Jozzino.   

C = 128 giardinetta bianca, falsa targa CD, ferma dopo lo stop, muso verso via Stresa. (Guidata da Moretti (1). È incerto se ha anche un passeggero a fianco, se ne sono usciti per andare a rompere il vetro e sparare contro la 130 (A). È incerto se Moretti (1) sia rimasto seduto dentro fino al termine della sparatoria. L'auto resterà sul posto).

D = 132 blu scuro, falsa targa P79560, posteggiata in via Stresa contromano parte posteriore verso l'incrocio, guidata da Seghetti (5). (Preleverà, arrivando in retromarcia, Moro e porterà via anche Moretti (1), Fiore (7), e forse un altro componente del commando. Povrebbe infatti avere a bordo 4 brigatisti più Moro).

E = 128 blu, di fuga muso verso l'incrocio, (Guidata da Morucci (6), porterà via Bonisoli (9) e Balzerani (4).

F = 128 bianca usata per sbarrare di traverso la strada e poi per la fuga da Casimirri (2) e Lojacono (3) e raccoglierà anche il Gallinari (8).
 

Maurizio Barozzi        

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