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da Ares Agenzia di Notizie

 

... Eisenhower: «La resa dell’Italia fu uno sporco affare»...

Eisenhower non elogiò mai i combattenti della RSI     

 

Il commento di Giorgio Vitali

 

Queste dichiarazioni richiedono una duplice (almeno...) precisazione:

1) Che Eisenhower, per il quale condivido l'apprezzamento di Mezzano, abbia espresso valutazioni in negativo sul comportamento italiano, non credo si possa negare. Chiunque lo avrebbe fatto. E lo avrà sicuramente fatto. certamente però non in quel contesto, del tutto inventato.

Ma c'è da aggiungere qualcosa... che l'armistizio e fuga dell'esercito savoiardo (aduso alle fughe anche quando si vince... vedi Novara), sia stato un brutto affare non traspare dalla fuga in se stessa, ma dalle manovre di bassissimo livello che l'hanno preceduta. Accordi di basso profilo cui partecipò di tutto e di più, tedeschi compresi, e che provocò la morte di migliaia di italiani. PER NULLA!!

2) Il mito del riconoscimento da parte del nemico (come certe parate di "resa" con l'onore delle armi... meglio, molto meglio il suicidio alla giapponese) fa parte di quegli slogan messi in giro ad arte da un sapiente sistema di coglionaggio attuato dai vertici missini, per gli scopi che conosciamo. Fini, almeno per il momento, ne è un degno erede. Aspettiamo altri al varco.

 

Il problema è che noi valutiamo questi personaggi alla stregua dei nostri comportamenti. l'abilità di costoro, invece, è proprio quella di valutare, carte alla mano, tutte le potenzialità esistenti. Le immagini che solitamente ci vengono trasmesse dai media non sono realistiche.

Ad esempio, Rommel ci viene mostrato fotograficamente mentre, al fronte, guarda l'orizzonte. non era quella infatti l'immagine vera di Rommel, che doveva comandare un numero notevolissimo di unità combattenti per poterle utilizzare al meglio. La grande attività dei servizi segreti in Italia, definita da tutti gli storici veri come il più grande crogiolo di servizi di tutta la guerra, era forse un giochetto?

Ma soprattutto in ambito francese il nostro era interessato alla situazione italiana. infatti, l'inconsistenza della cosiddetta resistenza (inventata negli anni settanta), e l'apporto delle 4 grandi divisioni italiane permisero il trasferimento di gran parte delle truppe tedesche (che venivano in Italia "per riposare" dalle fatiche del fronte russo).

In Francia. Un altro punto importante: la consistenza delle truppe in armi ed in divisa della RSI era ben diversa di quella dei badoglianti, che raggiunsero la cifra di 45.000 solo dopo la conquista e l'occupazione di Roma.

 

Mi permetto un altro paio di commenti

1) Lo "sporco affare" può essere la maniera con cui era stata condotta la trattativa da "tutte" le parti. Tedeschi compresi.

2) Difficilmente Eisenhower poteva essere all'oscuro di truppe italiane di parte avversa perchè era costretto a prendere conoscenza dei movimenti e del posizionamento delle truppe nemiche.

 

Giorgio Vitali

 

da Alessandro Mezzano

 

Da molti anni, nell'ambiente neofascista italiano, ci si compiace di una frase che sarebbe contenuta nei "Diari" di Eisenhower, che riportiamo tale e quale a come viene propagandata a destra e a manca:
«La resa dell'Italia fu uno sporco affare. Tutte le Nazioni elencano nella loro storia guerre vinte e guerre perse, ma l'Italia è la sola ad aver perduto questa guerra con disonore, salvato in parte dal sacrificio dei Combattenti della Repubblica Sociale Italiana».

Nessuno che cita questa frase, naturalmente, ha mai letto i "Diari" in questione.
Come è stato evidenziato su "Acta", della Fondazione della RSI - Istituto Storico (a. XXIII, n. 3, settembre-novembre 2009), tale frase NON fu MAI pronunciata dal Gen. Eisenhower, né compare nei suoi "Diari":
http://www.fondazio nersi.org/ mediawiki/ index.php? title=ACTA_ Anno_XXIII
Solo nella prima edizione dei diari del suo aiutante navale -quella del 1946- vi è annotato che il Gen. Eisenhower, il 3 settembre 1943, disse che l'armistizio italiano era uno «sporco affare».
Va da sé che, se la frase venne effettivamente pronunciata, lo fu prima della resa d'Italia e, cioè, prima della costituzione del Governo Nazionale Repubblicano. Quindi, il Comandante americano non poteva esprimersi sulla RSI (che sarebbe stata proclamata solo l'1 dicembre successivo).
Nelle successive edizioni di questi diari, la frase scomparve per pressioni degli editori.
L'unico giudizio che il Gen. Eisenhower fece sugli Italiani fu totalmente negativo (cfr. fatti di Pantelleria) ..


Per approfondimenti:
http://it.narkive. com/2009/ 3/22/3664228
http://www.isses. it/9milioni. htm

 Alessandro Mezzano [fiamma]

 

da Alessandro Mezzano


Re: Eisenhower non elogiò mai i combattenti della RSI


Debbo riconoscere che, se fosse stata vera, la frase attribuita ad Eisenhower avrebbe dato una "patente" di rispettabilità alla RSI da una angolazione diversa in quanto disinteressata ed avversaria, ma, detto questo, é opportuno anche affermare che:
1. Del giudizio di un mascalzone assassino come il generale Eisenhower (ebreo Safardita di origini Svedesi - vedi Wilipedia ) che con Henry Morgenthau é responsabile del piano di sterminio del popolo Tedesco che provocò deliberatamente la morte per stenti di 9 milioni di Tedeschi dopo il 1945 e che fece la guerra con precisi intenti terroristici non me ne frega un accidente.
2. Sappiamo da noi che la RSI fu una nobile comunità di eroi che coscientemente e deliberatamente offrì la propria vita alla Patria ed al Fascismo sapendo a cosa andava incontro e non abbiamo bisogno di "patenti di nobilitazione" da nessuno ..!


Alessandro Mezzano

 

da Francodau
 

Quando i primi reparti della RSI tornarono dalla Germania, (marzo 1944) Eisenhower era da tempo in Inghilterra ad organizzare lo sbarco in Normandia. In ogni caso le truppe italiane vennero scarsamente impiegate. Eccezione furono tre battaglioni, cioè meno di 3.000 uomini in tutto, che combatterono anche alternandosi al Canale Mussolini, a Pomezia e ad Ardea. Combatterono con valore ma erano senza carri e senza artiglieria per cui non potevano combattere disgiuntamente dalle truppe tedesche. Altri episodi furono sporadici come Cozzarini. Un contributo più valido fu dato dai pochi reparti di caccia (tre gruppi cioè meno di 40 aerei in tutto) che affrontavano, arrecando un minimo di fastidio, gli stormi di bombardieri nemici per lo più diretti in Germania che passavano nel cielo del Veneto. Questa é l'amara realtà.

Francodau



da: Pietro Cappellari


Eisenhower e la RSI


A completamento di quanto già ho evidenziato con la mail "Eisenhower non elogiò mai i combattenti della RSI", si porta a conoscenza della lettera ricevuta dal sottoscritto dall’archivista della Dwight D. Eisenhower Library (USA), che ESPRESSAMENTE dice:

1) Eisenhower nei suoi cosiddetti “diari” non esprime NESSUN giudizio sull’armistizio con l’Italia;
2) Eisenhower nei suoi cosiddetti “diari” non cita MAI i reparti della RSI (a lui, per altro, probabilmente sconosciuti);
3) Nel diario del suo Aiutante navale gli viene messa in bocca la frase «sporco affare» in riferimento alla resa italiana. Anche in questo caso -fermo restando la verifica di quanto afferma questo Aiutante navale che può essersi inventato tutto- l’archivista della Dwight D. Eisenhower Library precisa che «sporco affare» è da riferirsi SOLAMENTE alle dure condizioni imposte dagli Alleati all'Italia.

«Dear Sir:
Thank you for your inquiry. General Dwight Eisenhower did not keep a daily diary during WW II. The few diary entries he made for late 1943 do not include any statements complaining about the terms of the armistice agreement with Italy.
You mention the entry in the diary kept by Capt. Harry C. Butcher for Sept. 3, 1943. If you read the entire entry, you will note that Butcher says Eisenhower called the agreement a "crooked deal" because he believed "that the terms of agreement are unduly harsh." This
represents Butcher's intepretation of how Eisenhower felt at the time.
The sentence in your e-mail, "The surrender of Italy.......Italian Social Republic Fighters." was not a statement written or spoken by Eisenhower.
We hope this information is of assistance to you.
Sincerely,
Herbert L. Pankratz - Archivist»
 

Pietro Cappellari