Il Federal Reserve
System
Gian Paolo Pucciarelli
Il trucco c'è, ma non si vede, come quello del
mago dei fumetti anni '40.
La truffa invece è autentica, ma con l'approvazione del Congresso del 1913 è
diventata legge degli Stati Uniti d'America: il Federal Reserve Act, tuttora in
vigore.
Dove sta il trucco e dove si ravvisa la truffa?
Alla Federal Reserve Bank di Washington D.C., "Fed" per gli amici, si mette in
moto ogni giorno il "Meccanismo di Mandrake", che consiste nel creare denaro dal
nulla e… nel nulla farlo sparire. In quale modo?
Con un gioco di prestigio, al quale la Fed dedica gran parte della sua attività,
sebbene gravoso e complesso sia lo svolgimento dei suoi compiti…
"istituzionali". Come spesso dichiara Ben Bernanke, il Presidente, nelle rituali
conferenze stampa e nelle relazioni al Congresso.
La collusione politica, ovviamente, è indispensabile, ma per far funzionare il
meccanismo, occorre soprattutto creare il debito o le condizioni
d'indebitamento. Solo nel debito (altrui) ogni banca infatti guadagna. La
Federal Reserve, tuttavia, non è una banca, né centrale, né commerciale. Ma la
pura concentrazione istituzionale del Potere Privato.
Chi avesse dubbi in proposito, può andare su "Google", vedere cosa significa
"Fiat Money", e convincersi che dietro l'effetto biblico dell'imperativo c'è
l'ordine di stampare banconote a corso legale, senza escludere la pretesa da
parte di chi lo impartisce (la Federal Reserve, appunto) di renderlo
indiscutibile e imperscrutabile, come il "Fiat Lux" della Genesi.
Basterebbe questo per sostenere che l'emissione di denaro "a piacimento" non
giova all'economia per le conseguenze che può determinare e chiunque sostenga il
contrario non fa assolutamente l'interesse pubblico. Ma, come si crea il debito?
Semplice!
S'indebita il Governo o, per meglio dire lo Stato, che nel caso degli Stati
Uniti, è rappresentato dal Dipartimento del Tesoro. Per rendersi conto
dell'attuazione del meccanismo basta controllare le cifre del debito pubblico
americano che oggi sfiorano, in crescendo, i 13.000 miliardi di dollari. (Se
qualche pennivendolo specialista del "Finacial Time" o di casa nostra vi
racconta che il debito è un toccasana per l'economia, non credetegli. Ha firmato
un "fondo" in veste di esperto economista, senza aver capito, neppure lui, come
ha fatto a vendere lucciole per lanterne. Diffidate anche dei premi Nobel (per
l'Economia e per la Pace) che sostengono la stessa cosa, perché perlomeno dal
1919 in poi, hanno scritto in proposito, salvo rare eccezioni, colossali
"balle", e ideato progetti di pace per fare la guerra).
Ritornando all'esposizione, il "meccanismo" funziona così: il Congresso batte
cassa, invia un proprio rappresentante alla Federal Reserve e chiede a questa di
ordinare un Fiat Money, che si traduce in ordine (motivato o no) impartito al
Tesoro di stampare dollari banconote e di metterli in circolazione. La richiesta
del Congresso è giustificata dalle proprie esigenze interne ma è indiscutibile e
spesso determinata da "agenti esterni", che non sono di natura economica, ma
politica, come atti terroristici, interventi armati e guerre. (Quando vigeva il
"gold standard", criterio spesso eluso, cioè fino al 1971, le cose andavano più
o meno allo stesso modo).
Ma come fanno gli Stati a indebitarsi? (Grazie al sistema dell'International
Banking che la Fed coordina e controlla si possono indebitare anche altri Stati,
in teoria, tutti!).
Così anch'essi fanno come fa il Tesoro degli Stati Uniti. Emettono "Bonds" o
certificati (del debito pubblico o di credito del Tesoro, come i nostri BOT e
CCT), pari al valore nominale delle banconote che lo Stato (o il Tesoro a
Washington) stampa e mette in circolazione. Tutto questo, il Tesoro americano
(ed eventuali altri Stati cui viene "consigliato" il Fiat Money) lo fanno,
assumendo il debito corrispondente, secondo il criterio/formula chiamato "IOU"
(acronimo imperfetto di "I owe you"), dichiarazione di debito (sul piano
economico e finanziario), di sudditanza (sul piano politico). In virtù del
"signoraggio", antica pratica feudale, una buona percentuale dei "bonds" (o
certificati di debito) emessi spetta per legge alla Federal Reserve che li potrà
quindi detenere e negoziare, come e quando essa ritenga opportuno. Ora se è vero
che il denaro circolante in eccesso rispetto alla domanda crea inflazione, cioè
la diminuzione del potere d'acquisto del denaro, è proprio per mezzo
dell'inflazione che la Federal Reserve può eseguire manovre sul tasso di sconto,
trasformandola in una tassa, che nessuno può evadere, determinando condizioni di
recessione o di ripresa economica, ma conservando, grazie al procedimento testé
esposto, una situazione di debito "perpetuo". Ma dove va a finire il denaro
creato dal nulla? Nel nulla! Appunto. Perché una parte serve a pagare la
"progressive income tax" (imposta proporzionale al reddito), l'altra se la
mangia l'inflazione, l'altra ancora viene incamerata dal circuito internazionale
delle banche commerciali (che la Fed controlla, assumendole come negoziatrici
dei titoli di Stato) come interessi pagati sull'impiego, cioè sul prestito che
riflette il debito generale (sia esso debito pubblico o rappresentato dal
"credito" al consumo), la quarta parte viene incamerata come "signoraggio" (vedi
sopra), per cui, come al signore (Duca o Principe) del Medioevo e del
Rinascimento spettavano una percentuale in metallo (prezioso) e le spese di
conio quando egli emetteva moneta, così spetta alla Fed una cospicua percentuale
del valore nominale dei bonds, quando il Tesoro emette banconote perché il
Congresso batte cassa.
Infine occorre ricordare il diabolico criterio adottato da tutte le banche
(commerciali e non) e chiamato credito frazionale, in virtù del quale le banche
possono concedere prestiti in misura fino a nove volte superiore al deposito
ricevuto nelle loro casse, contando sulla funzionalità del circuito bancario e
sulla massima frammentazione del debito, la conseguente moltiplicazione degli
interessi che ad esse spettano grazie all'applicazione della regola che gli
esperti chiamano (per complicare le cose ovviamente!) anatocismo o la
capitalizzazione degli interessi debitori maturati. E per finire, last but not
least!, il denaro sparisce per il flusso di liquidità, disponibile
-ricordiamolo- grazie a un debito, che viene assorbito dai mercati finanziari e
dalle borse, nei quali sono consuetudine altri moltiplicatori del debito, i
contratti a termine.
Risultato finale dell'intero sistema: non solo la creazione del denaro dal
nulla, ma la trasformazione dell'economia produttiva in economia speculativa.
Metodo adottato: una pratica che non si può nemmeno più chiamare usura, ma
predazione.
Una verifica sull'esistenza di un'etica nello svolgimento dell'intera procedura
di emissione di denaro e creazione del debito possiamo farla, forse con l'aiuto
di un pizzico di suggestione, che non la rende meno efficace, esaminando uno di
quegli esemplari che il Tesoro degli Stati Uniti stampa su ordine della Federal
Reserve e diventa «legal tender for all debts, public and private», cioè ad
esempio, la banconota da un dollaro.
L'affermazione, appena citata, vi è scritta sopra! Come vi è scritto ciò che in
nessun'altra banconota del mondo alcun governo si è mai sognato di scrivere.
Dall'inconfondibile simbolismo dello scenario di fondo, stampato sul "verdone",
emergono infatti motti che equivalgono a moniti perentori e ci spiegano perché
il Fiat Money è legale e per quale altro motivo «Annuit Coeptis» e «In God We
Trust» vogliono dire "Dio è d'accordo" e "In Dio Confidiamo" («He nods on the
beginnings» significa che qualsiasi azione del Governo degli Stati Uniti ha il
consenso della Divinità, e la "nostra" azione, quella del governo USA, deve per
forza comprendere anche l'operato della Fed.
Ma occorre capire di quale "divinità" si tratta. Dipende dai "POV" (points of
view). L'affermazione, in un senso ha tutti i crismi dell'assoluto (il
riferimento all'ultraterreno la trasforma in «Ipse Dixit»), nell'altro è pura
pretesa della legittimazione di quanto si è fatto (sia questo bene o male),
oltre ad essere, in modo evidente, arbitraria auto concessione della facoltà di
attribuirsi in ogni caso la paternità del bene, perché questo piacerebbe a Dio,
anche quando non fosse così.
In quest'ultimo frequente caso, Dio diventa… Provvidenza, cioè… anche sistema,
provvisto di tutte le legittimazioni necessarie. Ed è difficile muovere critiche
a un tale sistema, senza correre il rischio di essere considerati visionari o,
peggio, disinformati. È necessario dunque non limitare il nostro esame al
meccanismo della Fed ed ai suoi attuali nefasti effetti, ma osservare le
conseguenze sociali e ovviamente politiche che l'applicazione del criterio Fed
avrebbe prodotto nel corso di un secolo, da quando cioè il Sistema della Federal
Reserve è diventato legge.
Per fare questo dobbiamo raccontare la storiella di Jeckyll Island, un'isoletta
sulla costa atlantica della Georgia, da sempre considerata paradiso esclusivo di
miliardari.
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Gian Paolo Pucciarelli |