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Fini: e adesso pover'uomo?
Antonino Amato
(19 novembre 2010)
Potreste dirmi: «Scrivi sempre di Fini». Vi
risponderei: «È forse colpa mia se il vento spira? È forse colpa mia se la
banderuola Fini gira vorticosamente su se stessa?». E vi sottoporrei quello che
scrive oggi Aldo Cazzullo: «Le parole di alcuni finiani ricordano un'attitudine
dell'ultimo Arafat. Quando parlava in inglese, il leader dell'OLP rassicurava
l'opinione pubblica internazionale, promettendo di voler convivere in pace con
Israele. Ma, quando parlava in arabo, rassicurava i fratelli palestinesi sulla
sua ferma determinazione a combattere il nemico sionista». (1)
Intendiamoci: Fini è intelligente, intelligentissimo. E, dall'alto della sua
intelligenza, non capisce niente di politica e di politici. Malgrado abbia
bazzicato tutta la vita dalle parti di Montecitorio. Tanto per dire: Fini è
passato dalle smaccate dichiarazioni fasciste («Noi siamo il Fascismo del 2000»,
«Mussolini è uno dei più grandi statisti del Novecento») alle smaccate
dichiarazioni antifasciste («Il Fascismo è il Male Assoluto», «Mussolini è stato
condannato dalla Storia») nel generale consenso.
Ed era troppo intelligente per capire che il consenso alle sue piroette era
dovuto al carattere particolare degli Italyani (il 24 luglio 1943 erano andati a
letto in camicia nera e fez, ma l'indomani si svegliarono tutti antifascisti e
gli spazzini dovettero portar via sacchi di "cimici" che, nella notte, erano
state buttate nella pubblica via) e dei politici italyoti (sono tutti puttani e,
dunque, puttano in più o puttano in meno, non cambiava niente). Fini invece si
convinse di essere un puttano intelligente e furbo, mentre gli altri erano tutti
degli sprovveduti che bevevano le sue "puttanate" come "ripensamenti" di una
mente superiore.
* * *
Tutto andò bene per un certo tempo e Fini vendette i suoi prodotti avariati (la
destra, l'antifascismo) come «verità rivelategli lungo la via per Gerusalemme».
Poi incontrò Berlusconi che, di professione, faceva il "puttaniere" e...
s'imbarcò al suo seguito. Berlusconi imbarcò Fini e gli diede un certo spazio,
ma Fini voleva di più e gli si mise di traverso. Finì in lite e Fini ritirò i
suoi seguaci (Finiani? Fillini? Felloni?) e passò, armi e bagagli,
all'opposizione.
Purtroppo Fini, essendo intelligentissimo, non aveva calcolato:
1. che Berlusconi era un provetto puttaniere: perso Fini, pubblicò un annuncio:
«Cerco puttani per sostenere il mio Governo»;
2. che, da quelle parti, sono tutti puttani e molti si diedero presenti a
Berlusconi, «pronti a sostenere il Governo».
Insomma Fini comincia a rendersi conto che, nella sua lunga vita parlamentare,
aveva vissuto in un pubblico casino (pudicamente chiamato "politica") e che i
suoi colleghi erano tutti dei puttani. Gran brutto colpo per lui che s'illudeva
di essere l'unico puttano dell'allegra compagnia. A questo punto Fini abbandonò
il tono ultimativo e cominciò a porla in termini di "responsabilità". Ma voi
tranquillizzatevi: finché c'è vento, banderuola Fini continuerà a piroettare. E
noi a riderci su.
Che altro ci resta in questa «democrazia antifascista nata dalla resistenza»?
Del resto recentemente Fini ci ha ammannito che «la Patria non è più la terra
dei Padri» ma... l'orinatoio di chi viene in Italya.
Antonino Amato
antonino-amato800@alice.it
(1) "Ma qual'è per FLI il confine a sinistra?"
in "Corriere della Sera", 19 novembre 2010, pagina 1
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