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Hitler e Mussolini sono ancora vivi?

 

 

Enrico Galoppini  (17/12/2013)      

 

C'è un breve filmato, tratto da un quiz a premi televisivo, che in questi giorni sta circolando parecchio in rete, suscitando più che altro ilarità e sconcerto.

Il conduttore, ad un certo punto della trasmissione, chiede in quale anno Adolf Hitler venne nominato Cancelliere della Germania. La risposta è "a scelta multipla" tra 1933, 1948, 1964 e 1979.

Bene, su quattro concorrenti, tre, in successione, ciccano la risposta, col quarto che, inevitabilmente, risponde giusto, "1933", premettendo un «sarà forse …?».

Il conduttore strabuzza gli occhi dallo sbalordimento, non riuscendo a credere a quello che ha sentito. Ma non è tutto, perché ad una successiva domanda («In quale anno Mussolini ricevette a Palazzo Venezia il poeta americano Ezra Pound?»), la concorrente, posta di fronte alla medesima quaterna di date, risponde «1964»…

Ora, è ovvio che non foss'altro per il fatto che la guerra è finita nel 1945, e con essa anche il Fascismo ed il suo capo, Benito Mussolini, ammazzato nell'aprile dello stesso 1945, la risposta non poteva che essere "1933".

Il conduttore, sempre più strabiliato, consiglia a tutti i presenti un salutare «leggero ripassino» di Storia: http://www.youtube.com/watch?v=JiDr7dicFC4

Ma a mio modesto parere, quel che è veramente degno di nota è un altro aspetto.

Ora, a meno che si tratti di una messinscena per divertire un pubblico sempre più beota e ignorante[1], una débacle così clamorosa su una domanda d'una facilità imbarazzante è il frutto di ben altro che semplice ignoranza sulla Storia.

A forza di propaganda a martello sul Nazismo e il Fascismo, molti si sono convinti che quei due regimi siano roba di ieri o dell'altro ieri. Non gliene si può certo fare una colpa, visto che non passa giorno che giornali e tv, più la scuola ed il "mondo della cultura", non se ne escano con qualche polemica o escogitino qualche iniziativa per rendere costante e assillante la presenza di un "Male Assoluto" che aleggia minaccioso sul «migliore dei mondi possibili» (la Democrazia).

Il risultato è un vero e proprio disturbo nella percezione del tempo storico, che si appiattisce fino a far sembrare di aver avuto fino a poco tempo fa tra noi, vivi e vegeti, Hitler e Mussolini. E, ci sta tra non molto, pure Attila e Nerone!

Non d'ignoranza dunque si tratta, o almeno non solo, ché non sarebbe nemmeno l'aspetto più preoccupante poiché a quella si può sempre rimediare. Qui è in questione una facoltà della nostra mente, ovvero quella di elaborare e di mettere in fila sulla linea del tempo fatti e personaggi del passato.

La "cultura della memoria" d'altra parte serve proprio a questo. A far vivere in un eterno presente questioni che a livello comunitario sarebbe bene venissero metabolizzate e superate, quale che sia il nostro giudizio individuale (si spera documentato ed il più possibile imparziale). Ma chi ne fa un uso come un'arma di condizionamento mentale avendola istituita, raffinata e diffusa in ogni modo, a senso unico, non può che fregarsi le mani di fronte a spettacolari (e preoccupanti!) dimostrazioni di come in fondo i suoi sforzi sono stati ampiamente ripagati.

 

Note:

[1] Con tutto quel che se ne può pensare, ai tempi di "Lascia e raddoppia" venivano selezionati concorrenti preparati sulle loro materie, con la gente a casa che imparava qualcosa ed era incoraggiata ad elevarsi quantomeno nell'erudizione.

Enrico Galoppini       

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