Il grande inganno
Storiella numero 2 -
L'antefatto
Washington DC - Primavera del 1949.
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Eustace Mullins |
Eustace Mullins ha un rispettabile impiego alla Library of Congress, una laurea
alla Washington University e un vivo interesse per le avanguardie europee del
primo Novecento.
Lo attraggono i dipinti di Picasso e di Kandinski e in genere il Modernismo.
La Biblioteca del Congresso è la più grande del mondo (ventotto milioni di
volumi).
Monumentale compendio dell'intero scibile umano e (con qualche disagio)
campionario assortito di crisi e fulgori della cultura occidentale. Di
quest'ultima un semplice bibliotecario può comprendere ambiguità e
contraddizioni, a stento nascoste sotto il peso dell'architettura neoclassica,
della tradizione liberale e della memoria di un presidente.
L'imponente Jefferson Building, appunto. E tutto quello che c'è dentro.
Ubicazione: 101 Independence Avenue - Washington - DC, qualche minuto a piedi
dalla Casa Bianca, mezz'ora d'autobus e due secoli d'inutile fuga
dall'oscurantismo per raggiungere il 1100 dell'Alabama Avenue e il… "Nido del
Cuculo".
La storia dei manicomi, vero o falsa che sia, lascia concrete tracce
d'archetipi. Uno di questi si trova su lieve altura, in direzione sud-est, quasi
alla confluenza del Potomac con l'Anacostia.
Il punto in cui sostano gli uccelli migratori in cerca della giusta rotta e
sbagliano … nido.
Ottanta piedi d'altezza, linee tardogotiche in segno d'austerità e non trascorsi
orrori, sovrapposti ai tanti frantumi del sogno americano, in modo che ne
risulti un sinistro edificio. (L'ispirazione è di Milos Foreman che venticinque
anni più tardi, tenterà di spiegare le terapie psichiatriche in uso negli
States, con buoni appoggi di Upjohns, Roche e le Multinazionali delle
benzodiazepine).
Nome ufficiale: St. Elizabeths Hospital.
A causa di ben note imprecisioni nel distinguere la follia individuale da quella
collettiva, i cartelli indicatori all'ingresso del nosocomio non recano la
scritta "Mental Health". Anche perché non è bene si sappia che fra gli 8000
"ospiti" dell'Ospedale sono selezionati i "forensic patients" da sottoporre al
test della lobotomia.
I Civils "beneficiano" invece di quotidiane terapie… elettroconvulsive.
Le visite ai ricoverati non sono concesse facilmente. Per via del lezzo di urina
secolare misto ai vapori dell'acido ipocloroso, causa di svenimenti e
complicazioni polmonari.
Poi perché non sono ancora tanto lontani i tempi in cui Mr. Donovan, già Chief
dell'OSS, inaugurò al St. Elizabeth l'uso della scopolamina per farne il siero
della verità.
Nel complesso di edifici dell'Alabama Avenue si conservano in formaldeide 1.400
cervelli umani e corre voce che vi sia finito anche quello di Mussolini
(ritenuto d'interesse sociale e utile un domani a chi intendesse esaminare le
cellule del Capo del Fascismo a scopi didattici, misurando gli effetti
dell'irrazionalità delle masse sui lobi cerebrali del Duce).
Eustace Mullins ha appena varcato i cancelli del St. Elizabeth, dopo aver
ottenuto il "passi" e non prima di aver svuotato la propria vescica urinaria.
Fra tante amenità, recentemente apprese, mentre s'incammina lungo il viale che
attraversa un ampio prato fino all'entrata principale, sente l'irrefrenabile
impulso di affondare una mano nella tasca dei pantaloni per tastarsi
ripetutamente i testicoli. Gesto salvifico, anche se irrispettoso, per la
vicinanza di Mrs. Dorothy che, pur mesta e pensosa, con lui procede,
affiancandolo.
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Mrs. Dorothy |
Poco dopo, preda dell'emozione e degli scongiuri, Mullins si guarda intorno
circospetto, avvertendo invisibili presenze di spettri in divisa.
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Militari nella Guerra Civile |
Sono i fantasmi dei 500 Soldati Blu (e Grigi) sepolti nell'area circostante,
vittime della guerra civile e dell'oblio. I loro poveri resti giacciono dispersi
per sempre nel sottosuolo, mentre ignari tagliaerba, ordinando il prato che li
sovrasta senza alcun segno tombale, continuano a cancellarne la memoria. Mullins
sembra udire grida di vendetta, soffocate da metri di terra e fastidiosi ronzii
di tagliatrici. Ma è solo un'impressione. Non gli resta che accennare un
sorriso, sul quale si protende un filo di persistente amarezza.
Appare il cartello Mental Health Department. Prima di varcarne l'ingresso, il
"visitatore" guarda il lontano e quasi immobile Potomac, da cui sembra levarsi
il frastuono delle battaglie combattute novant'anni prima. L'illusione sonora
s'interrompe, per via delle voci, quasi irreali, che provengono dall'interno.
Mullins, controllando a stento la propria emozione, si affida a Mrs. Dorothy che
lo accompagna alla camera di un illustre "ospite" del dipartimento: Ezra Pound.
Fuori, lo struttural-funzionalismo alla Talcott Parsons propone tregua ai
conflitti sociali, solidale col noto impostore che raccomanda "Società Aperte"
senza far uso di volantini.
Bastano l'abbaglio del benessere e l'abitudine a invisibili moltiplicatori del
debito pubblico.
La cella del St. Elizabeth in cui "alloggia" Pound è occupata da un maleodorante
giaciglio e un tavolo di metallo, su cui si ammucchiano quaderni di appunti. Lo
spazio esiguo della cella consente di ospitarvi il solo recluso, esempio del
trattamento riservato alle vittime della moderna inquisizione. Sebbene Mrs.
Dorothy cerchi di tranquillizzare Mullins, si fa presto strada in lui la
tentazione di concludere la visita con un rapido, liberatorio congedo, ancor
prima che si proceda con le presentazioni. L'ambiente è impressionante. Il Poeta
del resto, poco incline ai convenevoli, esclusi quelli strettamente di rito,
dopo un breve scambio di parole, non sembra propenso al dialogo. Lunghi silenzi,
interrotti da brevi domande sullo stato di salute del recluso, restano senza
risposta, con evidente imbarazzo di Mullins, che più volte rivolge lo sguardo a
Mrs. Dorothy, mentre gli occhi di Pound, seminascosti da cispose sopracciglia,
lo fissano con insistenza.
«Lei ha fatto la guerra?» Chiede il Poeta. E la domanda riduce l'impaccio del
bibliotecario, ma ne aumenta comunque la sudorazione corporea.
«Sì. Ho prestato servizio nell'US Army, e nel 1945 facevo parte delle Forze di
occupazione in Baviera».
«Si è mai chiesto perché?»
«Come?»
«Perché?»
«Perché ho servito la mia Patria»
«No. No. Si è mai chiesto perché è scoppiata la guerra?»
Mullins impallidisce.
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Hiroshima |
«Si è mai chiesto che cosa rappresentano gli enormi e profondi crateri di
Hiroshima, scavati e modellati nella calda estate del 1945?»
«Lei sa che cos'è la Federal Reserve Bank?»
«La Banca Centrale degli Stati Uniti»
«Non esattamente. È la responsabile della Prima e della Seconda Guerra
Mondiale!»
Mullins ascolta attonito.
Nel linguaggio di Pound ricorre la parola Usura, che vuol dire International
Loan System, rete dei prestiti pubblici organizzata dall'Investment Banking, cui
spetta il diritto di intermediazione su ogni scambio internazionale. La memoria
di un passato non più recente, ma incancellabile, emerge, imperiosa e sgradita,
componendo immagini che velocemente si sovrappongono per ricordare ferite
inguaribili, inflitte nel profondo dell'animo. Tempi e luoghi diversi evocano il
lungo soggiorno europeo e il passo dell'esule, cadenzato sui ritmi poetici del
Cavalcanti e l'Alighieri, per tradurlo nel linguaggio, illuminante e faticoso
dei Cantos. Parigi e la Bella Signora Italia, più volte violentata e offesa.
Venezia, la Riviera. Il 1945 è anno cruciale. Oltre all'arresto del cittadino
americano "traditore" che osò denunciare i responsabili di due guerre mondiali,
si segnalava nei pressi del lago di Como, la presenza di un britannico obeso,
con l'orecchio all'ascolto di sempre più fievoli eco, disperse nel vuoto, fino
alla decisa pressione d'uno scarpone militare straniero; un brindisi di
compiacimento per festeggiare la morte di Radio Roma e i trionfi del Dio della
Guerra. Un'analisi retrospettiva è essenziale, dice il Poeta, non certo per
convincere chi baratta la libertà con la miopia, ma per… vederci chiaro. La
sorpresa non manca, quando Pound afferma che in quella occasione l'agenda di
Winston Churchill non valeva meno dei diari di Mussolini e di una cartella
marrone, contenente carte compromettenti.
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Winston Churchill |
Il Premier inglese era solito annotarvi date importanti, usando la matita rossa,
come per esempio "Yalta - 4 febbraio 1945".
Per Dresda preferiva il colore blu, che ricorda le bombe al fosforo, stilando di
suo pugno le note su quanto sarebbe avvenuto nella città tedesca undici giorni
dopo.
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Dresda |
Perché mai la Conferenza economica di Bretton Woods ebbe luogo un mese dopo lo
sbarco in Normandia? Una direttiva del "War Production Board", o un ordine
preciso del "Pool" di Banche Internazionali che finanziavano le industrie di
armamenti? Chi aveva voluto la guerra, manovrando astutamente "dietro le
quinte"? Chi pretendeva il controllo della finanza mondiale?
Mullins è impressionato.
Pound continua…
Provincia di Como, Giulino di Mezzegra e dintorni - 28 aprile 1945
Lo stesso signore sovrappeso, calvo e vestito di scuro, la matita rossa e blu
nel taschino, pronta a scrivere luoghi e date, e a tracciare una bella "X"
trasversale sopra un nome importante e troppo scomodo. Che cosa fa costui,
quando gli Alleati sono alle porte e il Cielleenne combatte la "sua" guerra di
ritorsione? Dipinge mediocri acquarelli sulle rive del lago.
Alle creazioni artistiche assistono a breve distanza i suoi attenti custodi,
agenti del Secret Operations Executive (SOE).
Fra i cadaveri, che entro poche ore penderanno a testa in giù in Piazzale
Loreto, ci sarà anche quello dell'uomo che voleva difendersi e sapeva troppe
cose.
Il signore obeso, vestito di scuro, che non conosce le sventure di Mani,
l'eretico, né l'orrenda fine di Dioniso, o del Paracleto consolatore, due volte
crocifisso, traccia due "X" in rosso su quel nome e riprende a pasticciare
acquarelli.
Nelle orecchie risuonano i primi sette versi del Canto Pisano 74, (scritti su
carta igienica, all'interno di una gabbia per animali, esposta alle intemperie
in aperta campagna).
Lì si apprende che rischia la condanna a morte chiunque raccomandi la "moneta a
scadenza" di Silvio Gesell, le teorie monetarie del Maggiore Douglas e osi
maledire il "putrido" gold standard e i Banchieri usurai. Ma dal ventoso viale
di Washington, dove si aprono i portali della Suprema Corte giunge l'eco della
sentenza, nella severa voce di un giudice che si appresta a decretare insanità
mentali.
Il "folle" avrebbe fatto anche l'uomo in gabbia per manifestare i tormenti del
secolo breve e il grande inganno, di cui il mondo sarebbe stato vittima, senza
il bisogno di cercare conferme fra gli appunti di Winston Churchill.
In America intanto i sondaggi già tendono a far crescere l'ottimismo, mentre di
fatto la vita continua fra incertezze e paure.
Per altro, nessuno crede più alla casualità di quel che accade in politica. Né
alle stime che confermano il prevalere degli "accidentalisti" sui "cospirazionisti".
Ma chi se la sentiva allora di smentire il compianto Presidente, Franklin Delano
Roosevelt, autorevole pedina di Wall Street, e quanto egli avrebbe confidato al
proprio ambasciatore a Londra, Joseph (Joe) Kennedy: «In politics nothing
happens by chance, if it happens you may bet it was planned that way»?
Nel grande Pease della Libertà si vive intanto l'età dell'ansia, da secoli
sofferta e pianificata per i decenni a venire.
"The Age of Anxiety" è, fra l'altro, poema fresco di stampa, che guadagna il
Pulitzer, la buona fama di W. H. Auden e crea non pochi equivoci nella società
americana del dopoguerra, più incline a ingoiare ansiolitici che a leggere versi
(ignorando che le strade della follia spesso non portano al manicomio).
Pound si congeda, pregando Mrs. Dorothy di accompagnare il visitatore
all'uscita.
Al commiato, un biglietto di 10 dollari si protende verso Mullins ed è accettato
volentieri. Rimborso spese settimanali per svolgere una piccola inchiesta.
Dove? Alla Library of Congress, naturalmente. Lì c'è tutto quello che occorre
sapere sul Vreeland-Aldrich Act, e molto altro ancora. Per esempio quanto
accadde in una stazione ferroviaria del New Jersey durante una sera d'autunno
del 1910.
Il bibliotecario intanto accetta l'incarico che gli costerà, subito dopo, il
posto di lavoro.
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Prassard
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