da Arianna Editrice
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Il marciume dilaga
esponenzialmente
Gianfranco La Grassa
(5/8/2010 - Fonte:
Conflitti e strategie)
Probabilmente, la situazione italiana è marcia
in modo non più reversibile. A me pare che Berlusconi abbia ormai annacquato a
sufficienza la sua politica estera, l'unica in cui vi erano barlumi di
autonomia; soprattutto se confrontati con il laido servilismo della "sinistra"
seguita da ampi e maggioritari settori di sedicente destra, sia politici che
mediatici. Gli USA avrebbero dovuto accontentarsi; può anche darsi che alcuni
ambienti d'oltreoceano non siano ancora soddisfatti. Tuttavia, il mio sospetto è
che soprattutto non si vogliano abbandonare i «servi che più servi non si può»:
i finanzieri e gli industriali "decotti" e parassiti (nel senso chiarito nel mio
precedente intervento) con tutta la genia della "sinistra" (senza distinzioni)
cui si sono uniti "centro" e "destra finiana". Una raccolta di lestofanti che
ormai intendono devastare il paese prima di ogni eventuale resa dei conti.
Non è escluso che simile accozzaglia nutra qualche timore su settori del
management "pubblico" e scampoli del "privato" (molto sotterraneo in verità);
pur sembrando in ritirata nell'attuale congiuntura politica, forse non danno
garanzie di non più disturbare l'azione della GFeID e della "sua" marmaglia
(detta politica) una volta che, magari, «sia passata 'a nuttata». Questi settori
hanno dovuto dare la loro rappresentanza a Berlusconi che, nemmeno lui, si è
dimostrato "un mago". Non è riuscito, in quasi vent'anni, a creare un gruppo
omogeneo, minimamente compatto, non composto di emeriti opportunisti
voltagabbana, inetti, profittatori. Ci siamo così trovati sempre tra l'incudine
e il martello, con una degenerazione e putrefazione in crescita esponenziale.
Abbiamo assistito ad un numero di "salti della quaglia" di impossibile
precisazione tanto è alto. Malgrado sia contro le elezioni sedicenti
democratiche -e difficilmente gli avvenimenti mi smuoveranno dal mio "atavico"
astensionismo- credo proprio che sarebbe meglio arrivarvi al più presto. Fra gli
altri effetti positivi, una proposta simile scoprirebbe la reale o finta
neutralità del Presidente della Repubblica; secondo me farà il possibile per non
darle e presterà il suo aiuto al tentativo di un altro "Governo Dini" (un
Governo, cioè, con lo stesso significato e scopi di quello del 1995 garantito da
Scalfaro).
D'altra parte, anche la putrida accolita che dovrebbe formare un simile Governo
non troverà davanti a sé la via spianata. Basti vedere quali sono le peregrine
idee che stanno circolando: un Governo del fu vicepresidente (per la sezione
europea) della Goldman Sachs -io lo vedo in questo ruolo e non in quello
"ufficiale", a mio avviso di semplice copertura- che dovrebbe però coinvolgere
Tremonti (alcuni anzi lo vorrebbero premier di transizione) e la Lega
(concedendo il federalismo almeno in parte e con qualche inghippo che renda poi
possibile la ritirata fra pochi anni). Siamo veramente "alla frutta". Il fatto
che si venga anche soltanto sfiorati da simili progetti dimostra che le gang,
con cui abbiamo a che fare, non sono del tipo "Al Capone", ma invece simili alla
"banda dell'Ortica", di cui non mi sembra ancora deciso chi avrà il ruolo di
"palo", quello "sberluso" (orbo) della canzone di Jannacci.
Sempre più viene in evidenza la funzione negativa dei sessant'anni di
appartenenza "atlantica", per cui non siamo dotati di corpi militari con un
briciolo di senso del paese e delle sue sorti. Questa sarebbe l'occasione per
schiacciare tutti gli scarafaggi, e dare loro una durissima e soprattutto
definitiva lezione, dato che le fantasiose versioni di "destra" e di "sinistra"
sono andate molto al di là di quanto già intravedeva Gaber. Per il momento siamo
obbligati alla sola denuncia. Comunque, scusate il mio "pallino", ma ritengo
giusto indicare la causa e l'effetto, anche se poi, una volta instauratosi il
circolo vizioso, è difficile fare distinzioni. GFeID (su impulso d'oltreoceano)
e gli infami rinnegati della "sinistra" (anzi del "comunismo") sono la causa; la
reazione dei settori affidatisi infine a Berlusconi (reazione certo non adeguata
ed efficace) è l'effetto. Teniamolo presente; e -dato il marciume che ormai le
bande hanno creato nonché l'incapacità di certi "corpi speciali" di asportarlo
senza la minima esitazione e con metodi definitivi- le elezioni sarebbero per il
momento la soluzione meno peggiore: non risanerebbero l'ambiente ormai
irrimediabilmente infetto, concederebbero però ancora un po' di tempo per la
possibile "disinfestazione".
L'importante è intanto rendersi conto che non esiste più la politica, ma solo
una grande fossa fognaria da svuotare, se si vuol evitare la sempre più
probabile epidemia.
Gianfranco La Grassa (5/8/2010)
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