"Italia Tricolore"
intervista Giorgio Vitali
Nel numero di Aprile 2006 della rivista "Italia Tricolore per la terza
Repubblica" è stata pubblicata l'intervista a Giorgio Vitali che riproduciamo
integralmente.
Italia Tricolore per la Terza
Repubblica - n. 4 - Aprile 2006
Storia delle Associazioni Combattenti della RSI (2/b)
di Augusto Fontana - seconda parte del secondo episodio
A seguito della pubblicazione, nel numero scorso, del secondo episodio col quale
abbiamo ricostruito succintamente la storia della Federazione Nazionale
Combattenti della Repubblica Sociale Italiana, (FNCRSI) ci è stato comunicato
che tale associazione dopo la morte del suo ultimo presidente, Ferretti Gaspare
Fantauzzi avvenuta nel giugno 2002, ha continuato ad essere presente nel
panorama politico grazie agli articoli del portavoce, dott. Giorgio Vitali. Al
medesimo abbiamo pertanto rivolto alcune domande. Giorgio Vitali è nato nel 1936
a Ravenna e da anni risiede a Roma ove svolge la sua professione di dottore in
chimica.
* * *
* Dott. Vitali, quanti iscritti o seguaci ha oggi la FNCRSI?
Noi non abbiamo iscritti. È da molto tempo che noi non abbiamo iscritti e
rifiutiamo di averne. Abbiamo invece molti seguaci, come è successo fino ad oggi
perchè si tratta di persone che concordano con la nostra linea politica,
coerentemente lineare fin dalla fondazione. Tale linea è stata sostenuta anche e
soprattutto dopo la scissione che ha dato vita alla UNCRSI. Noi siamo stati
sempre anti atlantisti e nemici della partitocrazia. Questa è la ragione della
nostra costante avversione per le consultazioni elettorali. Non abbiamo pretese
elettoralistiche.
* Ma questi vostri seguaci come vengono contabilizzati?
Sono decenni che abbiamo rinunciato, con realismo e senso delle proporzioni, ad
istituzionalizzare adesioni che dal punto di vista numerico non hanno
significato. Quello che ci interessa è la diffusione di un pensiero politico
direttamente e coerentemente legato al nostro autentico passato.
* Come vi ritrovate? Fate convegni?
Siamo troppo pochi, e se si escludono i nostri giovani, che non sono pochi,
anche significativamente vecchi per organizzare convegni. Però ci ritroviamo
spesso per discutere di politica; prevalentemente a Roma. Siamo tutti amici di
vecchia data.
* Fate reclutamento?
No di certo! Recentemente abbiamo ricevuto parecchie richieste di adesione da
parte di persone stanche delle ambiguità di altre associazioni, ma noi abbiamo
sempre rifiutato perchè non rilasciamo certificati d'iscrizione e tantomeno di
identità ideologica.
* Tu sei nato nel 1936 e quando è morto Mussolini avevi 9 anni; non hai
potuto combattere, quindi sei un Reduce della RSI?
Ho vissuto una serie di situazioni durante la Guerra civile in Romagna, e mi
reputo una persona che si è trovata nella condizione del Combattente anche se,
per ovvie ragioni, non ho imbracciato armi. Nel dopoguerra per ragioni politiche
abbiamo dovuto emigrare, ma anch'io sono andato molto vicino alla tomba.
* Pertanto, per riprendere il discorso sulla FNCRSI, morto Fantauzzi nel
2002, tu come e da chi sei stato nominato portavoce?
Si tratta di una mia costante attività di collaborazione che risale a molto
tempo fa. Come ho detto prima, la nostra è una struttura informale. Da molto
tempo abbiamo rinunciato a formalizzare gli incarichi, cosa che invece continua
a verificarsi in associazioni che evidentemente devono documentare qualcosa a
qualcuno. È con molta lucidità (e se mi concedi, serietà) che abbiamo capito che
i formalismi, doverosi ma poco praticati nelle grosse organizzazioni, in casi
come il nostro sono assolutamente inutili. Questi servono solo come posizioni di
rendita per certe persone che si presentano con un titolo. Siccome noi non
dovevamo ieri e non dobbiamo oggi garantire niente a nessuno ed ugualmente non
dovevamo né dobbiamo chiedere niente a nessuno, giustamente non abbiamo ritenuto
di dover esibire la solita manfrina come si è verificato e continua a
verificarsi nel teatrino italiano, per cui, di quattro persone uno è presidente,
un secondo è vicepresidente, il terzo segretario e il quarto tesoriere.
* Come siete arrivati alla situazione attuale?
Per noi si è trattato di una situazione molto semplice: morti gli ultimi capi,
il presidente Giorgio Pini, poi il vice presidente comandante Rinaldo Barbesino,
poi il segretario Bruno Casalboni ed infine il vice presidente Bruno Ripanti, ad
un certo punto Gaspare Fantauzzi era rimasto il nostro leader ed io il
portavoce.
* Come intendete rilanciare questa vostra associazione e come intendete
operare per il futuro?
Francamente, e con molto realismo, non vedo un gran futuro per Associazioni come
la nostra. Tuttavia, sono molto fiducioso su una graduale presa di coscienza del
popolo italiano e sull'affermazione di indipendenza del nostro paese all'interno
di una grande Eurasia. Pertanto, non si tratta di rilanciare un associazionismo
per forza di cose reducista, ma di propagandare un nuovo movimento politico per
un nuovo Risorgimento nazionalpopolare. Lo spazio c'è. Pertanto, noi
continueremo ad operare come abbiamo fatto fino ad oggi. Noi esprimiamo una
linea politica anche per testimoniare una continuità ed una presenza necessarie
in questo vuoto pneumatico della società italiana contemporanea, che sta
passando un momento di grande, ma salutare crisi.
* Ma scusa, la linea politica che prevede l'astensionismo, non è una linea
politica!
Salvo prova contraria, non è una linea politica nemmeno quella di invitare ad
andare a votare per scegliere fra due ipotesi politiche sostanzialmente
identiche ed identicamente false come quelle che sono state propagandate con
dovizia di mezzi al popolo italiano in questa squallida campagna elettorale. Noi
siamo contro questo Sistema, impostoci con la conquista degli alleati oltre
sessanta anni fa; si tratta di un sistema falso fin dalle origini. Se non lo si
capisce è veramente una tragedia per tutti. Un conto è subire con rassegnazione,
un conto è applaudire il persecutore.
* Ritenete possibile un ricongiungimento con le altre due principali
associazioni dei Combattenti RSI?
Non credo che si tratti di un percorso praticabile. Con tutto il rispetto per le
scelte di altri, dobbiamo confermare che Noi non siamo un gruppo di bocciofili
che se litigano lo fanno per questioni personalistiche. Nel nostro caso si
tratta di linee politiche anzi, geopolitiche sostanziali. Noi siamo sempre stati
coerenti con il nostro passato. Noi siamo anti-atlantisti. Se qualcuno la pensa
come noi, cioè si trova sulla nostra stessa lunghezza d'onda noi lo consideriamo
dei nostri. Ci mancherebbe altro! Ma se milita nel campo avverso, cioè nel campo
degli atlantici per forza di cose è un nostro avversario politico.
Giorgio Vitali |