da Arianna Editrice
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L'esperto di demolizioni:
ecco come crollarono
davvero le torri dell'11/9.
Tom Sullivan
(07/07/2010 - Fonte: megachip)
.
L'associazione «Architects & Engineers for 9/11 Truth» ("Architetti e Ingegneri
per la Verità sull’11/9", ndt) presieduta dall'architetto americano Richard Gage
ha incontrato Tom Sullivan, un tecnico esperto di demolizioni controllate nonché
ex dipendente della Controlled Demolition Inc.
Secondo questo esperto, non c'è alcun dubbio: sono stati degli esplosivi la
causa del crollo delle torri del World Trade Center.
Questa testimonianza avvalora e corrobora lo studio scientifico pubblicato nel
marzo 2009 su «Bentham Open», sotto la direzione del professore di chimica
dell’Università di Copenaghen Niels Harrit che aveva tratto la conclusione della
presenza di esplosivi del tipo nano-termite nelle macerie del WTC, un materiale
ultra sofisticato di origine militare.
Tom Sullivan è vicino al caso delle torri del WTC. Infatti, la società
Controlled Demolition Inc. diretta da Mark Loiseaux (*) per la quale lavorava è
stata una delle principali aziende incaricate dalla Autorità portuale e dalle
Silverstein properties per sgomberare il sito di Ground Zero.
Ricordiamo che il sito fu liberato dalle macerie sotto l’alta supervisione della
FBI, che vietò l’accesso al pubblico e ai giornalisti, così come alla
Commissione d'inchiesta e agli ispettori FEMA, per i cui accessi furono poste
restrizioni.
Il NIST non ha avuto accesso che ai depositi di Fresh Kills e al'aeroporto JFK.
La rimozione fu monitorata anche dal Comune, che chiese al NYPD di vietare le
foto per rispetto delle vittime, oltre che dall'esercito, che utilizzava dei GPS
speciali per seguire i movimenti dei camion carichi di macerie.
Nel momento in cui gli ultimi resti delle travi del WTC, essendo state
utilizzate per la fabbricazione dello scafo della USS New-York, si apprestano a
lasciare il loro hangar dell’aeroporto JFK per vari progetti di monumenti intesi
a commemorare i 10 anni dagli attentati, coloro che si schierano per
l’aggiornamento e l'esame degli indizi reali delle cause autentiche del crollo
delle tre torri richiedono più che mai ai media di confrontarsi con questa nuova
testimonianza di gran peso, e di sostenere la richiesta civica mondiale in
favore di una nuova inchiesta.
Prove dell'uso di esplosivi sul sito del WTC, secondo un ex tecnico della
Controlled Demolitions Inc.
Collegamenti aggiunti da reopen911.info e Megachip.
Redazione di ae911truth.org, 24 giugno 2010.
Avendo avuto il privilegio di parlare con Tom Sullivan, un tecnico esperto nella
collocazione di cariche esplosive per le demolizioni controllate, abbiamo alcune
nuove chiavi che ci permettono di capire meglio il modo in cui la demolizione
controllata funziona, laddove inizi, e quali sono state le ripercussioni dell’11
settembre nel settore delle demolizioni. Sullivan ha acquisito la sua esperienza
in qualità di dipendente dell’azienda capofila in questo campo: la Controlled
Demolition, Inc. (CDI). Tuttavia, Sullivan ha tenuto a sottolineare: «In nessun
caso mi presento come portavoce per il CDI, e quello che ho da dire lo dico per
esperienza e formazione personale.»
Sullivan è andato alle scuole superiori con Doug Loizeaux, della famiglia
Loizeaux. Questa famiglia, in primo luogo il padre Jack, in modo autonomo ha
lanciato l'intero settore delle demolizioni controllate, un’industria che alla
fine è diventata un affare assai profittevole. Prima di avere a che fare con la
CDI, Sullivan era un fotografo indipendente, durante i suoi primi anni nel
Maryland. Sarebbe poi stato inviato nei siti delle demolizioni controllate per
scattare fotografie dei lavori. Diventò perciò un appassionato ed entusiasta del
settore delle demolizioni controllate.
Arrivò il momento in cui volle fare entrambe le cose: essere l’uomo che
collocava le "cariche di taglio" sui punti di rottura, e quello che scattava le
foto alla messa in opera per promuovere il proprio business. Presto sarebbe
diventato un dipendente a tempo pieno della CDI, come AE911Truth ha avuto modo
di verificare.
«È stato un lavoro molto interessante, ma anche duro, per lunghe ore,
soprattutto quando faceva freddo», osserva Sullivan. Il quale aggiunge che la
giornata di lavoro iniziava presto, intorno alle 6 del mattino, e si lavorava
fino al tramonto. Sullivan ha lavorato all’allestimento degli edifici con la
collocazione delle cariche di taglio in corrispondenza dei punti di rottura e
poi, naturalmente, se ne stava a contemplare il tutto mentre crollava.
Sullivan sottolinea che la preparazione richiede diverse settimane per
"indebolire" gli edifici prima delle demolizioni. Gli edifici con struttura in
acciaio semplicemente non cadono entro il perimetro della loro base in caduta
libera senza un grosso lavoro lungo tutto l’edificio, a volte anche prima di
piazzare le cariche esplosive. Sullivan sottolinea questo punto: «Gli incendi
non possono radere al suolo edifici di grande altezza con struttura in acciaio.
Punto»
Uno dei più interessanti lavori di Sullivan è stata la
demolizione del colossale Kingdome, nella cui struttura in cemento armato lui
stesso ha collocato di persona centinaia di micidiali cariche esplosive.
Sullivan spiega che lavorare per CDI è stata «un'esperienza davvero unica». E
aggiunge: «erano una famiglia molto unita», con riferimento ai valori familiari
dei Loizeaux. «Ho imparato tramite l’osservazione», dice Sullivan, «non lo
impari a scuola, ma sporcandoti le mani con il duro lavoro.» Sullivan ha
scattato centinaia di foto dei progetti, attraverso cui ha sviluppato una
profonda passione per questo lavoro.
Quando gli abbiamo chiesto cosa avesse reso la CDI il leader di mercato, ha
risposto che «la loro famiglia aveva tutta l’esperienza perché aveva “inventato”
l'arte della demolizione controllata. Per anni e anni hanno viaggiato per il
mondo, facendo dimostrazioni e attività di formazione su come funziona questa
particolare arte.»
Purtroppo, l'attività ha meno mercato dopo l’11 settembre. «La gente era
spaventata, e se per caso si udiva una forte esplosione si pensava che fosse un
qualche attentato terroristico», ha detto Sullivan, con una nota di
frustrazione. «La paura ha preso il sopravvento e così non c’era più spazio per
il business»., Anche Mark Loizeaux (il presidente del CDI) ha detto che l’11/9
lo aveva rovinato. Sullivan non ebbe altra scelta che lasciare la CDI.
Curiosamente, la CDI ha avuto un ruolo nel ripulire il WTC nell'ambito di un
subcontratto con Tully Construction. Il 22 settembre 2001, CDI sottopose un
"preliminare" di 25 pagine al Dipartimento di progettazione e costruzione della
città di New York, un piano connesso a rimozione e riciclaggio dell'acciaio. [¹]
Sullivan sostiene che sin dal primo giorno sapeva che la distruzione del World
Trade Center 7 durante l’11 settembre era una classica implosione controllata.
Quando gli abbiamo chiesto di darci la sua opinione su come l'edificio possa
essere stato distrutto, ha spiegato che «osservando l'edificio non sarebbe stato
un problema: una volta ottenuto l’accesso alle condutture degli ascensori ...
allora un team di esperti di esplosivi avrebbe potuto accedere di soppiatto alle
colonne e travi all’interno. Il resto verrebbe compiuto semplicemente con il
giusto tipo di esplosivi per l’opera. Si può anche usare bene la termite.»
Brent Blanchard, fotografo della società di demolizioni controllate Protec, ha
detto -a critica dell'ipotesi di una demolizione controllata - che si sarebbero
dovuti trovare dappertutto i cavi per le detonazioni nonché gli involucri
lasciati fra i mucchi di detriti dalle cariche di taglio . Così abbiamo chiesto
una risposta a Sullivan, il quale nota che:
«I detonatori telecomandati senza fili esistono da anni. Guardate in qualsiasi
film d'azione. E, naturalmente, i militari li hanno. Il motivo per cui la
maggior parte dei fornitori del servizio non li adopera è perché sono molto
costosi, ma in un progetto con un grandissimo budget non ci sarebbe alcun
problema. Stesso discorso per gli involucri: tutti, in questo settore, compreso
Blanchard, dovrebbero ben sapere che le cariche da taglio esplosive RDX, una
volta esplose, vanno completamente distrutte, non rimane nulla. E nel caso delle
cariche da taglio con la termite, è la stessa cosa. Gli involucri per cariche da
taglio alla termite che si auto-consumano sono sulla piazza sin dal loro primo
brevetto nel 1984»
"Sullivan rileva che non sono necessari chilometri di cavi per detonatori grazie
ai sistemi di detonazione moderni senza fili come quello prodotto da HiEX, e che
sono accesi da computer remoti."
Questa particolare carica da taglio è concepita per essere utilizzata con la
termite. Sullivan osserva che il suo involucro si auto-consuma lasciando dietro
di sé solo il ferro fuso sotto le macerie.
Abbiamo chiesto a Sullivan se tutti i piani del WTC 7 dovevano essere riempiti
di esplosivi per avere successo nella demolizione controllata.
La sua risposta è
«No, perché nel caso di edifici con struttura d'acciaio, ciò di cui si ha
bisogno è solo di caricare il primo terzo in basso del fabbricato per demolirlo:
quando alla CDI fu dato un lavoro ad Hartford Conn, l’edificio CNG, è quanto
abbiamo fatto e ha funzionato perfettamente».
Gli riferiamo che Ron Craig, un esperto di esplosioni per i film di Hollywood,
ha obiettato - durante un dibattito che abbiamo avuto con lui - che ci sarebbero
stati molti isolati con le finestre rotte, se avessimo avuto a che fare con una
demolizione controllata .
Sullivan replica:
«la parola chiave qui è demolizione controllata – in altre parole un’attenta
collocazione delle cariche - sempre focalizzata e precisa. Non stiamo parlando
di innescare una bomba, in questo caso. La quantità e il tipo di esplosivo è
un’arte, e i danni collaterali possono essere spesso completamente evitati».
Gli abbiamo poi chiesto conto della spiegazione di Shyam Sunder, che ha diretto
l'inchiesta del NIST (National Institute of Standards and Technology), il quale
ha dichiarato durante la famigerata conferenza stampa che "rivelava" la
Relazione finale sul crollo dell’Edificio 7 del World Trade Center, che ci
sarebbe dovuto essere un grande "botto" derivante da una potente esplosione se
l'edificio fosse stato distrutto da una demolizione controllata.
Secondo Sullivan,
«In ogni implosione non vi è mai solo una grande esplosione, quanto semmai delle
ondate di esplosioni più piccole – non diversamente dalla sezione delle
percussioni in un'orchestra - quando ogni piano minato viene progressivamente
coinvolto.»
E quando quel giorno Sullivan osservò i crolli delle torri, così come fecero
molte persone, fu sorpreso non solo dalla velocità con cui avvennero, ma anche
dalla loro simmetria e dal fatto che si verificarono all'improvviso.
«Sapevo che era un evento legato all’uso di esplosivi non appena l'ho visto, non
avevo il minimo dubbio», sostiene Sullivan.
La maggior parte di noi è d'accordo su questo: non è un caso che la prima torre
sia improvvisamente crollata, e poi la seconda nello stesso modo. Quel che lo
convinse del tutto fu quando osservò il crollo della Torre numero 7 nello stesso
giorno:
«Voglio dire, suvvia, era una distruzione completa. Ho visto edifici cadere
nello stesso modo per anni. Questo chiudeva il discorso lì, per me».
Si tenga a mente che Sullivan ha lavorato in questo settore per molti anni: è
una seconda natura per lui, il riconoscere questo tipo di demolizioni. Se c'è
qualcuno che può esprimere la sua opinione, questo è sicuramente lui. Tuttavia,
abbiamo ancora da chiedergli: Potrebbe esserci qualche possibilità che dei
normali incendi d'ufficio (la causa ufficiale del "collasso") possano essere
stati responsabili del crollo perfettamente simmetrico, regolare, a velocità di
caduta libera dell’Edificio 7? «Nessuna possibilità», ribadisce. Volevamo solo
essere sicuri.
Quando gli chiediamo se ha seguito alcuna delle audizioni della Commissione di
inchiesta sull’11/9 o di quelle legate alla relazione del NIST, ci dà la stessa
a stessa risposta per entrambe:
«Io non ho alcuna tolleranza per la gente che mi mente su quel che so essere
vero. Ho abbandonato il campo disgustato e non ho mai assistito ad alcuna
audizione dopo la prima. Stesso discorso per il NIST, non ho guardato la
presentazione NIST, perché sapevo che cosa dovevo aspettarmi.» Tuttavia, ha
letto la relazione finale sul crollo dell’Edificio 7 e racconta di essersi
infuriato al pensiero che potessero davvero convincere così tanta gente con le
loro spiegazioni fraudolente.
Sullivan venne in contatto per la prima volta con AE911Truth tramite un amico
che gli aveva inviato il DVD 9/11: Blueprint for Truth. Lo guardò e si sentì
felicissimo di scoprire che c’era un’associazione che cercava di informare il
pubblico su quel che lui cercava di spiegare sin da quel tragico giorno.
«AE911Truth è il gruppo più attento e organizzato del movimento per la verità
sul 11 Settembre. Non c'è speculazione», afferma. «“Blueprint for Truth” è fatto
di informazioni fattuali e importanti basate solo sulla scienza e la fisica, ed
è chiaro e preciso.» Quando gli chiediamo se è d'accordo con le prove avanzate
dal DVD, Sullivan annuisce: «Contiene prove estremamente convincenti.»
Infine, gli chiediamo: «Quanti architetti e ingegneri occorrerà che parlino
all’unisono, per poter far finalmente sentire alla gente che abbiamo un
problema?». E lui:«Quanto l'elenco si allunga, diventerà sempre più difficile
negare il problema, ma continueranno a negare lo stesso.»
Note:
1) Sullivan è venuto dalla costa orientale USA per una presentazione breve ma
importante (QUI) nei giorni 7 e 8 maggio, in occasione della presentazione
congiunta di Architects & Engineers for 9/11 Truth e di Firefighters for 9/11
Truth. Ha raggiunto Richard Gage, dell’AIA e Erik Lawyer per una presentazione
di 10 minuti e ha risposto a qualche domanda sul settore delle demolizioni,
sulla famiglia Loizeaux della CDI, e sul modo in cui i tre grattacieli del WTC
furono demoliti. Prima di questa presentazione era già comparso con Gage e
Lawyer alla KFPA Radio Berkeley nella trasmissione "Guns & Butter" in compagnia
di Bonnie Faulkner, che aveva grandi domande da porre.
2) La dicitura "DO NOT COPY" (“non copiare”, ndt) sovrimpressa sulle immagini è
stata aggiunta da Tom Sullivan. Queste immagini non possono essere copiate in
contesti diversi dal presente articolo, o dopo sua specifica approvazione.
Traduzione per Megachip a cura di Matzu Yagi e Tziu Treccole.
Introduzione a cura di ReOpen911.info.
Fonte: ae911truth.org.
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