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Ma quale Destra "invisibile"

 

Maurizio Barozzi     

Abbiamo letto il recente libro di Loris Facchinetti "Il manifesto umano - La destra invisibile", edizione "I libri del Borghese", 2011.
Il primo impulso, sollecitatoci da quella parola "destra" a cui si riferiva il titolo e che per esperienza ci fa spesso sorgere il sospetto di dove si voglia andare a parare, era quello di lasciarlo stare, come spesso merita ogni riferimento a questo schieramento politico e sociale (tutt'altro che invisibile) che dal dopoguerra ad oggi, sottomettendosi al colonialismo americano e all'atlantismo, o comunque all'Occidente, ha di fatto tradito gli interessi nazionali perdendo ogni dignità e considerazione politica.
Finitolo di leggere, la nostra reazione emotiva non è cambiata, ma tutto sommato, ci siamo consolati con il fatto che un altro spicchio di "verità", riguardante un certo "ambiente", è stata messa nero su bianco. Oggi certi fatti e circostanze del recente passato sono oramai chiari a tutti.
Non a caso il sindaco Alemanno, intervenuto alla presentazione del libro, ha parlato di un testo «prezioso e importante» perchè aiuta a comprendere «la destra italiana della quale non si conosce forse il cuore autentico». Per Alemanno «troppo spesso la si guarda solo attraverso i preconcetti».
Per carità, Alemanno si sbaglia: per noi è sempre stato tutto chiaro, sapevamo bene da quale parte stava la Destra, soprattutto la destra cosiddetta "neofascista", fin dai tempi in cui i suoi esponenti ingannavano gli sprovveduti con i saluti romani e gli "alalà", tanto che dopo gli anni di piombo, le tante inchieste giudiziarie, processi, confessioni di pentiti, informatori e dissociati, non ci sorpresero affatto quando fecero emergere un panorama umano composto di collusioni con i Servizi e con le Logge massoniche, informatori degli organi di polizia, subordinazioni allo Stato Maggiore e quant'altro, ed ovviamente provocatori di ogni risma.
Per tornare al libro, scritto con forte senso di idealismo che forse siamo troppo materiali o conosciamo troppo bene la natura umana per poterlo apprezzare (ma questa è una nostra carenza) possiamo dire di aver avuto la conferma di come certi personaggi e certi gruppi politici degli anni '60 e '70, volenti o nolenti, siano stati funzionali alle strategie di Intelligence dell'Occidente.
Era il periodo in cui, mentre una certa destra operava coscientemente e criminalmente, in funzione di una determinata strategia della tensione, contribuendo a mettere in atto quella "guerra non ortodossa" di Westmorelandiana memoria, un'altra destra o comunque un area idealmente e genericamente a questo ambito riferibile operava, ci auguriamo in buona fede, in un altro campo, ma in definitiva, come per esempio con le sue iniziative politiche e "umanitarie" verso il dissidentismo sovietico, sempre funzionale all'Occidente.
Ed è bene chiarire subito un concetto: per Occidente si intende non solo quell'area geopolitica Euro-Atlantica collegata al bastione statunitense, ma tutto un sistema di vita, di valori, di consuetudini, incarnati in quella way of life americana, diametralmente opposti alla nostra visione della vita e del mondo. E per Occidente si individua anche quell'atavico tentativo di costituire un Nuovo Ordine Mondiale finalizzato ad una Repubblica Universale desiderio e obiettivo di tre forze tra loro cointeressate: le sette massoniche come realizzazione dei loro antichi ideali, l'Alta Finanza come globalizzazione planetaria del sistema economico da subordinare al controllo finanziario e il sionismo come miraggio di un dominio mondiale promesso da Dio alla razza "eletta". Di fatto, possiamo dire che l'Occidente incarna l'essenza stessa del vero "nemico dell'uomo", di fronte al quale tutto il resto è secondario.
Dall'autore del libro, Facchinetti, già esponente del movimento Integralista, un movimento dai molti aspetti interessanti, dissolto a seguito di manovre e provocazioni ancora oggi poche chiare, veniamo a sapere che verso la fine degli anni '60, fu tra i fondatori del movimento "Europa Civiltà", un gruppo che godeva a Roma di una bella e spaziosa sede in largo Brindisi.
Egli ci descrive l'evoluzione del pensiero e delle azioni di sé stesso e di altri come lui, racconta la ricerca di attingere ad un certo sincretismo di ideali, religioni e ideologie: San Tommaso, Guenon, Confucio, Marx, la Kabbala, le Upanishad, e così via, abbeverandosi allo saggezza del Tao, alla profondità dello Zen, al mistero della tradizione ebraica, all'islam, ecc., vi risparmiamo il lungo elenco.
A nostro avviso una ricerca intellettuale ed esistenziale del genere. sicuramente apprezzabile, avrebbe dovuto condurre ad una scelta di campo netta ed irriducibile, contro il "vero nemico dell'uomo", rappresentato dall'area geopolitica occidentale, dall'ideologia e dalla massoneria mondialista e dal sionismo. Invece, a quanto pare, così non è stato e del resto ognuno è libero di pensarla come vuole.
Detto questo, noi non vogliamo mettere in dubbio gli ideali che hanno agitato e mosso l'autore, diciamo solo che quegli ideali ci sono estranei, anzi di più, ci sono antitetici.
Egli ci informa di non essere mai stato antisemita, e in ogni caso quell'"anti", limitativo e provocatorio, non piace neppure a noi, ma ci sarebbe da fargli osservare che semmai sono gli ebrei ad essere anti "goym" e forse qualcosa di più e di peggio.
L'autore, comunque, tratteggia il suo operato pluridecennale, dietro la spinta ideale della difesa dei "diritti dell'uomo", in particolare quelli al tempo negati nell'Unione Sovietica.
Ideali, che di primo acchito parrebbero belli e rispettabili, ma a cui noi, inguaribili realisti che leggiamo la Storia a misura d'uomo e anche in base a certe esigenze geopolitiche, non abbiamo mai creduto.
A parte, infatti, la spuria natura ideologica di questi "diritti umanitari", già sbandierati all'atto della massonica costituzione dell'ONU, l'esperienza ci dice, che i "diritti dell'uomo" sono come la pelle dei coglioni, tale da poterli tirare da una parte per nasconderne un'altra.
Certo il regime sovietico, partorito dalla rivoluzione bolscevica e sfociato in una specie di dittatura gangsterica tesa al dominio del pianeta (in ogni caso, e questo non è indifferente, in condominio e tramite accordi con gli USA!), era un qualcosa di aberrante, ma non per questo gli States, avevano ed hanno una Amministrazione meno gangsterica e comunque non rappresentano certo il regno della libertà e del diritto. Ne sanno qualcosa i tanti cittadini manipolati ed eliminati dalla CIA e dal FBI, gli stessi democratici fratelli Kennedy (anzi ben 7 presidenti americani, che guarda caso avevano creato problemi al mondo dell'usura bancaria, morirono di morte violenta), Luter King, John Lennon, ecc., per arrivare ai 3000 morti dell'11 Settembre 2001, tutti vittime della democrazia yankee. E sorvoliamo sui famosi lager americani dove ancora oggigiorno si esperimentano infami torture su iracheni e afgani. Gli USA, nella loro storia, campioni di stragi sui civili con bombe atomiche, al fosforo, all'uranio impoverito, hanno da sempre rappresentato l'impero del crimine, non ci sono dubbi.
Non sentire e non individuare negli USA, un nemico da combattere in ogni campo, tanto più che il nostro paese né è dal 1945 succube, così come non avvertire nella escrescenza israeliana il centro di un tentativo di dominio mondiale, ci porrà -sempre e comunque- su posizioni diametralmente opposte.
Quindi non scherziamo: i cosiddetti movimenti libertari e per i "diritti civili", le organizzazioni "non governative" e simili, spesso anche quelle di un certo "volontariato", le grandi Organizzazioni mondialiste tese alla diffusione di una certa cultura neoradicale o addirittura alla pratica di ipocrite forme di beneficienza, come per esempio l'Unesco e l'Unicef, o quelle preposte alla difesa dei diritti umani, come ad esempio Amnesty International, hanno sempre avuto un visuale orba di un occhio, perché sono i cavalli di troia dell'Occidente e a nostro avviso, in barba a quelli in buona fede che vi hanno creduto, hanno sempre operato per spianare la strada all'invasione della ideologia, degli stili e modelli di vita occidentali, alla realizzazione di quella truffa istituzionale che sono i regimi pseudo democratici vero brodo di coltura per il Mondialismo, ripetiamo il vero nemico dell'uomo.
Ma comunque, in ogni caso, il dissidentismo "libertario" poteva avere un senso nei paesi di Oltre Cortina, non nell'Italia colonizzata dalla NATO, ed anche all'Est, in molti casi, come per esempio nella tanto sbandierata "primavera di Praga" già al tempo (1968) avvertimmo quel sottofondo di "modernismo", di emulazione dei modelli di vita occidentali, che andava ben al di là del desiderio di un popolo di scrollarsi di dosso l'oppressione sovietica. Ed oggi possiamo ben dire di non esserci sbagliati.
Qui leggiamo che l'autore è stato un esponente del famoso NTS (Narodnoy Trudoi Sojuz), organizzazione per la lotta clandestina in URSS. Da queste sue posizioni l'autore ci racconta di svariate iniziative, la più eclatante delle quali fu l'arresto nel 1970 di alcuni esponenti di Europa Civiltà in URSS e in Grecia, dove ovviamente si realizzò la prevedibile reazione poliziesca sovietica, quella che, come era facilmente prevedibile, doveva risaltare nelle pagine della stampa internazionale.
Egli ci dice anche che, in conseguenza di quelle iniziative, la Democrazia Cristiana e il MSI, gli fecero offerte, rifiutate, di entrare nelle loro fila promettendo un posto al parlamento, mentre invece politici come Moro che si sforzavano di tenere una politica internazionale del nostro paese il più possibile autonoma, pagandone un prezzo, ne venivano danneggiati. Si accenna anche al sostegno offerto verso altre iniziative "umanitarie" da parte di Mario Tedeschi e Gianna Preda de "il Borghese". Non abbiamo difficoltà a credere a tutto questo.
Leggiamo poi della simpatia e del sostegno dato successivamente dall'autore alla resistenza Afgana contro l'Armata Rossa. Ovvio e naturale, non avevamo dubbi. In un conflitto, come quello tra i sovietici e i talebani afgani, sostenuti dalla CIA, dove erano in gioco importanti giochi strategici e geopolitici, il sostegno ideale e concreto dell'autore del libro, non poteva che andare ai secondi, alla resistenza Afgana. E qui il libro ci racconta della morte, sotto i colpi dei sovietici, di civili afgani, donne e bambini, ma chissà perchè la stessa indignazione non viene espressa per i massacri perpetrati attualmente e giornalmente dagli Occidentali verso lo stesso popolo afgano, così come quelli da sempre perpetrati verso la popolazione palestinese.
L'autore cita poi svariati nominativi di quel mondo di destra, molti dei quali, per esempio i Fini, gli Alemanno, egli ci dice di aver fortemente aiutato per avvicinarli ad Israele, anzi per portare gli israeliani e gli ebrei dalla loro parte. Ci è riuscito perfettamente, anche se forse non ci voleva un grande sforzo, visto che in definitiva quel mondo di destra era da sempre allineato su la stessa barricata occidentale di Israele.
Quindi visto che questo "abbraccio" era per noi naturale e scontato e del resto lo testimoniano le equazioni valide fin dal 1945: Destra = Atlantismo, Destra = Occidente ergo Destra = filo sionismo, quello che ci colpisce particolarmente è il fatto che per una operazione di questo genere l'autore doveva vantare vecchie e consolidate amicizie ebraiche, anche di un certo livello e del resto, per tutto il libro si ostentano amicizie e "simpatie" nelle fila dell'ebraismo.
Ai tempi della nostra militanza nella Federazione Nazionale Combattenti della RSI, irriducibilmente schierati contro l'atlantismo e il missismo, impegnati nella testimonianza dei valori ideali e combattentistici del Fascismo repubblicano, solevamo dire che se per fascismo si dovesse intendere quello che esprimeva la Destra, tutta la destra, ma soprattutto quella missista in tutte le sue forme anche quelle cosiddette extraparlamentari (che non erano altro che «un MSI fuori dal MSI»), allora noi non potevamo che considerarci "antifascisti".
Altro che destra invisibile, è una destra da combattere e da considerare un nemico irriducibile.
Oggi ne siamo ancora più convinti.

Maurizio Barozzi