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Alberto Mariantoni

ci ha lasciato o, come si dice, «è andato avanti»

 

va al video della conferenza sul libro

"Le storture del male assoluto"

tenuta da Alberto Mariantoni nel giugno scorso

 

Non ho personalmente conosciuto Alberto, se non in qualche piacevole e interessante telefonata, eppure una certa emotività mi ostacola nel dedicargli due righe. Per i necrologi non sono adatto e del resto, in questi giorni, per lui ce ne sono stati tanti a dimostrazione della statura dell'uomo.

Oltre il dolore per l'uomo, infatti, forte è anche il rammarico della sua scomparsa, perchè Alberto era uno studioso e un insegnante dalla cultura non comune, ma anche un camerata vero che, tra l'altro, condivideva con noi i duri giudizi su certo presunto "neofascismo".  Una perdita veramente incolmabile.

Tanti hanno voluto scrivere qualche riga  commemorativa e noi, tra quelli che lo hanno frequentato, abbiamo particolarmente apprezzato le due righe che gli ha dedicato di Antonio Pantano che ha scritto, da camerata a camerata, che Alberto «aveva tempra non comune. Illuminata da serietà nella analisi e nella ricerca. Tutto condito da Fede, non irrazionale. A Roma lo avevamo avuto in settembre per la presentazione, "tormentata" da inutili premesse altrui, del suo libro sul "male assoluto", ma chiusa da lunga apposizione di autografi, dopo che magistralmente aveva lui, invece, esposto quanto scritto. Se n'è andato presto, malgrado si fosse avviato a due terzi del secolo. Ma lascia indelebile il ricordo di un Uomo che volle essere acuto osservatore e puntiglioso testimone di verità che, seppur tentate di negazione, mai potranno essere sepolte. Un "osso duro", Alberto Mariantoni. Un vero Fascista».

Non c'e altro da aggiungere se non il ricordare che in questi tempi tristi per la nostra Patria, colonizzata dal 1945, Alberto Mariantoni aveva voluto lanciare un "Proclama alla nazione" che ora ci rimane quasi come un testamento.

 

Ecco come lo presentò nel marzo del 2011

PROCLAMA ALLA NAZIONE

Ora o mai più!

La prova provata che l'Italia, da 66 anni, non è (né può essere, né -nelle sue attuali condizioni- potrà mai diventarlo!) uno Stato indipendente e sovrano -e che il suo Governo (di destra, sinistra, centro… sarebbe la stessa cosa!), non è (né può essere) in grado di fare liberamente e degnamente gli interessi dei suoi amministrati (in quanto, oltre ad essere chiaramente in sottordine a quello degli USA, è invariabilmente ed incessantemente sotto ricatto ed autorità di Washington che tende puntualmente, arrogantemente e sfacciatamente ad intimargli cosa si debba o non si debba fare…)- l'abbiamo definitivamente avuta in concomitanza con la Crisi libica, tuttora in corso. Questo, nonostante l'Italia avesse un preciso e vincolante trattato di non aggressione e di cooperazione con la Libia, e che i nostri interessi politici, economici ed energetici consigliassero, quanto meno, di restare neutrali.

Tenuto conto di quanto sopra, e non potendo fare altrimenti, è pertanto indispensabile che, una volta per tutte, si possa fare chiarezza. E, per poterla realmente fare, è ugualmente vitale ed urgente che si possa -al di la delle idee di ciascuno e degli schieramenti ideologici, politici e partitici in cui ognuno si riconosce- tirare una precisa, indelebile ed invalicabile linea di demarcazione, tra tutti gli Italiani. Tra coloro, cioè, a cui, per un motivo o per un altro, sta bene la suddetta situazione, e quegli Italiani, invece, che tendono fermamente a rifiutarla, e vorrebbero, in qualche modo, rimetterla in discussione.

Questa, dunque, da oggi, è la sola, possibile, linea di demarcazione:

1. chiunque, tra gli Italiani (di destra, di sinistra, di centro, di centro-destra, di centro-sinistra, di estrema destra o di estrema-sinistra), continuerà ad accettare il suddetto stato di flagrante ed umiliante sudditanza da Stati terzi (fosse pure, per banale ignoranza o noncuranza), sarà considerato un nemico (polemon/hostis) ed un traditore della nostra Patria;

2. chiunque altro (di destra, di sinistra, di centro, di centro-destra, di centro-sinistra, di estrema destra o di estrema-sinistra) tenderà, invece, a rifiutare il succitato stato di asservimento e di subordinazione, e vorrà, in qualche modo, riunirsi e lottare, per potere finalmente riuscire a liberare la nostra Patria Italia/Europa dalla colonizzazione politica, economica, culturale e militare che ci è stata subdolamente imposta negli ultimi 66 anni, sarà considerato un nostro amico (philos/amicus) ed un nostro alleato (etairos/sodalis).

Libertà, Indipendenza, Autodeterminazione e Sovranità politica, economica, culturale e militare, per l'Italia, l'Europa ed il resto dei Popoli-Nazione del mondo.

 

 

Ogni italiano, degno di questo nome, non può che accogliere il suo Proclama.

 Maurizio Barozzi 

Alberto Bernardino Mariantoni era nato a Rieti il 7 Febbraio del 1947.

Laureato in Scienze Politiche e specializzato in Economia Politica, Islamologia e Religioni del Vicino Oriente può dirsi un uomo di non comune cultura.
Politologo, scrittore e giornalista, è stato per più di vent'anni Corrispondente permanente presso le Nazioni Unite di Ginevra e per circa quindici anni sul tamburino di "Panorama". Ha collaborato con le più prestigiose testate nazionali ed internazionali, come "Le Journal de Genève", "Radio Vaticana", "Avvenire", "Le Point", "Le Figaro", "Cambio 16", "Diario de Lisboa", "Caderno do Terceiro Mundo", "Evénements", "Der Spiegel", "Stern", "Die Zeit", "Berner Zeitung", "Il Giornale del Popolo", "Gazzetta Ticinese", "24Heures", "Le Matin", "Al-Sha'ab", Al-Mukhif Al-Arabi", nonché "Antenne2", "Télévision Suisse Romande", "Televisione Svizzera Italiana", ecc.

Esperto di politica estera e di relazioni internazionali, con particolare riferimento ai paesi arabi e musulmani e dell'Africa centrale ed occidentale. Ha al suo attivo decine e decine di inchieste e di reportages in zone di guerra e di conflitti politici. E' autore di oltre trecento interviste ai protagonisti politici ed istituzionali dei paesi del Terzo Mondo e della vita politica internazionale.

Ha insegnato presso la Scuola di Formazione continua dei giornalisti di Losanna. E' stato Professore invitato presso numerose Università Europee e Vicino-Orientali.

Dal 1994 al 2004, è stato Presidente della Camera di Commercio Italo-Palestinese.

Nel 2009-2010 ha collaborato, come docente, con lo I.E.M.A.S.V.O - Istituto 'Enrico Mattei' di Alti Studi sul Vicino e Medio Oriente di Roma.

Ci ha lasciato le seguenti sue opere: "Gli occhi bendati sul Golfo" (Jaca Book, Milano 1991); "Le non-dit du conflit israélo-arabe" (Pygmalion, Paris, 1992); "Le storture del male assoluto" (Herald Editore, Roma, 2011); con AA.VV., "Una Patria, una Nazione, un Popolo" (Herald Editore, Roma 2011); con AA.VV., "Nuova Oggettività - Popolo, Partecipazione, Destino" (Heliopolis Edizioni, Pesaro, 2011).

Alle quali si possono aggiungere alcuni saggi, tra cui un eccezionale studio sulla presunta realtà ebraica di Israele: "Società israeliana: 'innata societas' o 'simulata societas'" e l'importantissimo saggio storico "Dal "Mare Nostrum" al "Gallinarium Americanum". Basi USA in Europa, Mediterraneo e Vicino Oriente" ("Eurasia" 3/2005).

 

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