Alberto
Mariantoni
ci ha
lasciato o, come si dice, «è andato avanti»
Non ho personalmente
conosciuto Alberto, se non in qualche piacevole e
interessante telefonata, eppure una certa emotività mi
ostacola nel dedicargli due righe. Per i necrologi non
sono adatto e del resto, in questi giorni, per lui ce ne
sono stati tanti a dimostrazione della statura
dell'uomo.
Oltre il dolore per
l'uomo, infatti, forte è anche il rammarico della sua
scomparsa, perchè Alberto era uno studioso e un
insegnante dalla cultura non comune, ma anche un
camerata vero che, tra l'altro, condivideva con noi i
duri giudizi su certo presunto "neofascismo". Una
perdita veramente incolmabile.
Tanti hanno voluto
scrivere qualche riga commemorativa e noi, tra quelli
che lo hanno frequentato, abbiamo particolarmente
apprezzato le due righe che gli ha dedicato di Antonio
Pantano che ha scritto, da camerata a camerata, che
Alberto «aveva tempra non
comune. Illuminata da serietà nella analisi e nella
ricerca. Tutto condito da Fede, non irrazionale. A Roma
lo avevamo avuto in settembre per la presentazione,
"tormentata" da inutili premesse altrui, del suo libro
sul "male assoluto", ma chiusa da lunga apposizione di
autografi, dopo che magistralmente aveva lui, invece,
esposto quanto scritto. Se n'è andato presto, malgrado
si fosse avviato a due terzi del secolo. Ma lascia
indelebile il ricordo di un Uomo che volle essere acuto
osservatore e puntiglioso testimone di verità che,
seppur tentate di negazione, mai potranno essere
sepolte. Un "osso duro", Alberto Mariantoni. Un vero
Fascista».
Non c'e
altro da aggiungere se non il ricordare che in
questi tempi tristi per la nostra Patria, colonizzata
dal 1945, Alberto Mariantoni aveva voluto lanciare un "Proclama
alla nazione" che ora ci rimane quasi come un
testamento. |
Ecco come lo presentò nel
marzo del 2011
PROCLAMA ALLA NAZIONE
Ora o mai più!
La prova provata che l'Italia, da 66 anni, non è
(né può essere, né -nelle sue attuali condizioni- potrà mai diventarlo!) uno
Stato indipendente e sovrano -e che il suo Governo (di destra, sinistra, centro…
sarebbe la stessa cosa!), non è (né può essere) in grado di fare liberamente e
degnamente gli interessi dei suoi amministrati (in quanto, oltre ad essere
chiaramente in sottordine a quello degli USA, è invariabilmente ed
incessantemente sotto ricatto ed autorità di Washington che tende puntualmente,
arrogantemente e sfacciatamente ad intimargli cosa si debba o non si debba
fare…)- l'abbiamo definitivamente avuta in concomitanza con la Crisi libica,
tuttora in corso. Questo, nonostante l'Italia avesse un preciso e vincolante
trattato di non aggressione e di cooperazione con la Libia, e che i nostri
interessi politici, economici ed energetici consigliassero, quanto meno, di
restare neutrali.
Tenuto conto di quanto sopra, e non potendo fare
altrimenti, è pertanto indispensabile che, una volta per tutte, si possa fare
chiarezza. E, per poterla realmente fare, è ugualmente vitale ed urgente che si
possa -al di la delle idee di ciascuno e degli schieramenti ideologici, politici
e partitici in cui ognuno si riconosce- tirare una precisa, indelebile ed
invalicabile linea di demarcazione, tra tutti gli Italiani. Tra coloro, cioè, a
cui, per un motivo o per un altro, sta bene la suddetta situazione, e quegli
Italiani, invece, che tendono fermamente a rifiutarla, e vorrebbero, in qualche
modo, rimetterla in discussione.
Questa, dunque, da oggi, è la sola, possibile,
linea di demarcazione:
1. chiunque, tra gli Italiani (di destra, di
sinistra, di centro, di centro-destra, di centro-sinistra, di estrema destra o
di estrema-sinistra), continuerà ad accettare il suddetto stato di flagrante ed
umiliante sudditanza da Stati terzi (fosse pure, per banale ignoranza o
noncuranza), sarà considerato un nemico (polemon/hostis) ed un traditore della
nostra Patria;
2. chiunque altro (di destra, di sinistra, di
centro, di centro-destra, di centro-sinistra, di estrema destra o di
estrema-sinistra) tenderà, invece, a rifiutare il succitato stato di
asservimento e di subordinazione, e vorrà, in qualche modo, riunirsi e lottare,
per potere finalmente riuscire a liberare la nostra Patria Italia/Europa dalla
colonizzazione politica, economica, culturale e militare che ci è stata
subdolamente imposta negli ultimi 66 anni, sarà considerato un nostro amico (philos/amicus)
ed un nostro alleato (etairos/sodalis).
Libertà, Indipendenza, Autodeterminazione e
Sovranità politica, economica, culturale e militare, per l'Italia, l'Europa ed
il resto dei Popoli-Nazione del mondo.
Ogni italiano, degno di questo
nome, non può che accogliere il suo Proclama.
Maurizio Barozzi
Alberto Bernardino Mariantoni
era nato a Rieti il 7 Febbraio del 1947.
Laureato in Scienze Politiche e
specializzato in Economia Politica, Islamologia e Religioni del
Vicino Oriente può dirsi un uomo di non comune cultura.
Politologo, scrittore e giornalista, è stato per più di vent'anni
Corrispondente permanente presso le Nazioni Unite di Ginevra e per
circa quindici anni sul tamburino di "Panorama". Ha collaborato con
le più prestigiose testate nazionali ed internazionali, come "Le
Journal de Genève", "Radio Vaticana", "Avvenire", "Le Point", "Le
Figaro", "Cambio 16", "Diario de Lisboa", "Caderno do Terceiro Mundo",
"Evénements", "Der Spiegel", "Stern", "Die Zeit", "Berner Zeitung",
"Il Giornale del Popolo", "Gazzetta Ticinese", "24Heures", "Le Matin",
"Al-Sha'ab", Al-Mukhif Al-Arabi", nonché "Antenne2", "Télévision
Suisse Romande", "Televisione Svizzera Italiana", ecc.
Esperto di politica estera e di
relazioni internazionali, con particolare riferimento ai paesi arabi
e musulmani e dell'Africa centrale ed occidentale. Ha al suo attivo
decine e decine di inchieste e di reportages in zone di guerra e di
conflitti politici. E' autore di oltre trecento interviste ai
protagonisti politici ed istituzionali dei paesi del Terzo Mondo e
della vita politica internazionale.
Ha insegnato presso la Scuola di
Formazione continua dei giornalisti di Losanna. E' stato Professore
invitato presso numerose Università Europee e Vicino-Orientali.
Dal 1994 al 2004, è stato
Presidente della Camera di Commercio Italo-Palestinese.
Nel 2009-2010 ha collaborato,
come docente, con lo I.E.M.A.S.V.O - Istituto 'Enrico Mattei' di
Alti Studi sul Vicino e Medio Oriente di Roma.
Ci ha lasciato le seguenti sue
opere: "Gli occhi bendati sul Golfo" (Jaca Book, Milano 1991); "Le
non-dit du conflit israélo-arabe" (Pygmalion, Paris, 1992); "Le
storture del male assoluto" (Herald Editore, Roma, 2011); con
AA.VV., "Una Patria, una Nazione, un Popolo" (Herald Editore,
Roma 2011); con AA.VV., "Nuova Oggettività - Popolo,
Partecipazione, Destino" (Heliopolis Edizioni, Pesaro, 2011).
Alle quali si possono aggiungere
alcuni saggi, tra cui un eccezionale studio sulla presunta realtà
ebraica di Israele: "Società israeliana: 'innata societas' o
'simulata societas'" e l'importantissimo saggio storico "Dal
"Mare Nostrum" al "Gallinarium Americanum". Basi USA in Europa,
Mediterraneo e Vicino Oriente" ("Eurasia"
3/2005). |
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