senza controllo per debellarli
Morti bianche e lavoro nero
B.N.
I morti ammazzati per il lavoro di Torino hanno fatto scalpore, gli organi di
stampa e tutto il corteo massmediatico hanno loro tributato il giusto risalto
salvo poi far marcia indietro quando ai funerali i lavoratori hanno duramente
contestato i sindacalisti triplicini ed i rappresentanti del governo e delle
istituzioni; ma come… costoro che lavorano per 48 ore settimanali contestano
apertamente i rappresentanti della sinistra che sono unanimamente riconosciuti
dagli opinionisti di regime come i rappresentanti dei loro interessi.
Tra il trasecolato ed il meravigliato i "columist a chiamata" sono stati
costretti a rimescolare le carte, fare marcia indietro cercando di allontanare
da loro l'attenzione della società civile spostandola su altri argomenti certo
più pregnanti e coinvolgenti: Moggi, Collina, la nuova fiamma di Sarkozy hanno
ripreso a cadenzare gli interessi quotidiani degli italiani.
In fin dei conti cosa importa agli italiani che su e per l'altare della
globalizzazione e dell'efficientismo, dopo aver innalzato l'età pensionabile e
ridotte le pensioni, si stanno ponendo le basi per portare le ore lavorative
settimanali dalle attuali 48 ad oltre 60; essi non debbono saperlo, debbono
essere distratti da "calciopoli", "vallettopoli" ed altre notizie dello stesso
tenore. Cosa volete che siano dei giovani lavoratori ammazzati sull'altare della
produttività e del risparmio sul costo globale del lavoro. Da anni i nostri
imprenditori, tali la maggioranza delle volte con i soldi dello stato e quindi
nostri, ci stanno spiegando che bisogna tagliare i costi di produzione
altrimenti non si regge la concorrenza dei cinesi e di altri popoli che hanno
bassi costi di produzione in quanto in questi paesi i lavoratori, privi di
garanzie sindacali, si accontentano di una manciata di riso per produrre alla
faccia della magistratura del lavoro del mai sufficientemente vituperato
ventennio fascista e dello
statuto dei lavoratori.
Piangono i poverini con "lacrime di coccodrillo"; sono stati proprio loro a
delocalizzare le proprie attività in queste nazioni proprio per il basso costo
della manodopera ed ora che quei paesi, appresa la lezione, li ripagano con la
stessa moneta riducendo i loro lauti guadagni, volete che non si lamentino...
suvvia, italiani, fate la colletta: contribuite anche voi ai loro profitti.
In Italia, dal 1997 anno dell'entrata in vigore della famosa legge 626/94, i
morti sul lavoro sono diminuiti appena di 40 unità e questo è la conseguenza
della precarizzazione del rapporto lavorativo e della massiccia riduzione dei
costi complessivi.
Finanche negli Ospedali, grazie alla catto-comunista "teodem" Bindi, i malati
non sono più pazienti ma clienti e sull'altare dei Drg's sono trattati alla
stregua delle bottiglie d'acqua Ferrarelle.
In un recente convegno tenutosi in Benevento si è sostenuto che se si rapporta
il numero di morti al PIL (prodotto interno lordo) ad ogni milione di euro
corrisponde in Italia a più del doppio, quasi il triplo, dei morti sul lavoro
rispetto alla Francia e Germania.
Ciò è dovuto dall'arretratezza legislativa, alla faccia dei governi di sinistra,
sulla sicurezza del lavoro che nonostante sia iniziata da oltre dieci anni va
avanti con estrema lentezza ed anche con l'attuazione della legge 123/07 non si
è concluso dal momento che esso rimanda al governo l'elaborazione di un nuovo
testo unico sulla sicurezza che una volta promulgato dovrà essere calato nella
realtà organizzativa quotidiana ove si scontrerà con la precarizzazione dei
lavoratori e coi già citati tagli dei costi lavorativi.
Con questo si capisce chiaramente che quello che sta accadendo è la conseguenza
dell'assenza del ruolo centrale delle istituzioni e quindi della politica, non a
caso al convegno erano assenti proprio gli assessori, regionale e provinciali,
competenti in materia e spiega anche come il DDL sulla qualità del lavoro,
presentato da tempo dalla giunta regionale campana, proceda con estrema lentezza
in consiglio.
Manca alla fine un qualsiasi coordinamento tra le varie istituzioni competenti
(Regione, Province, Ispettorati del Lavoro, ASL, Forze dell'Ordine, INAIL, INPS,
ecc.) e diluire le competenze in tutti questi Enti sembra proprio essere fatto
affinchè nessuno controlli niente ed è sintomatico che nell'ASL 1 della
Campania, quella capofila, la più importante, abbia in organico solo di otto
ispettori del lavoro che rapportati al numero di aziende ufficiali censite sul
territorio fanno sì che ciascuna di esse abbia il rischio di essere controllata
solo una volta ogni trentasette anni.
L'Italia come si sa è un paese dalle belle parole, del rendesi conto del
problema solo il giorno dopo l'accaduto, del fingersi stupiti e sconsolati… come
tutti sanno «domani è un altro giorno, si vedrà».
B.N..
La Legge 123/2007 contiene,
in particolare:
a) Delega al Governo per predisporre il Testo Unico sulla salute, igiene
e sicurezza sul lavoro (9 mesi di tempo)
b) Norme immediatamente precettive, tra cui 10 Obblighi e disposizioni
in vigore dal 25 agosto 2007:
1) Provvedimento di sospensione di ogni attività imprenditoriale (art.
5), in caso di gravi e reiterate violazioni:
- della disciplina in materia di tutela della salute e sicurezza sul
lavoro
- delle disposizioni di contrasto al "lavoro nero"
2) Diritti di RLS e RLST (Art. 3, c. 1, lettere e) ed f)
3) Obbligo di unico DVR per eliminare le interferenze nei contratti di
appalto o d'opera (Art. 3, c. 1, lett. a)
4) Appalti pubblici: Obbligo di indicare i costi relativi alla sicurezza
sul lavoro (Art. 3, c. 1, lett. b)
5) Modifiche a Codice degli appalti (Art. 8)
6) Delega al Governo per il T.U (Art. 1)
7) Notizia all'INAIL (Art. 2)
8) Poteri degli Organismi paritetici (Art. 7)
9) D.Lgs. 231/2001 (art. 9)
10) Abrogazione parziale del comma 1198 della Finanziaria 2007 (art. 11)
DATI SULLA SICUREZZA SUL LAVORO
- 774 sono stati i morti sul lavoro da gennaio a settembre 2007
- 34.051 sono stati gli incidenti sul lavoro nel 2006 (INAIL)
- 8.450 sono gli ispettori in Italia per 5 milioni di aziende
- 30 sono gli ispettori a Torino per 68 mila aziende (1 ogni 2.266
aziende)
DATI SULL'IMPUNITÀ
- 93% dei condannati in primo grado non va in carcere (Mario Almerighi,
magistrato)
- 150 mila i processi che ogni anno vanno in prescrizione (Ministero
della Giustizia)
SUGLI INVESTIMENTI SULLA SICUREZZA
- 832 milioni di euro è il volume d'affari del comparto sicurezza nel
2006 (-2,1% rispetto al 2004) (Assosic)
DI QUANTO SONO CRESCIUTI I PROFITTI?
- +8,1% sono i profitti generati da ciascun dipendente per la propria
azienda ogni anno
- +0,4% il salario di un dipendente ogni anno
- +90% i profitti delle grandi imprese industriali in dieci anni
- +5% i redditi di un dipendente in dieci anni (IRES-CGIL)
LA PAGA DI UN OPERAIO
- 2.592 euro è il potere di acquisto di un operaio negli ultimi 5 anni
- +11.984 euro è il potere di acquisto di un imprenditore negli ultimi 5
anni (IRES-CGIL)
- 3,3 miliardi euro sono gli utili della Thyssenkrupp nel 2006 (+27%)
(Bilanci Thyssenkrupp)
- 52 miliardi euro è il fatturato della Thyssenkrupp nel 2006 (+10%)
(Bilanci Thyssenkrupp) |
il COMMENTO di Giorgio
Vitali:
I Nodi vengono sempre
al pettine
Noi siamo pienamente d'accordo con
quanto qui sotto scritto. Si tratta di un'ampia documentazione utile
al lettore ma che certamente NON spiega il processo storico e
politico che è all'origine di questa situazione. Noi abbiamo sempre
denunciato la MISTIFICAZIONE fondamentale che è all'origine di
questo regime. Contro l'ignavia della maggioranza degli italiani e
l'incredulità di tutti quei concittadini che sono stati finora
bombardati di slogans, sta la REALTÀ sociale della quale si è
costretti a prendere atto solo nel momento in cui ci si trova nella
parte della vittima. Ed allora si annaspa nel vuoto perchè NON ci
sono puntelli.
Lo possiamo dichiarare NOI che siamo adusi agli abusi
anti-lavoratori delle aule della cosiddetta «Giustizia», beninteso
quando, dopo anni, si pronuncia. Infatti, senza la collaborazione
"attiva" della magistratura non sarebbe possibile l'attuale
sfruttamento del lavoro. Tutte le norme di legge in tema della
tutela del lavoro sono FALSE, perchè i politici italiani sanno
perfettamente che NON VERRANNO APPLICATE. Per l'assenza dei
controlli o per la sicura corruttibilità (documentata!) dei
controllori i quali spesso si trovano fra due fuochi... o accettano
di essere corrotti o corrono seri rischi (anche della vita, se
incappano in qualche interlocutore ben ammanicato).
Il fatto più eclatante è dato appunto dalla NON applicazione delle
norme europee di tutela del lavoro (recepite in Italia con il famoso
D.Lgs 626/94), ed in particolare per quanto riguarda la formazione
del personale dipendente (corsi di sensibilizzazione al rischio) e
l'utilizzazione della strumentazione tecnicamente più avanzata. È
evidente, pertanto, che la mancata applicazione di questi due
princìpi essenziali espone al rischio con un crescendo esponenziale
per la crescente complessità della produzione industriale. Si tratta
pertanto, lo ripetiamo, di un sistema di sfruttamento sotto le
mentite spoglie del buonismo e del garantismo di facciata.
Come sempre in queste "democrazie" della finanza.
Giorgio Vitali
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