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Paolo Signorelli, una testimonianza

 

Giorgio Vitali    

 

Paolo Signorelli merita di più di quanto finora è stato scritto dopo la sua morte, perchè Paolo era un "uomo pubblico". Dico pubblico per la pubblicità che è stata data al suo caso durante la sua infame detenzione, a simboleggiare come in questo paese la giustizia è del tutto asservita ad interessi,a dir poco, di parte. Tale "parte" consiste, anzitutto, nell'interesse di casta che caratterizza tutti coloro che vi appartengono, poi, e di conseguenza, all'interesse della fazione alla quale, di volta in volta, la Casta dei magistrati si lega con legami di stampo massomafioso.
Ma torniamo all'argomento, con un ricordo personale.

Conobbi Paolo nel lontano 1954, all'Università di Roma. Eravamo ambedue impegnati nella politica universitaria. Io fui anche eletto al Parlamentino universitario, che caratterizzava allora la lotta politica delle università italiane. Questo parlamentino, che aveva sostituito i GUF, primo esempio di "politicizzazione" dei futuri dirigenti della borghesia intellettuale nazionale, vedeva affaticarsi molti di coloro che avrebbero in seguito gestito, nei vari partiti, le cose d'Italia.
Di fronte agli avversari noi due avevamo comportamenti sostanzialmente diversi. lui reagiva sempre con violenza. E non aveva tutti i torti, anche se era inutile, perchè da una parte avevamo a che fare con cretini che ripetevano slogans del tutto inconsistenti, e dall'altra fu proprio lui, assieme ad altri, a permettere agli avversari di coniare il termine di «picchiatore fascista».
Quanto a me, arrivavo sempre al momento giusto per sedare tafferugli inutili. Spesso mi si diceva: «Tu sei l'unico con cui è possibile parlare!».
Ricordo tanti episodi che qui è inutile citare.
In seguito, e mi riferisco agli anni 63-64, assecondammo la sua campagna elettorale nel MSI. Anche qui tafferugli e scazzottate. Tuttavia, e ne scrisse un ottimo articolo Gaspare Fantauzzi, la sua elezione al Comune di Roma non portò nulla di interessante, a scapito di promesse quanto meno roboanti.
La vecchia amicizia fra noi due comunque non venne mai meno, essendo per lo più improntata su aspetti più personali che di carattere politico.
Negli anni settanta-ottanta lo riincontrai nella sua veste di professore di storia e filosofia al liceo classico frequentato da due miei figli. E fu proprio in questo liceo che si sviluppò una lotta politica acerrima, culminata con il suo arresto con accuse tanto infamanti quanto false e cervellotiche, che lo hanno tenuto isolato in carcere duro, aggravato dall'accanirsi dei Media e di tutti coloro che avevano trovato in lui un capro espiatorio. Resistette con grande coraggio e determinazione.
Da un suo articolo ricordo che Egli fu arrestato mentre, in quel di Tuscia, stava praticando rituali pagani per il Solstizoio d'Inverno. Questo fatto mi fa pensare che l'accanimento contro di lui deve avere assecondato anche interessi ecclesiastici, che mal vedevano il riemergere del Paganesimo in Italia. Finita la buriana,che comunque è durata 10 anni con alti e bassi, riacquistò la libertà d'azione e ebbi l'opportunità d'incontrarlo molte volte, in occasione di conferenze, convegni e quant'altro.
Sicuramente in conseguenza della lunga detenzione e dell'autocontrollo che fu costretto ad esercitare su se stesso, fu colpito da un tumore intestinale, classica manifestazione di origine psicosomatica. Negli ultimi tempi ho potuto incontrarlo di nuovo, in occasione di altri convegni di suo e mio interesse, quando si era liberato della tortura della chemioterapia. Egli infatti mi diceva che stava bene. Ed in effetti lo vedevo in ottima salute ed in forze. Con la determinazione di tenere duro fino alla fine. Ecco perchè la notizia della sua morte mi ha trovato impreparato, e mi ha particolarmente colpito; siamo quasi coetanei, la percezione quanto mai netta, di aver perduto un "amico". ma ancor di più sono rimasto interdetto di fronte alla notizia, giuntami in ritardo, delle sue esequie in una Chiesa di Santa Madre Cattolica. Capisco l'opportunità di una scelta del luogo, vicino alla sua abitazione, ma non posso fare a meno di notare che in Italia... TUTTI I SALMI FINISCONO IN GLORIA!.
 

Giorgio Vitali