Come la TV di stato manipola la storia
Rai3: "Mussolini l’ultima
verità"
Maurizio Barozzi
La sera di venerdì 23 luglio 2010 RAI 3, per il programma "Gli archivi della
Storia" ha trasmesso una inchiesta su la morte del Duce: "Mussolini l’ultima
verità", in pratica la riproposizione di una vecchia trasmissione del 2004,
curata da Maria Luisa Forenza e Peter Tompkins. Fin qui tutto normale essendo
oltretutto, il documentario di buona fattura anche se con alcune imprecisioni
storiche.
Quasi tutta l’inchiesta, a suo tempo curata dal Tompkins e dalla Forenza (sua
moglie), verte su la testimonianza di quel partigiano Bruno Giovanni Lonati
Giacomo, il quale sostenne, a partire dal 1982, di aver ucciso lui il Duce,
assieme e su ordine di un misterioso ufficiale inglese, tale John.
Il racconto del Lonati, assolutamente non provato e privo di ogni sia pur minimo
riscontro lo avevamo già il 15 agosto 2008 recensito negativamente su Rinascita
e proprio recentemente, a seguito di ulteriori ricerche, lo abbiamo
definitivamente demolito con un saggio. "La spy story di Bruno G. Lonati e del
capitano John" pubblicato nel sito:
http://www.corrierecaraibi.com/FIRME_MBarozzi_100609_La-spy-story-di-Bruno-G-Lonati.htm.
In effetti questo racconto non era altro che un fumettone per nulla credibile,
ma che ancora oggi non si capisce per quale motivo sia potuto uscir fuori visto
che, tutto sommato e almeno apparentemente, questo Lonati non ci sembra un
mitomane e neppure un procacciatore di utili per il rilascio di testimonianze
clamorose. Evidentemente ci sono dietro vicende che non conosciamo.
Constatato però che dietro questo racconto si inserirono per dargli credibilità
personaggi come lo scomparso Peter Tompkins, ex agente Oss in Italia e poi
scrittore storico, a nostro parere poco attendibile, ci viene da congetturare
altro genere di sospetti, ma per ora lasciamo stare.
In ogni caso, per tornare al programma di Rai 3, non contestiamo di certo il
fatto che si sia voluto in qualche modo dare credibilità ai racconti di questo
Lonati.
Ognuno è libero di credere a qualsiasi testimonianza o ricostruzione storica e
la stessa Rai, d’altronde, è libera di dare spazio alle vicende storiche che più
ritiene opportune, tanto più che la spy story di Lonati, intrecciandosi con le
vicende del Carteggio di Mussolini e la presenza di Special Force inglesi alla
caccia del Duce, ha sempre suscitato alti indici di gradimento, facendo
lievitare l’audience.
Quello che però vogliamo denunciare e stigmatizzare è il fatto che nel
documentario, montato anche con varie interviste di giornalisti e personaggi
implicati in quelle vicende, vengono mostrati alcuni spezzoni di vecchie
interviste alla signora Dorina Mazzola, il famoso testimone coevo di Bonzanigo,
al tempo residente a poco più di 100 metri da casa dei contadini De Maria (dove
erano rinchiusi Mussolini e la Petacci), quella che rilasciò a Giorgio Pisanò
nel 1996 una importante e decisiva testimonianza avendo ella assistito ad
episodi connessi alla morte del Duce tra le 9 e le10 del 28 aprile 1945, pur non
sapendo di chi si trattasse, e poi avendo assistito alla proditoria uccisione di
Claretta Petacci, proprio davanti casa sua intorno al mezzogiorno (si veda: G.
Pisanò "Gli ultimi 5 secondi di Mussolini" Saggiatore 1996 ed anche il nostro
articolo: M. Barozzi "La testimonianza di Dorina Mazzola", su Rinascita 23
maggio 2009).
Ebbene questi spezzoni di interviste alla signora Mazzola, in cui si vede anche
Giorgio Pisanò assieme alla signora, sono opportunamente tagliati, cioè
interrotti in modo tale che, ascoltandoli, possono dare l’impressione di
avallare o confermare le intercalate interviste di questo Lonati che asseriva di
aver ucciso, assieme al John, sia il Duce che la Petacci intorno alle 11, quando
invece la precisa testimonianza della Mazzola non solo non si concilia affatto
con gli strampalati racconti del Lonati, ma ne è anche una loro totale
sconfessione.
Insomma il documentario della Forenza e del Tompkins, invece, di nuovo rimesso
in onda da Rai 3, è assemblato in modo tale da fornire indirettamente un
"sostegno" al racconto del Lonati, anche attraverso questi "spezzoni" di
interviste alla Mazzola. Non ci sembra questo un modo corretto di fare storia,
soprattutto in una Televisione pubblica.
Ci ha personalmente informati Paolo Pisanò, fratello dello scomparso Giorgio e
quindi erede dei diritti sulle interviste alla signora Mazzola e del diario da
lei scritto, che fu proprio lui a far avere le immagini e interviste della
Mazzola alla coppia Forenza – Tompkins ritenendo, ingenuamente, che sarebbero
state utilizzate in linea con la vera ricostruzione storica che quelle
interviste raccontavano. Quando si accorse della manipolazione protestò
vivacemente ottenendo dall’editore, in una seconda puntata del 6 settembre 2004,
che in chiusura fosse esposto un cartello con la frase: «Si precisa che la
testimonianza di Dorina Mazzola circa la morte di Mussolini e della Petacci,
rivelata da Giorgio Pisanò, contraddice il racconto di Bruno Lonati». Lo
esposero per 5 secondi, meglio che niente.
Ma oggi, trascorsi sei anni da allora, nella nuova trasmissione del 23 luglio,
tutta in una sola puntata, non è apparso alcun cartello o voce fuori campo.
La mistificazione continua.
Considerando l’impatto che hanno le trasmissioni televisive sull’immaginario
collettivo è facile prevedere quanti ingenui e sprovveduti si berranno la "favoletta"
del Lonati.
Ma oltretutto ce da dire che, anni addietro, questa inchiesta, venne anche messa
in vendita in un DVD "La grande storia - Mussolini l’ultima verità" ancora
reperibile nel mercato e prodotto, mi sembra, da Rai Trade.
Ebbene, nel retro copertina di questo DVD, dove si fa un sunto del suo
contenuto, viene addirittura scritto che lo storico Renzo De Felice avrebbe
sostenuto che: «la fucilazione fu eseguita da un partigiano ventenne dal nome
Giacomo», cosa questa assolutamente non veritiera. Un altro escamotage,
inventato di sana pianta, per dare sostanza ad una versione che non sta
assolutamente in piedi!
Noi non neghiamo affatto il ruolo inglese alla morte sbrigativa del Duce, anzi
estendiamo questo convincimento anche ad uno sporco gioco degli americani che
apparentemente sembravano voler catturare Mussolini vivo, ed invece sottobanco,
tramite ordini segreti, lasciarono fare agli inglesi, se non addirittura
cooperarono per l’eliminazione di Mussolini. Eliminazione che poi, dietro questi
input, come giustamente sostenne Renzo De Felice, venne eseguita da un gruppo di
comunisti milanesi (che in quel momento avevano nelle mani i due prigionieri).
Ma non era proprio il caso che per ricostruire queste vicende la Tv di Stato
abbia dato spazio a inattendibili racconti come quello del Lonati e soprattutto
non è di certo corretto che poi, per conferire un minimo di credibilità a questi
racconti, si mettano in atto espedienti come quelli appena riportati.
Ma peggio ancora, questa testimonianza del Lonati, ripetiamo non comprovabile e
ancor meno credibile, essendo facilmente contestabile e oltretutto piena di
assurdità che noi nel nostro articolo precedentemente richiamato (La spy story
di B. G. Lonati) abbiamo elencato ad una ad una, finisce per creare due
risultati negativi: primo, trascina indirettamente in considerazioni di poca
credibilità anche le ben più serie vicende del Carteggio di Mussolini e del
ruolo anglo americano nella sua sbrigativa eliminazione; secondo, ridà fiato ai
fautori, oramai ridotti ai minimi termini, della "vulgata" ovvero della versione
di Walter Audisio i quali, se le versioni alternative sono tutte come questa del
Lonati, possono dormire sogni tranquilli.
Maurizio Barozzi
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