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Società degli spettri: stragi come optional

 

Maurizio Barozzi (24 dicembre 2014)    

 

 

I recenti arresti di presunti "neofascisti" di una sedicente "Avanguardia ordinovista", al di là degli aspetti ridicoli e grotteschi, di una eversione da burletta che li caratterizzano, offrono uno spaccato della odierna società, allucinante e orrido: basta ascoltare le intercettazioni in cui si parla con disinvoltura della infame strage di Bologna e la si definisce un "opera d’arte", mentre la strage dell’Italicus viene presa a modello operativo.

Stiamo parlando di stragi che hanno ucciso, ferito e mutilato per sempre nostri concittadini.

Questo non è neppure più Kalì Yuga, questa è una orwelliana società degli spettri.

MA ATTENZIONE, queste macabre demenzialità non escono a caso, fanno parte di un vecchio album di famiglia dell’area pseudo neofascista, da sempre sotto controllo dell’Intelligence occidentali, ovviamente non di certo i militanti in buona fede, ma quelli che si abbeveravano di superomismo, di evolismo da opuscoli, teorie da "guerre rivoluzionarie" da esaltati. Che sognava i "mercenari" e ammirava i bombaroli dell’OAS, marca CIA.

il giudice Guido Salvini, forte di testimonianze, reiconfessi e prove, affermò:

«Nei discorsi che si tenevano nella libreria padovana di Freda e nel sentire dei suoi militanti, si parlava infatti dell’uomo "indifferenziato" e quindi dei comuni civili, come semplici bipedi che potevano essere sacrificati per realizzare il "Nuovo Ordine europeo" appunto» (Vedesi: AA.VV.: "Piazza Fontana: 40 anni dopo", Ed. Mimesis, 2012).

Noi non possiamo sapere il livello di verità di questi riscontri avuti dal giudice Salvini (mai fidarsi della magistratura di Sistema), ma restiamo anche perplessi quando dobbiamo interpretare questo scritto che troviamo in un bollettino interno del Centro Ordine Nuovo, il Quaderno n°1 (riportato anche in G. De Lutiis, "Il lato oscuro del potere", Editori Riuniti 1996). Il saggio era significativamente titolato: "La guerra rivoluzionaria" e vi si parlava delle tecniche terroristiche utilizzate dai "sovversivi" ed in esso è scritto:

«Per la conquista totale delle masse la dottrina della guerra rivoluzionaria prevede, oltre che il ricorso alla azione psicologica, il ricorso a forme di terrorismo spietato ed indiscriminato. Si tratta cioè di condizionare le folle non solo attraverso la propaganda ma anche agendo sul principale riflesso innato presente tanto negli animali quanto nella psiche di una grande massa: la paura, il terrore, l'istinto di conservazione.

Occorre determinare tra le masse un senso di impotenza, un senso di acquiescenza assoluto un rapporto all'ineluttabile destino di vittoria delle fazione rivoluzionaria. Inoltre, il terrorismo su larga scala attuato tra le fila delle forze incaricate della repressione del movimento rivoluzionario genera sempre disagio, stanchezza, insicurezza, determinando così condizioni favorevoli alla propaganda disfattista.

Una attività terroristica di questo genere tende anche ad esasperare l'avversario per costringerlo ad azioni di rappresaglia sempre odiose ed antipopolari, anche se giuste e che pertanto, alienano il favore e la simpatia di larghi strati della popolazione. Abbiamo accennato al terrorismo indiscriminato e questo concetto implica, ovviamente, la possibilità di uccidere, o far uccidere, vecchi, donne e bambini. Queste forme di intimidazione terroristica sono, oggi, non solo ritenute valide, ma, a volte, assolutamente necessarie per il conseguimento di un determinato obiettivo».

In base al verbale dell’inchiesta Salvini, Meroni, Pradella, su Piazza Fontana, leggiamo invece:

«Quando alla vigilia del natale 1969, l’Ordinovista Carlo Digilio, chiese conto della, strage a Carlo M. Maggi, responsabile di ON nel Veneto, si sentì rispondere che non dovevano esserci critiche: "I fatti del 12 dicembre erano solo la conclusione di quella che era stata la nostra strategia maturata nel corso di anni e c’era una mente organizzativa al di sopra della nostra che aveva voluto questa strategia"».

Anche qui non abbiamo la certezza della verità su quanto riportato dai magistrati, ma tutto questo, se lo rapportiamo anche ai fatti di cronaca odierni, ci lascia a dir poco basiti e ci chiediamo: le attuali orride demenzialità vengono da lontano?

Quello che vogliamo quindi sottolineare e che non si tratta tanto di ridere per questa nuova pagliacciata che supera il famoso Golpe che Monicelli ha messo in burletta con il film "Vogliamo i colonnelli", qui la nostra civiltà sta perdendo ogni senso umano, della misura, sta scivolando appunto in una società degli spettri.

A tutti quei "figli del sole", adoratori di Wotan e miliziani di Christo, superuomini da pub, vorremmo proprio chiedere chi gli avrebbe dato il diritto di uccidere o mutilare altri italiani, donne e bambini o fors’anche il più umile dei ciabattini?

 

Non possiamo che chiudere con le parole che la FEDERAZIONE NAZIONALE COMBATTENTI della RSI, che già combatterono una guerra spietata con quei GAP che gli sparavano alle spalle, fascisti combattenti che così si espressero rispetto allo stragismo:

 «[Marzo 2000 – Il Comitato Direttivo della     Federazione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana]

Comunque sia, coloro i quali, a qualsiasi titolo e con qualsiasi ruolo, aderendo alle tesi della c.d. «guerra non ortodossa», di chiara matrice statunitense e assumendo la strage come strumento di lotta politica, si sono posti al servizio di una potenza straniera e hanno partecipato o invitato altri a partecipare alla strategia della tensione, tesa ad una maggiore soggezione del popolo italiano ad interessi stranieri, sono condannabili ai sensi del codice militare di pace. Privi di ogni qualsivoglia idealità politica e di dignità morale, essi si sono rivelati alieni da quelle leggi che, come notò Pericle: senza essere scritte, recano come sanzione universale il disonore».

 

Maurizio Barozzi      

 

 

 

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