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CIVG - Centro di Iniziative per la Verità e la Giustizia |
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Ultima lettera manoscritta del Presidente Saddam
Hussein
al popolo americano
(7 luglio 2006)
Questo è il testo dell'ultima lettera manoscritta del Presidente
Saddam Hussein, indirizzata al popolo americano, mentre era in
attesa di essere impiccato. Come avvenne nella presumibile data del
30 dicembre 2006 |
Al popolo americano.
La pace sia con coloro che credono nella pace e la desiderano, e insieme ad essa
abbiano anche la misericordia di Dio e le Sue benedizioni.
Mi rivolgo a voi con questa lettera dal luogo ove mi trovo prigioniero, in un
tentativo dettato dalla mia responsabilità morale, umana e costituzionale,
affinchè non possiate dire che nessuno si è rivolto a voi con un messaggio di
pace dopo l'inizio della guerra, e non ne ha confutato le cause e desiderato la
pace tanto per voi che per il nostro popolo, retto, fedele ed eroico.
E dico ciò ignorando se i miei fratelli e compagni che fuori da questo carcere
guidano la Resistenza, si siano messi in contatto con voi, perchè dal mio
arresto fino a questo momento i vostri capi hanno "democraticamente" impedito
che alcuna notizia mi raggiungesse attraverso la stampa, la radio e la
televisione, isolandomi completamente dal mondo e isolando il mondo da me,
affinchè nulla potessi udire o vedere di ciò che avviene fuori dalla mia
prigione.
È questo il vero aspetto della democrazia e dei diritti umani tanto sbandierati
fuori dell'America? Oppure chi vi comanda vi ha mentito su di essi? Mi riferisco
alle persone ammazzate nelle carceri, alcune di esse dalle pistole degli stessi
investigatori americani. Oppure tutto questo -o altri dettagli che farebbero
rizzare i capelli- vi è stato nascosto dai vostri capi per non farvi conoscere
la verità?
Mi rivolgo comunque a voi con questa mia lettera sperando che essa vi raggiunga
e che la ascoltiate o la leggiate. E ciò perchè sento il dovere di portare i
fatti a conoscenza della gente, quale che sia il suo colore o la sua
nazionalità, perchè questo è il nostro dovere verso di essa, così come essa ha
il dovere verso di noi di non accettare il male.
Vi scrivo perchè mi ha suggerito di farlo il mio legale, l'eminente giurista e
professore Ramsey Clark. Tanto lui che il suo collega professor Curtis Dobler
sono un esempio di grande umanitarismo e ho avuto di loro un'impressione
personale molto positiva. Voglio anzi cogliere questa occasione per rendere
omaggio al loro coraggio, perchè si sono offerti a difendermi spontaneamente pur
conoscendo i rischi che corrono nello svolgimento del loro compito, in
particolare dopo che dei criminali hanno già assassinato quattro legali che mi
difendevano.
Popolo americano: ho tuttora l'impressione che i vostri governanti vi stiano
ancora mentendo e non vi abbiano detto le vere ragioni che li hanno indotti ad
aggredire l'Irak. Fin dall'inizio essi hanno ingannato non solo la comunità
internazionale, e in particolare quella europea, ma anche gli stessi popoli
dell'America, sapendo in anticipo che i fatti erano tutto il contrario di ciò
che essi dichiaravano. Falso è anche quanto essi hanno affermato dopo che le
loro menzogne sono venute alla luce, e cioè che li avevano tratti in inganno i
loro servizi segreti e i tirapiedi che si erano portati in Irak come loro
marionette, esattamente come hanno sempre fatto il vecchio imperialismo e i
vecchi imperi del diciannovesimo e del ventesimo secolo.
Ciò che sto affermando si basa su molti fatti. Ecco i principali:
1 - Le commissioni di inchiesta. Esse sono venute in Irak in nome delle
Nazioni Unite e hanno perquisito persino case private, oltre ad uffici
governativi, palazzi presidenziali, e ad ispezionare documenti governativi.
Quelle commissioni sapevano bene che l'Irak non aveva armi di distruzione di
massa, perchè molti dei loro principali componenti erano americani e inglesi,
oltre ad avere spie e agenti volontari di altre nazionalità. Tutte queste
persone hanno setacciato tutto l'Irak da un capo all'altro e non hanno trovato
nulla di diverso da quanto i rappresentanti del governo iracheno avevano detto
loro. Queste ispezioni sono durate più di sette anni, e sono state effettuate
oltre che a mezzo di commissioni che hanno girato in macchina e a piedi, anche
con aerei-spia, elicotteri, e satelliti spaziali. I funzionari americani e
inglesi consideravano questa come la loro occasione storica per colpire l'Irak e
distruggere le sue legittime aspirazioni e le preziose conquiste culturali e
scientifiche cui esso era pervenuto in 35 anni. A questo scopo essi hanno usato
le informazioni raccolte dalle spie che avevano inserito nelle commissioni di
inchiesta e hanno utilizzato la cosiddetta lotta al terrorismo cominciata dopo
l'undici Settembre che scosse l'America. Hanno imbrogliato le carte per
raggiungere le mete che già si erano prefisse, e queste mete non sono quelle che
essi avevano annunciato pubblicamente all'inizio.
Essi avevano accertato che l'ingiusto embargo non aveva distrutto la libera
volontà dell'Irak nè arrestato le sue legittime aspirazioni a svilupparsi da un
punto di vista economico, culturale e scientifico, e come civiltà in una
situazione di nuova indipendenza. Pensavano che a quell'epoca l'Irak fosse stato
vicino ad eludere l'embargo economico grazie all'aiuto di coloro che cooperavano
con l'Irak sulla base di vantaggi reciproci e dei sentimenti di fratellanza
nazionale che gli arabi hanno. I governanti del vostro paese hanno allora
pensato che fosse giunto il momento di imporre la loro volontà al mondo
attraverso il controllo del petrolio del medio oriente e della sua produzione e
commercio secondo vedute nuove e con scopi nuovi (quelli dei quali abbiamo
parlato nel 2003 e prima) oltre a raggiungere una delle loro mete sioniste e a
guadagnar voti nelle elezioni. L'Iran e i suoi lacchè hanno poi svolto una
sporca parte nel dipingere l'aggressione come seducente e nel facilitare la sua
realizzazione.
2 - Dopo che la pressione su di loro era salita, i funzionari americani
non se ne andarono; dichiararono però che i fatti erano tutto il contrario di
quanto essi avevano sostenuto prima dell'invasione del marzo-aprile 2003. Se
essi avessero onestamente dichiarato di essere stati ingannati sulle
informazioni ricevute e che avevano usato come copertura dell'invasione, e che,
secondo quanto avevano detto, la giustificavano a sufficienza (dichiarando,
all'epoca, che ciò comportava rischi per la sicurezza degli Stati Uniti), se
avessero avuto questa onestà -dico- dopo che essi ebbero scoperto che quelle
informazioni erano menzognere, avrebbero dovuto andarsene, con tante scuse per
ciò che avevano fatto nei confronti dell'eroico popolo iracheno, del popolo
americano, e dei popoli di tutto il mondo.
Nessun americano ha mai chiesto al suo governo, prima della guerra, come un
paese ancora arretrato come l'Irak potesse minacciare dall'altro lato
dell'Atlantico la sicurezza dell'America, nè perchè mai la volesse minacciare,
giacchè l'America non aveva ancora violato il territorio iracheno. Se i
governanti americani volevano far valere la pretesa che le minacce irachene
riguardavano l'opposto atteggiamento dell'Irak e dell'America sull'occupazione
sionista della Palestina e di altri territori arabi, si potrebbe rispondere che
l'Irak non è il solo fra gli stati arabi e del mondo intero ad avere su questo
punto un atteggiamento opposto a quello dell'America. Inoltre, chi ha
autorizzato l'America ad obbligare gli altri paesi del mondo ad adottare una
politica su misura di quella dell'America, e se non le obbediscono guai a loro,
perchè essa farà loro guerra? Chi può dar credito agli appelli americani sulla
democrazia se l'America non accetta opinioni diverse da quelle sue persino su
punti a carattere regionale, per non parlare di quelli internazionali?
Altra menzogna del governo americano sono stati i pretesi legami dell'Irak con
ciò che esso chiama terrorismo, anche se Blair disse ben chiaro che l'Irak non
aveva nessun legame col cosiddetto terrorismo e che non possedeva armi
internazionalmente vietate, obbligando così Bush a dichiarare la stessa cosa.
Nonostante tutto ciò nessuna delle personalità americane in vista ha chiesto a
Bush su che genere di analisi razionale o su quali concrete informazioni tali
pretese fossero basate.
Gentili signore ed egregi signori, sapete perchè non l'hanno chiesto? Perchè
alcune delle vostre personalità in vista sono condizionate nelle loro azioni
dalle forze nascoste che hanno distorto l'immagine dell'Irak che avete ricevuto.
Queste forze hanno preparato per anni le basi atte a facilitare l'aggressione
all'Irak sin dall'inizio. Perciò nessuno ha domandato ai governanti americani
per esempio questo: come mai nessun iracheno aveva partecipato ai fatti
dell'undici Settembre? E se la partecipazione di individui ad attacchi ad
obiettivi americani non viene considerata prova del coinvolgimento di stati con
tali fatti, perchè allora accusate dei cosiddetti rapporti col terrorismo uno
stato come l'Irak, il cui sistema politico è noto? Come potete accettare questa
accusa come una delle sole due, sulla base delle quali è stata lanciata
un'aggressione contro il popolo dell'Irak che ha distrutto i suoi averi e le sue
conquiste ed ha assoggettato le vite dei suoi cittadini a quotidiane e dirette
minacce?
Sapete, gentili signore ed egregi signori, che un paio di settimane dopo il mio
arresto chiesi a uno dei funzionari americani con cui stavo parlando su cosa
fossero basate tali false accuse? Quanto alle armi di distruzione di massa, la
sua risposta fu questa: «non avevamo niente che confermasse quanto dicevate». E
quanto ai legami col terrorismo, mi disse che le accuse erano basate «sul fatto
che voi, Saddam Hussein, non avete mandato a Bush un telegramma di condoglianze
per l'undici Settembre».
A ciò sorrisi amaramente e gli dissi: «Circa la vostra affermazione che non
avevate conferma di ciò che dicevamo, sembra che i vostri funzionari mentano, e
immaginano che anche quelli del resto del mondo non dicano la verità, o che non
ve la dicano molti di quelli che hanno rapporti con voi nè quando sono contro la
vostra politica nè quando sono a favore di essa. E il fatto che nessuno al mondo
dica all'America "questo è un errore" oppure "questo è inaccettabile" è molto
pericoloso non solo per i popoli del mondo, ma per la stessa America».
«E proprio nel momento in cui gli aerei americani bombardavano l'Irak e lo
distruggevano, uccidendo i suoi cittadini -donne e bambini compresi- senza
alcuna ragione, e il vostro embargo vietava persino l'importazione delle matite
per le scuole elementari, perchè mai Saddam Hussein avrebbe dovuto mandare un
telegramma di condoglianze al presidente di uno stato i cui emissari
commettevano tali crimini, a meno che non fosse per ipocrisia e per debolezza?
Se non l'ho mandato è perchè non sono un ipocrita nè un debole. Ma ne ho fatto
mandare uno, a nome del governo, dal compagno Tariq Aziz vice primo ministro al
nostro amico Ramsey Clark e per suo tramite alle famiglie in lutto».
Sono le grandi nazioni così in errore da immaginare che se uno non manda una
lettera di condoglianze merita che si faccia la guerra a lui, al suo paese e al
suo popolo? Da questo potete vedere come i governanti americani hanno usato
financo il vostro sangue per la loro politica temeraria e aggressiva. Sarebbe
questa la moralità che un uomo o un funzionario devono avere? Nulla è più grave
dei disastri che devastano i popoli a causa di inganni, torti e arbitrarietà. E
questa è proprio la malattia peggiore dei governanti americani che hanno
coinvolto gli americani in una guerra contro l'Irak.
3 - Dopo il mio arresto essi fecero vani tentativi di minacciarmi e
intimidirmi. Uno dei loro generali dirigeva queste minacce e intimidazioni, e
cercò di mercanteggiare con me promettendo di lasciarmi in vita se accettavo di
firmare e leggere [alla televisione] una dichiarazione già preparata che mi
mostrò. Con questa stupida dichiarazione io dovevo invitare il popolo dell'Irak
e la coraggiosa Resistenza a deporre le armi. Il mio interlocutore mi disse che
se rifiutavo il mio destino era quello di finire sparato proprio come Mussolini.
Ma come sapete, e per come mi conoscete, rifiutai con sdegno e non volli toccare
quel lurido documento neppure con un dito. E dissi loro che se avessi potuto
rivolgermi al mio popolo gli avrei detto anzi di resistere ancora di più.
Dopo sette giorni, per darsi più coraggio, mandarono a parlarmi un gruppo di
persone. Queste dissero che erano di una università americana e volevano avere
con me un franco scambio di idee. Accettai, e confermai loro che l'Irak non
aveva nulla di ciò che i governanti americani dicevano, aggiungendo che
consigliavo agli americani di andarsene dall'Irak alla svelta dopo aver fatto al
popolo le loro scuse, avvertendo che in caso contrario sarebbero andati incontro
a quello che stanno affrontando ora e in cui sono impantanati, e che le due metà
dell'Irak li avrebbero sommersi e non avrebbero mai potuto lasciarlo con armi e
bagagli. E li sommergeranno, se Dio vuole, perchè il nostro popolo ha solide
basi e sa il fatto suo. E il popolo sa pure che la nostra liberazione può
avvenire in modo pulito e completo soltanto con l'unità, che la tolleranza deve
essere la base dei suoi orientamenti, e che le ferite vanno fasciate, e non già
riaperte.
Insomma, allora dissi loro tutto questo, ma non hanno cambiato i loro metodi,
non hanno cambiato i tasti della loro falsità, e bussano ancora alle porte
dell'errore invece di tentare quelle della legittimità, anche se ormai sanno
come stanno le cose.
4 - Non è nè ragionevole nè convincente che una nazione come l'America,
alla quale sono state aperte tutte le porte dei servizi segreti dell'Est e molte
di quelli dell'Occidente, non conoscesse la verità e non fosse in grado di
conoscerla. Anche se sono convinto e ritengo che molti paesi del mondo hanno
interesse nella guerra o nelle guerre in generale, gli Stati Uniti non sono fra
questi, anche se possono credere di avere questo interesse. Le cose, infatti,
stanno proprio al contrario.
L'America è un grosso paese aldilà dell'Atlantico che ha raggiunto una potenza
senza paragone, e io ritengo che ci siano lì delle persone che immaginano di
essere sulla strada di diventare i padroni del mondo e fare del mondo un impero
tutto loro. Non hanno imparato la lezione dalla loro guerra in Vietnam?
L'occidente era solito sostenere l'idea che il comunismo mondiale e il blocco
sovietico minacciassero i suoi interessi e anche la sicurezza di tutto
l'occidente, ma nonostante tale tesi si trattava solo di una copertura sottile.
E nondimeno gli americani l'hanno usata e se ne sono avviluppati finchè l'eroico
popolo vietnamita non li ha espulsi con la forza.
Quanto alla loro invasione dell'Irak, capitò in una situazione che rese facile
il primo passo dal punto di vista della reazione della comunità internazionale
grazie all'equilibrio internazionale delle forze. Ma è anche una situazione che
potrebbe rendere questa invasione più costosa della guerra del Vietnam, e questo
perchè quando l'America fu cacciata dal Vietnam non perse la stima della gente,
o possiamo dire che la perse solo in piccola parte. Ma una volta espulsa e
sconfitta in Irak avrà perso la base fondamentale della stima generale.
L'America, infatti, ha già perso i fondamenti di questa stima, e la sua
reputazione ha cominciato a declinare. Essa non è più in grado di brandire il
grosso bastone che prima minacciava di usare, e si trattava più di minacce di
usare la forza che di usarla effettivamente. E voglio aggiungere che dopo la
guerra in Irak questo bastone non spaventa più tanto i popoli, e l'America è
arrivata al punto di aver bisogno del silenzio anche dei paesi più piccoli e
semplici, e cerca di ingraziarseli per farli stare buoni nonostante i suoi
crimini e le sue politiche devianti e temerarie.
Prima, parecchi paesi del mondo facevano la corte agli Stati Uniti e il più di
loro, tranne pochi, temevano le loro minacce o le eludevano con discussioni
difensive. Ma ormai Mao Tze Tung (di santa memoria) ride nella sua tomba, perchè
la sua predizione sull'America -una tigre di carta- si è avverata. E questo
grazie ai voleri dell'Onnipotente e di quelli dei suoi agenti in terra, come gli
eroici Mujahiddin del glorioso, virtuoso, militante Irak della guerra santa. Dio
benedica l'eroico popolo iracheno, e Dio benedica la guerra santa e i Mujahidin!
Gentili signore ed egregi signori dei popoli d'America, sono finiti i tempi in
cui i più grossi e i meglio equipaggiati eserciti potevano scompigliare le
formazioni degli eserciti avversari e affrettare la fine della guerra. Vedete
ora il coraggioso esercito nostro, il nostro popolo eroico, e i nostri
Mujahiddin sostituire il sistema delle formazioni organizzate con un nuovo tipo
di guerra. E quando gli americani diventano sul terreno bersagli dei
rivoluzionari, che li attaccano sotto forma di bombe umane senza nient'altro che
i loro corpi ripieni della fede in Dio, la superiorità americana si logora prima
del previsto, e quanto prima questa superiorità diventerà un peso al quale sarà
difficile sottrarsi.
E allora, ascolterà l'America la voce della razionalità e della logica che le
suggerisce di conservare ciò che ancora le resta, oppure Satana l'ingannatore e
i partigiani del sionismo colmi d'odio continueranno a spingere avanti gli
americani fino a farli ingoiare dalle onde e sprofondare in fondo al mare? Chi
mai, dopo tutto, ha incaricato il governo americano di fare il poliziotto del
mondo, di modellare il mondo secondo i suoi gusti, e di impartire ordini alle
nazioni della terra?
Saddam Hussein, signore e signori, è un onorato patriota e un uomo onesto, un
uomo di stato deciso a far osservare la legge; giusto, ma benevolo, che ama il
suo popolo e la sua nazione. Egli è schietto e leale, non fa il doppio gioco e
non inganna. Dice la verità anche contro sè stesso. Piacciono queste
caratteristiche ai tiranni come Bush? Se egli fosse una persona come de Gaulle,
o anche come Reagan, forse le capirebbe, o almeno non le aborrirebbe. Ma voglio
dirvi, stimatissimi signore e signori, che il vostro paese scoprirà altro:
scoprirà che ha perso la sua reputazione e la stima della gente. E l'americano
che girava il mondo rispettato, sicuro e bene accolto dovunque, ora non può fare
un passo fuori dall'America senza portarsi appresso un cercamine, e il
Dipartimento di Stato emette continui avvisi sulle zone del mondo pericolose per
la vita degli americani.
Questa atmosfera di odio antiamericano nel mondo l'hanno creata i governanti
americani col loro comportamento arrogante, il loro atteggiamento altezzoso e
aggressivo, il loro disprezzo per le leggi internazionali e per la sicurezza del
mondo (compresa quella della mia nazione araba, con l'appoggio che danno ai
sionisti nella Palestina), oltre ad altri problemi umani e mondiali.
Oggi siete in una brutta situazione col mondo, e nessuno può tirarvene fuori
tranne voi stessi. Se vi correggerete, si aprirà per il mondo e per voi stessi
una nuova opportunità. Ma se non fate attenzione… sono fatti vostri. Ciò di cui
voi avete bisogno per la vostra sicurezza è una competizione mondiale libera e
franca, e la pace.
Gli anni dopo il diciottesimo secolo erano già trascorsi da tempo quando gli
invasori sono tornati in Medio Oriente a risvegliare memorie di cose cui esso
aveva dato vita e che aveva suscitato. Il Medio Oriente, e la terra araba in
particolare, è stata la culla dei profeti e dei messaggeri di Dio. La terra dove
i profeti sono sepolti nelle loro tombe è forse ora anche la casa dei diavoli e
dei loro miraggi, ossia dei maligni invasori?
Abbiamo creduto, e la nostra fede era fatta apposta per noi.
Poi vennero i sionisti, guidati da un demonio.
Ci hanno assalito come invasori, ingiustamente.
Non hanno fermato la loro avanzata nè si sono arrestati.
Il loro diabolico protettore ha preparato il loro piano.
Ma noi abbiamo per protettore Dio misericordioso.
Popolo dell'America: nonostante i crimini che il vostro governo ha commesso
contro di noi, contro la nostra nazione araba e contro l'umanità, il popolo
dell'Irak (e intendo dire gli iracheni veri, non quelli a doppia faccia che
preferiscono servire gli stranieri invece della loro gente), il libero popolo
dell'Irak, anche nelle circostanze presenti non ha a cuore solo il destino suo,
ma anche quello altrui, quando è possibile trovare una soluzione per un problema
doloroso.
Su questa base dissi già ad alcuni americani, nella mia prigione: perchè non vi
accordate con la Resistenza per designare un paese che abbia veste legale e
autorità, cui la Resistenza possa consegnare i prigionieri americani catturati
invece di giustiziarli, come si dice che avvenga? Infatti, fino a che punto la
Resistenza faccia questo non è noto, ma la gente obiettiva sa bene che l'America
non si attiene nelle sue attività in Irak alle leggi internazionali, comprese le
Convenzioni di Ginevra riguardanti i prigionieri di guerra e i carcerati. La
Resistenza non ha in Irak alcun posto sicuro ove tenere i suoi prigionieri,
cosicchè, sia che l'unica responsabile di ciò sia la Resistenza, o che lo siano
terzi che con essa non hanno rapporti, resta il fatto che essa non ha un posto
sicuro ove tenere i prigionieri.
Pertanto, onde assolvere le esigenze umanitarie ed eliminare giustificazioni per
l'uccisione di prigionieri, faccio questa proposta -e con la migliore delle
intenzioni- tanto a voi che alla Resistenza e a chiunque possa riguardare. Se
l'accetterete e rispetterete le Convenzioni di Ginevra, non vi saranno più
giustificazioni per chi uccide i prigionieri. Se invece il vostro governo non
l'accetterà, esso sarà responsabile di tale rifiuto e delle conseguenze che esso
avrà per il nostro popolo e per la nostra eroica Resistenza derivanti dalla
violazione da parte del vostro governo delle leggi internazionali. E questo sarà
particolarmente importante se in futuro vi sarà un aumento di prigionieri
americani, e credo proprio che aumenteranno. O forse il vostro governo apre gli
occhi sulle cose solo quando le tocca con mano?
Egregi signore e signori: è ora che il vostro governo cominci a considerare
tutti i popoli come uguali di fronte alle leggi internazionali indipendentemente
dalle dimensioni delle nazioni di cui fanno parte. Chiunque viola le leggi
internazionali con la sua politica e col comportamento del suo esercito deve
sopportarne le conseguenze lui solo. E se la sua politica non segue i dettati
delle leggi internazionali, non ha diritto di chiedere ad altri di rispettare i
diritti suoi a norma di tali leggi.
Egregi signore e signori: chi si è lasciato sfuggire l'occasione di agire per
cercare di evitare la guerra, ha ancora una possibilità di cercare di farla
cessare e di restituire all'Irak la pace e la libertà secondo le scelte che il
suo popolo farà e senza interferenze straniere di chicchessia.
Popolo americano: non mi rivolgo a te per debolezza o come un supplicante. Io,
la mia gente, i miei fratelli e compagni, e la mia nazione, ci rivolgiamo a te
sulla base della nostra responsabilità morale e umana. Vi ripeto che i vostri
governanti, e in primo luogo il vostro presidente, vi hanno mentito e vi hanno
ingannato e imbrogliato servendosi dei mezzi di informazione che dipingevano
l'Irak come incorreggibile e Saddam Hussein come un odioso dittatore, odiato dal
suo popolo e del quale esso non vedeva l'ora di liberarsi. Alcuni di questi
mezzi di informazione hanno spinto le loro menzogne fino a dichiarare che gli
iracheni avrebbero accolto gli eserciti invasori con festeggiamenti e con le
rose.
So bene che molta gente non si ferma a sottilizzare, e che non ha nè il tempo nè
la possibilità nè la voglia, quando le ammanniscono notizie false, di fare
indagini per scoprire la verità. Tanto per fare un esempio, gli americani non
hanno avuto modo di accertare questo: come mai, se gli iracheni odiavano tanto
Saddam Hussein, costui era riuscito a sconfiggere l'Iran di Khomeini dopo otto
anni di una guerra di aggressione da lui impostaci con lo slogan di esportare la
rivoluzione cominciando dall'Irak? Americani: la vittoria sull'Iran di Khomeini
non è stata una faccenda breve, ma è venuta solo dopo otto anni di dure
operazioni militari in cui sono cadute migliaia di iracheni e centinaia di
migliaia di iraniani.
E poi: se Saddam Hussein era un dittatore, come mai nel 1980, in piena guerra,
stabilì un parlamento con regolari elezioni quando in Irak non ce n'era uno dal
1958? Se lui e il suo governo erano dittatoriali, come faceva a visitare scuole,
università, città e villaggi, e passare le notti con la sua gente dopo il calar
del sole? Come poteva viaggiare e andare al fronte di notte e di giorno e anche
nelle trincee in zona di guerra fra i soldati musulmani?
Si, gentili signore e signori, il vostro governo vi ha proprio ingannati, e voi,
o piuttosto molti di voi, non avete avuto modo di scoprire la verità, o da voi o
attraverso altri, perchè la lobby sionista che ha patrocinato la guerra insieme
ad alcuni dei centri di potere vi ingannavano e vi imbrogliavano, nascondendo ai
vostri occhi la verità vera e sostituendo ai fatti informazioni falsificate e
tendenziose. E una cosa ancora: se Saddam Hussein era un dittatore odiato e
disprezzato dal suo popolo, come mai questo lo ha sopportato e perchè lo ha
scelto come Presidente con un referendum?
Popolo d'America: le disgrazie che vi hanno colpito (compreso il crollo della
stima e reputazione dell'America) e hanno colpito la nostra nazione araba e il
nostro popolo eroico, sono stati unicamente causati dal temerario comportamento
del vostro governo e dalla pressione del sionismo e dei centri di potere, che lo
hanno influenzato spingendolo a commettere quei crimini e quelle azioni
scandalose per precisi motivi che nulla hanno a che vedere con l'interesse del
popolo americano. Dei massacri, e del sangue che sta scorrendo a torrenti nelle
strade e nelle campagne irachene, la responsabile prima di chiunque altro è
l'America.
Voi sapete, o forse avete adesso cominciato a capire, che nè i tirapiedi che le
forze armate americane si sono portati appresso sui loro aerei o sui loro carri
armati come vergognoso regalo, nè l'Iran, che ha spinto e continua a spingere
avanti quelli che li appoggiano e chi essi appoggiano, avrebbero potuto condurre
allo spargimento di sangue e alla distruzione dell'onore e delle proprietà del
nostro popolo e del nostro stato se l'America non avesse intrapreso
l'aggressione e l'invasione e dato gli ordini relativi; e nella cosiddetta Zona
Verde essa li dà tuttora. Perciò, chi porta il peso di tutti questi crimini e di
queste violenze è l'America. Allora: volete voi far cessare quello che sta
succedendo usando i metodi della verità diretta senza digressioni ed evasioni, o
volete che la macchina della morte continui a mietere iracheni e americani senza
fare nulla per risolvere il problema?
Questa è la vostra responsabilità di fronte alla Storia, gentili signore e
signori. Se vi ravvederete, potrete salvare quel che resta della stima e della
reputazione dell'America e dei suoi interessi; se non farete nulla, vorrà dire
che sarete restati in silenzio al cospetto del male:
«Oh Signore, concedici la perseveranza e fà che moriamo da musulmani». [Corano,
7:126].
Popolo americano: le guerre che il vostro governo promuove nel mondo, fra le
quali quella dell'Irak, sotto la spinta di certi centri di potere che conoscete
meglio di me, non fanno l'interesse del popolo americano. Voi sapete meglio di
chiunque altro quanto sangue avere pagato per liberarvi dal colonialismo
inglese, e dopo di ciò come gli Stati Uniti si sono unificati e quanto altro
sangue ciò sia costato. E dunque, signore e signori, come potete accettare
questa stonatura che degrada più l'America di quanto non degradi l'Irak? Come
potete accettare, non solo l'invasione, ma di infangarvi nelle faccende interne
dell'Irak? Una terra di profeti, di messaggeri e di figure rette; Baghdad, la
quarta città santa della terra araba (dopo la Mecca, Medina e Gerusalemme),
sotto gli occhi di tutto il mondo islamico e di tutta la nazione araba. Come
potete pensare che l'Irak possa accettare di nuovo un governo coloniale, anche
se questo arriva ora sotto altro nome e con altri slogans? Salvate il vostro
paese, e lasciate l'Irak!
Pace. «Dio è grande». In nome di Dio pietoso e misericordioso.
«E fra i credenti vi sono uomini che sono fedeli al patto che avevano fatto con
Dio. Alcuni di loro lo hanno osservato con la morte, altri aspettano ancora, ma
il loro atteggiamento non è minimamente cambiato. Dio potrà ricompensare i
fedeli per la loro fedeltà e punire gli ipocriti, se Egli vorrà, oppure sarà
indulgente con loro, perchè Dio è clemente e misericordioso. E Dio ha respinto
da sè gli infedeli a causa del loro astio, ed essi non hanno avuto alcun bene, e
ha stornato dai credenti il loro attacco. Dio è forte e potente». [Corano,
33:23-25].
firmato: Saddam Hussein
Presidente della Repubblica dell'Irak e Comandante
in Capo delle Forze Armate Mujahid
e della Resistenza.
7 Luglio 2006
N.B.: allegata alla lettera c'era una
scelta di liriche di Saddam Hussein riguardante la patria, l'invasione, e la
lotta di liberazione.
da
www.albasrah.net
"Ai Coraggiosi e sacri Iracheni
dell'eroica Resistenza"
"I nemici del nostro paese, gli invasori e i persiani, hanno
scoperto che la vostra unità è una barriera tra voi e coloro che
oggi vi governano. Perciò essi hanno cercato di inserire l'infame
cuneo tra voi. Restate uniti. Avete conosciuto il vostro fratello e
leader come conoscete la vostra stessa famiglia. Sapete che non si è
mai piegato ai despoti e, in sintonia con il desiderio di coloro che
lo amavano, è rimasto una spada e una bandiera. Grande popolo, ti
chiedo di preservare i valori che ti permisero di degnamente operare
nella tua fede e di restare un faro di civiltà. La tua unità ti
preserva dalla servitù.
Ti chiedo di non odiare, perchè l'odio non ti permette di essere
equo, ti acceca e chiude tutte le porte al pensiero, impedisce il
ragionamento equilibrato e la scelta giusta. Ti chiedo anche di non
odiare i popoli dei paesi che ci hanno aggredito e di vedere la
differenza tra il popolo e coloro che prendono le decisioni,
Chiunque si penta, in Iraq o fuori, deve essere perdonato. Dovete
sapere che tra gli aggressori v'è gente che sostiene la vostra lotta
contro l'invasore, alcuni si offrirono volontari alla difesa legale
dei prigionieri, compreso Saddam Hussein.
Coraggiosi e sacri Iracheni dell'eroica Resistenza, figli di una
sola nazione, dirigete le vostre ostilità contro l'invasore. Non
permettete che vi dividano. Popolo fedele, ti dico addio... Viva la
nostra nazione, viva il nostro grande popolo combattente, viva
l'Iraq, viva l'Iraq, Viva la Palestina, viva la guerra di
liberazione e i suoi combattenti.
Saddam Hussein
Presidente e comandante in capo
delle Forze Armate di Liberazione |
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