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Vinciguerra un visionario?

Maurizio Barozzi (7 ottobre 2014)    

 

 

Di fronte alle circostanziate accuse che Vincenzo Vinciguerra ha elevato contro personaggi, gruppi e movimenti cosiddetti "neofascisti", non potendolo ovviamente accusare di essere un pentito e neppure un dissociato, l'unica risposta che sostanzialmente è venuta da alcuni ex (per fortuna non tutti) di quest'area e loro epigoni, è stata quella di definirlo un paranoico e un visionario.

In questa sede a noi non interessa entrare nel merito delle citate accuse prodotte da Vinciguerra a sostegno della sue denunce: non siamo magistrati, né abbiamo la possibilità di verificare documentazioni e altro; sarà la Storia a confermare o smentire quello che Vinciguerra asserisce, e in questa prospettiva, da quello che è ad oggi possibile osservare, più passa il tempo e più le tesi di Vinciguerra trovano conferma. Ma lasciamo stare.

Quello che invece qui vogliamo attestare è una verità storica che dimostra come Vinciguerra non è affatto un visionario, che non si è assolutamente inventato nulla, può semmai aver qualche volta errato valutazioni e deduzioni, ma di certo in un quadro storicamente veritiero.

Quello che possiamo riconoscere è il fatto che Vinciguerra, a volte generalizza nelle accuse, bollando di infami e traditori tutti coloro che, in qualche modo hanno avuto collusioni con gli apparati del Sistema o con i Servizi. Presunti "camerati" che hanno ingannato altri camerati, spesso creandogli gravi danni.

Su questi nominativi, uno per uno, si può discutere e semmai dissentire, ma non è nostro compito, né siamo in grado di farlo.

C'è infatti da considerare che la politica è una attitudine "sporca", fatta di iniziative, contatti, esperienze e possibilità da cogliere al volo. Non è possibile fare politica senza sporcarsi le mani, o meglio è possibile, ma non ti devi muovere.

Può darsi, quindi, il caso che ci siano stati degli elementi, che in buona fede, instaurarono un certo rapporto ambiguo con un Servizio credendo, magari in un momento di demenziali valutazioni, che ciò poteva essere utile alla "Causa".

Stiamo ovviamente parlando di "collusioni" eventualmente occasionali e non certo prolungate nel tempo, di sciocchezze commesse da chi, in buona fede, riteneva di agire per il meglio. Diciamo che in questi casi vale il detto: omnia munda mundis.

Noi non vogliamo assolvere nessuno, ma la realtà della vita e della politica ci dicono che le cose possono a volte anche stare in questo modo.

Certo che se nel caso, personaggi che hanno praticato queste collusioni, si sono fatti poi "fregare" e magari si sono resi complici o autori di gravi attentati che hanno causato la morte o il ferimento di altri italiani, quando poi si sono resi conto che il loro agire, oltre che scellerato, è stato al solo fine di contribuire a imprigionare ancor di più il nostro paese nella gabbia Atlantica, in questi casi, se veramente l'interessato era in buona fede, e magari era anche un cultore del Bushido, suo dovere sarebbe stato quello di essere consequenziale. E ci siamo capiti.

Ma torniamo all'accusa fatta a Vinciguerra di essere un visionario.

Diciamo subito che l'accusa cade prima ancora di essere elevata, per il semplice fatto che il quadro generale, formulato da Vinciguerra circa le collusioni e le complicità dell'area neofascista, già precedentemente costituiva la continua denuncia fatta dagli ex combattenti della RSI, quelli della FNCRSI, come oggi è possibile accertarsi andando a leggere la vecchia stampa e i volantini di questa associazione non da poco, nel Sito: http://fncrsi.altervista.org/.

Quindi, quando ancora Vinciguerra era poco più di un ragazzo e frequentava l'ambiente neofascista, la FNCRSI già denunciava e metteva sull'avviso i camerati di diffidare da certe sirene, da certe politiche e da certi personaggi.

Ma rivediamo un momento il contesto storico dell'epoca.

Verso la fine degli anni '60, dopo 25 anni di deleteria presenza del MSI, un partito traditore di tutti gli interessi nazionali (sudditanza verso i nostri occupanti statunitensi, oltre alla pratica di una politica conservatrice e reazionaria), già si potevano intuire, ma non dimostrare i dubbi, se non le collusioni e le dipendenze di quell'area definita "neofascista", dallo Stato Maggiore e dai Servizi militari e civili (nell'ottica delle strategie stay behind).

Fu in quest'area che si cercarono gli elementi utili a contribuire ad una certa "strategia della tensione", in quei periodi confacente agli interessi Atlantici a seguito di una grave crisi nel mediterraneo che aveva reso necessario in Grecia un colpo di Stato dei Colonnelli guidato dalla CIA.

Si dava infatti il caso che alcuni paesi in posizione strategica del Sud Europa, come l'Italia, in quel periodo non dovevano fare "scherzi", ovvero non dovevano deflettere dal loro rigido inquadramento nella NATO, come invece, per esempio, fece nel 1966 De Gaulle con la Francia, eventi questi che pre e post la guerra dei "sei giorni" e conseguente arrivo nel Mediterraneo delle navi sovietiche, rendeva la situazione in quest'area geografica drammatica.

Un clima di violenze esteso nel paese ad ogni livello sociale, il tintinnar di spade per minacciati Golpe, le crisi ricorrenti dei governi di centro sinistra dell'epoca (spesso provocate ad arte) ed infine un crescendo di bombe, tale da diventare stragista, era quanto interessava ai nostri colonizzatori al fine di destabilizzare l'ordine pubblico, per stabilizzare il nostro ingessamento nel sistema Atlantico. Si trattava, in pratica, di creare una situazione tale, di disordini, attentati e incertezze, da impedire che un governo forte potesse praticare una politica autonomista o comunque venisse, anche solo in parte, meno dai suoi obblighi verso la NATO.

Quello che possiamo facilmente ipotizzare è che in quegli anni, arrivarono nel nostro paese input per attivare una specie di "guerra di basso profilo" come previsto dalle strategie statunitensi, comprese quelle nomate Chaos (attentati false flag, infiltrazioni, agitazioni, ecc.). All'uopo si attivarono e si mossero, a scatole cinesi, ognuna nel loro ambito e spesso all'insaputa delle altre, Servizi, circoli culturali e lobby e cosche di ogni tipo, magari senza necessariamente proporre di mettere bombe, a queste ci pensavano altri elementi interni o a latere di questo contesto.

Tra gli ambienti coinvolti a queste strategie vi furono anche quelli del cosiddetto neofascismo, un ambiente eterogeneo, minoritario, diviso, emarginato, che del resto da sempre aveva praticato una politica di anticomunismo viscerale.

Non dimentichiamo che fin dal primissimo dopoguerra il capo dell'OSS americano J. J. Angleton (a maggio del 1945, aveva tratto in salvo Valerio Borghese con l'intento poi di utilizzarlo per gli interessi statunitensi), aveva sotto controllo quasi tutti i gruppetti neofascisti, per non parlare poi del neonato MSI.

Evidentemente ad alcuni di questo ambiente non parve vero accogliere la richiesta di scatenare violenze, magari in cambio di promesse di qualche proclamazione, a seguito dei disordini, di uno "stato di emergenza" o addirittura di un colpo di Stato, che avesse messo al bando i comunisti ed elevato loro a qualche compito da guardie bianche.

Una pia illusione, però, perchè i nostri colonizzatori atlantici, avevano solo la necessità contingente e transitoria di tenere certe posizioni, paralizzare i governi, ma l'Italia non era la Grecia e quindi "stati di emergenza" o addirittura Golpe gli avrebbero procurato più problemi di quanti ne volevano risolvere.

Non solo, ma come ben sappiamo per le politiche mondialiste, il progetto degli assetti politici e istituzionali dei paesi occidentali non è quello di paesi "autoritari", dittatoriale, che vengono utilizzati in momenti di estrema necessità, ma la conformazione ideale per il mondialismo è quella di paesi progressisti a cultura neoradicale, e Istituzioni democratiche.

Dai primi anni '70 in avanti, infatti, cessata la necessità atlantica, causata dalla crisi militare nel mediterraneo e nel vicino Oriente, rivoluzionata l'amministrazione americana con il Watergate (cambiarono tutti i vertici della Intelligence USA), i vecchi ascari di destra vennero tutti scaricati, USA & getta, come nella migliore tradizione americana.

Cosicchè l'area neofascista, senza distinzioni tra colpevoli e innocenti, si trovò esposta alla ritorsione degli avversari, alla volontà mondialista di cambiare la cultura e la società del nostro paese in senso progressista.

Non è casuale che l'ex magistrato Ferdinando Imposimato ha affermato che la strategia stragista non fu solo opera della CIA, ma anche del Bilderberg.

Complice una certa magistratura, da quel momento in poi, i neofascisti, vennero fatti oggetto di una violenta repressione, fatta spesso di teoremi da barzelletta, non finalizzati a cercare una verità innominabile, perché in tal caso avrebbe coinvolto lo Stato e gli ambienti Atlantici, ma solo a creare un immaginario collettivo di presunta "eversione nera". Come tutti sappiamo, è andata a finire che, processualmente, non ci sono colpevoli quali mandanti ed esecutori, ma solo una ridicola presunzione di "servizi infedeli", massonerie deviate" ed appunto "eversione nera".

Tutto da ridere se si pensa che i nostri Servizi, potevano avere tra loro riferimenti in clan politici diversi e sicuramente feroci rivalità e personalismi, ma sostanzialmente erano subordinati agli alti vertici NATO, come da accordi e protocolli anche segreti che legavano il nostro paese al sistema atlantico, si erano tutti formati nelle scuole militari americane e pertanto, nelle questioni di estrema e strategica importanza, non si muovevano di certo all'insaputa dei nostri colonizzatori.

Per la Massoneria, solo chi non conosce storia e modus operandi di queste lobby, può credere che, per esempio, la P2 fosse una massoneria "deviata" e non invece, come in effetti è stato, una massoneria conforme ad un determinato momento storico e luogo geografico.

L'"eversione nera", infine è una fola clamorosa, visto che le organizzazioni di destra non hanno mai fatto eversione contro lo Stato, ma semmai in supporto dello Stato, spesso in collusione con i suoi Apparati di sicurezza.

Molti militati neofascisti vennero così sbattuti come mostri in prima pagina, perché dai primi anni '70 in avanti, ogni bomba che per qualsivoglia motivo, scoppiava, doveva essere colorata di "nero". Dalle vecchie bombe false flag, da accollare agli anarchici e ai "rossi", ora c'erano le bombe false flag da accollare ai "neri"!

Specificato questo contesto, veniamo alla FNCRSI, associazione che lottava contro la NATO e gli americani, mentre l'area neofascista simpatizzava per i Colonnelli greci, per i centurioni americani e per Pinochet. Mentre la FNCRSI si batteva per i popoli arabi, aggrediti da Israele e per i palestinesi, i neofascisti sognavano i mercenari al servizio delle multinazionali e simpatizzavano per i cristiano maroniti.

E sognavano anche un colpo di Stato, un Golpe che portasse al potere i militari, mettesse fuorilegge il PCI e magari desse loro una chance politica.

Ad eterna testimonianza storica di quello che abbiamo qui esposto, potremmo portare molto materiale, al quale rimandiamo visionando il Sito della FNCRSI.

Ci limitiamo a riportare, commentandolo, un prezioso Bollettino della Federazione Nazionale Combattenti della RSI (FNCRSI) che con un breve articolo sul famigerato Fronte Nazionale di Valerio Borghese (ricordiamo che Borghese nel 1959 era stato espulso dalla FNCRSI per indegnità!) rende chiara ogni cosa.

Il fatto che il Fronte Nazionale di Borghese, da questi messo in piedi nel 1968, inquadrasse un po' tutta la galassia del neofascismo, fa da emblematica esposizione di tutta quest'area.

Leggiamo allora questo articolo del Bollettino FNCRSI Anno III - n° 5 - ottobre 1970 – (visibile on line alla sezione "Periodici" di questo sito) e commentiamolo.

Ricordiamo che siamo ad ottobre del 1970, prima che Borghese (ancora non è chiaro per conto di chi), mettesse in atto, a dicembre, la pagliacciata del famoso Golpe Borghese, il Golpe parodiato poi nel film "Vogliamo i Colonnelli" di Monicelli mentre, allo stesso tempo Vinciguerra, 21enne, militava nei gruppi neofascisti e tanti episodi stragisti degli anni successivi, ancora non si erano verificati.

 

L'articolo, nomato "IL FRONTE NAZIONALE" diretta espressione della Direzione della FNCRSI, si apre con queste parole:

 

«Poiché molti camerati si sono rivolti a noi per saperne qualcosa, rispondiamo a tutti in unica soluzione. Il fantomatico schieramento, al quale è stata imposta l'ampollosa denominazione di "fronte", è sorto dalle ceneri dei comitati tricolore, pateracchio paragovernativo, sfasciatosi dopo la ridicola marcia su Bolzano di qualche anno addietro.

Si tratta, in sostanza, di un fronte di cartapesta, che si regge (non si sa fino a quando) a suon di ottima carta moneta.

Portatore di nessuna idea, né vecchia né nuova, esso vorrebbe riesumare uomini ed ambienti logori e squalificati, nel tentativo di allestire un contraltare all'attuale classe dirigente.

Siffatto coacervo di interessi, di velleitarismi e di mal sopite libidini di potere raccoglierebbe adesioni nei più disparati ambienti: da certo social-pussismo, a certi ambienti curialeschi, al solito comandante, ai residui circoli monarchici, al MSI ed alle sue organizzazioni parallele, alle varie avanguardie, gli ordini nuovi, le vere italie, certi militari a riposo, una certa loggia; sarebbe nelle grazie di non poche cosche mafiose e della destra DC».

 

Quindi come ci dicono chiaramente i fascisti della FNCRSI, il Fronte di Borghese è un pateracchio conservatore e reazionario della peggior destra italiana, gestito e sovvenzionato da interessi ambigui e logge massoniche. Non mancano le cosche mafiose. Tutto questo, come oggi ben sappiamo, emergerà negli anni, seguenti dalle inchieste giudiziarie e documentazioni varie. Altro che fascismo!

Ma andiamo avanti, perché i fascisti della FNCRSI ci fanno sapere che a questo Fronte:

«Gli sarebbe stato assegnato il ruolo di sobillatore e coordinare il malcontento popolare allo scopo di predisporre la giustificazione ad un eventuale colpo di stato a favore di quelle forze conservatrici che ostacolarono i programmi sociali del ventennio fascista e che crearono, al tempo della RSI la cosiddetta Resistenza che oggi pompano a copertura dei propri interessi.

E le stelle -come farebbero gli agenti della CIA e del KGB- stanno a guardare.

L'iniziativa -che non può ovviamente avere nulla a che fare con il Fascismo- ha galvanizzato numerosi ex-fascisti da tempo abbandonati a se stessi in quanto ormai idealmente logori e sfiduciati e pronti quindi ad abbracciare l'ignobile professione dei LAZZARI. Sarà certamente l'ultima loro LAZZARONATA; l'iniziativa infatti è destinata ad abortire per intrinseca incapacità politica degli eterogenei ispiratori e propugnatori».

 

Ecco, con buona pace degli imbecilli che ci hanno creduto, gli ex combattenti fascisti della FNCRSI, specificano le vere forze e gli interessi reazionari che sono dietro a Borghese e definiscono lazzari, coloro che si imbarcano in queste imprese sponsorizzate dai Servizi e dalla CIA (le documentazioni oggi desecretate dagli americani, ci hanno dimostrato che il Golpe Borghese era perfettamente al corrente della CIA, la quale sapeva bene che si trattava di una buffonata, ma lo lasciò organizzare perché tornava utile per quella "guerra non ortodossa" che al tempo stava praticando in Italia, pensando poi bene di mettergli fine al momento opportuno).

 

Ed ecco la conclusione dell'articolo, con la quale la FNCRSI, avverte che ogni eventuale Golpe sarebbe sempre e comunque di carattere antifascista e anti italiano:

«Ove però, per una eccezionale quanto improbabile concomitanza di interessi interni ed esterni, il "Fronte" riuscisse a dare qualche frutto, questo risulterebbe più antifascista del sistema attuale. Starsene lontani quindi, oltre che ad una imprescindibile opportunità politica, risponderebbe ad un preciso imperativo morale».

 

Quindi, per concludere, se per uno strano scherzo del destino, quel Golpe sarebbe riuscito (si fa per dire ovviamente) questi lazzaroni non avrebbero trovato solo i "rossi" a contrastarli, ma avrebbero trovato anche i combattenti della FNCRSI!

E ADESSO SEGUITATE A DIRE CHE VINCIGUERRA È UN VISIONARIO!

 

Maurizio Barozzi       

 

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