Italia - Repubblica - Socializzazione

 

COMUNICATO STAMPA
(28 giugno 2000)

 

Questa Federazione coglie l'occasione per esprimere le proprie valutazioni sulla bagarre montata intorno alla relazione della componente diessina della Commissione Stragi presentata in Parlamento.

Da quanto è emerso finora dai mezzi d'informazione, il contenuto di tale relazione trova un'appropriata sintesi nelle parole del senatore Giovanni Pellegrino: «Tutto il ceto dirigente che ha governato l'Italia nella Prima Repubblica è politicamente responsabile di ciò che è accaduto». Dopo un paio di giorni, il medesimo senatore ha dichiarato: «I fatti esposti nella relazione sono incontestabili e solo chi è in malafede può metterli in discussione ...».

Dichiarazioni, queste, che reputiamo essere non soltanto storicamente corrette -in quanto comprovate da ricerche storiche di valenti studiosi non di parte- ma soprattutto NECESSARIE, nel senso che il loro contrario sarebbe inconcepibile, nonché MOLTO IMPORTANTI per un avvenire di chiarezza e di libertà delle nuove generazioni.

Non siamo più nel '74, quando P. P. Pasolini, in ordine ai golpes e alle stragi, non poteva non scrivere: «Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno gli indizi».

Apprendiamo inoltre dalla stampa che le prime pagine della relazione diessina contengono la seguente affermazione: «... era noto che l'esperienza sovietica non fosse applicabile in Italia, che in base agli accordi di Yalta rientrava nella sfera di influenza degli Americani». Affermazione tanto ovvia quanto fondamentale al fine di smontare ogni alibi alla fasulla impalcatura della c.d. guerra rivoluzionaria, che fece da terreno di coltura alla strategia della tensione.

Chi rileggesse gli scritti di questa Federazione, dal '60 in poi, s'imbatterebbe in moltissime argomentazioni di analogo contenuto, tendenti a distogliere i giovani dal seguire le criminali teorie ispirate dalla CIA e dalla Nato e fatte proprie dallo Stato Maggiore italiano, dal MSI e dall'intera classe dirigente della Prima Repubblica, del tutto subordinati agli USA e al Vaticano.

I partiti della sinistra italiana, a loro volta, non sono esenti da colpe; dimostrano di essere incapaci di rinnovarsi e persistono nel considerare fascisti noti personaggi, i quali altro non furono (e forse ancora sono) che soggetti manovrati da apparati dello Stato Italiano, il quale è tuttora significativamente influenzato da ambienti clericali, massonici, atlantici e mafiosi.

Bene faranno dunque gli italiani a disvelare innanzitutto le macchinazioni che precedettero la successione del Vaticano al fascismo nella gestione del potere in Italia e quelle relative alla conseguente formazione della «Repubblica Italiana» made in Usa.

La storia insegna che è vano tentare d'infrangere la ferrea correlazione esistente fra verità e libertà umana: vi saranno sempre uomini con il coraggio civile di sostenere la verità ad ogni costo.

 

Italia - Repubblica - Socializzazione   

p. Il Comitato Direttivo
F. G. Fantauzzi