Italia - Repubblica - Socializzazione

 

Roma, 21-3-1971

 

Comunicato per l'ANSA
(21-3-1971)


La FNCRSI (Federazione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana), in merito agli avvenimenti inerenti a un presunto colpo di Stato ed al conseguente clamore che ad esso è stato dato, prende atto che:
1) L'incidente è esploso oltre tre mesi dopo il cosiddetto tentativo di colpo di stato.
2) Il giorno 9 dicembre 1970 sul quotidiano del PCI è apparsa una comunicazione chiaramente allusiva all'evento in questione.
3) In molti ambienti di diversa estrazione politica al era a conoscenza prima e dopo la data della avvenute adunanze velleitarie che si sarebbe verificato un certo evento e che presumibilmente quindi ne dovevano essere a conoscenza gli organi di stato all'uopo preposti.
4) Un evento di limitate proporzioni, di matematica sicurezza di insuccesso, per ovvie ragioni non poteva altro che risolversi cosi come si è risolto e che la strumentalizzazione politica che ne è stata fatta era perfettamente prevedibile dagli organizzatori di simili manifestazioni.
E ritiene pertanto che gli organizzatori in parola non avessero un proprio autonomo disegno e che quindi tutta l'operazione servisse per altrui contrattazioni politiche di vertice che ci stanno delineando con sempre maggiore chiarezza.
Per quanto concerne l'equivoco, che possa essersi ingenerato, a causa del passato di alcuni elementi implicati nella vicenda, circa le posizioni politiche della FNCRSI, si ricorda che J. Valerio Borghese fu nel lontano 1959 espulso dalla FNCRSI per le seguenti ragioni:
«essere venuto meno ad un impegno solennemente assunto con parola d'onore verso la precedente DN; avere in seguito, essendo dimissionario, emanato direttive ai Gruppi Provinciali ed ad altri organi in netto contrasto con le direttive da lui stesso suggerite ed approvate; avere poi insistito in tale atteggiamento suscitatore di dissidi e polemiche dannose alla compattezza dell'Organizzazione, anche a mezzo stampa; avere investito con espressioni ingiuriose la Assemblea Nazionale, prima di abbandonarla con minaccia di creare un organismo dissidente; avere in seguito diffuso una circolare di contenuto falso e tendenzioso, in veste che più non gli compete»

 

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