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postato da Ignis

 

Italia e Vaticano

 

la nota di Giorgio Vitali

 

Riteniamo necessario proporre il comunicato seguente, giuntoci un anno fa, per la sua rigorosa attualità. La battaglia che lo Stato Pontificio ha di recente rinvigorito in favore dell'immigrazione (più è selvaggia e meglio è...) con la vecchia scusa di un "buonismo" di marca molto scadente, rende necessaria anche la divulgazione di questo pezzo molto prezioso.

Giorgio Vitali

 

Non sono un ammiratore di Bossi. Sono anzi convinto che Bossi sogni di distruggere l'unità nazionale e di recidere in questo modo i legami storici che tengono avvinta la borghesia produttiva del nord Italia ai ceti parassitari e improduttivi romani tra i quali svetta il clero della città del Vaticano.
Ma questa consapevolezza l'ebbero tutti i grandi del Risorgimento, da Garibaldi a Mazzini, ai numerosi patrioti che si batterono per l'unità nazionale e i cui ideali ispirarono i grandi eventi della Grande Guerra e lo stesso fascismo laico e libertario delle origini.
La dipendenza delle classi politiche italiane dal Vaticano scomparve dopo la proclamazione di Roma capitale d'Italia e furono gli anni felici in cui lo Stato laico e liberale non dialogava con i preti che avevano avversata l'Unità e combattuto il Risorgimento in tutti i modi.
I nemici esterni cui la Chiesa si appoggiava per riscattare il potere temporale pericolante o perduto furono di volta in volta la Francia, l'Austria, la Germania e non avrebbero disdegnato di allearsi anche con il diavolo pur di difendere uno straccio di territorio.
Sotto sotto però i preti tramavano per riconquistare il terreno perduto e vista svanita la possibilità di farlo con le armi dei governi alleati, si affidarono alla "diplomazia" e diedero il via a quella fitta tessitura di incontri e di trattative che produssero i Patti Lateranensi.
Sciagura peggiore all'Italia non poteva accadere!
I preti hanno vista lunga e sanno pazientare. Il loro obiettivo era chiaro: riprendere le chiavi del potere perduto dopo Porta Pia e riprenderlo a Roma, tenendo piantati i piedi sul suolo sacro di Roma.
Evitarono in tutti i modi di scontrarsi con Mussolini che aveva restituito loro quel potere che avevano perso col Risorgimento e quando Mussolini fu fucilato e il fascismo liquidato, ritornarono in massa a governare per interposta persona.

* * *

Ai tempi d'oggi le cose sono cambiate. La Chiesa va perdendo fedeli e vocazioni in quasi tutto il mondo; ha perso la battaglia per il divorzio e per i diritti civili e il parlamento europeo ha negato l'esclusività delle radici cristiane dell'Europa, riconoscendo per la prima volta ai popoli il diritto di affermare i propri culti e tradizioni religiose.
Ma fin dal 1980 e forse anche prima con l'entrata dei primi immigrati filippini, la Chiesa e le istituzioni "laiche" ad essa collegate, misero le mani sul fenomeno migratorio con uno scopo semplice e in pari tempo diabolico: il controllo del grande flusso di denaro che questo movimento comporta giustificandolo con il solito bla-bla dell'umanitarismo e della solidarietà cristiana. La Chiesa cioè andava creandosi una nuova piattaforma di potere accanto a quella che già gestiva attraverso i partiti e i sindacati.
Bossi e la Lega non hanno tardato a capire il grande intreccio politico-affaristico che è alla base dell'immigrazione (prevalentemente clandestina) e nel decidere di porvi un freno hanno ricevuto in cambio, da una parte il plauso di una popolazione stanca di vedere le città invase da una massa di vagabondi e di delinquenti e dall'altra la reazione rabbiosa dei vescovi che rischiano di vedersi ridurre il gregge e le lanose pecore da tosare che lo compongono.
Il problema a questo punto diventa politico-giudiziario e va al di la della semplice questione dell'immigrazione legale o clandestina che sia.
Perché? Per una ragione molto semplice: tutte le volte che i preti sbraitano contro le leggi dello Stato compiono un atto di ribellione ed ogni Stato ha il preciso dovere di difendersi dai ribelli. Se la Chiesa si mantiene sotto l'usbergo delle varie immunità che i Patti Lateranensi le garantisce, lo Stato italiano ha un solo dovere: denunciare i patti del Laterano e dichiarare i preti, tutti i preti, cittadini come gli altri con gli stessi diritti e doveri degli altri.
Di conseguenza, se i preti decidessero di contestare una legge dello Stato o di opporsi alla politica del governo della Repubblica sull'immigrazione, non avranno da fare altro che iscriversi a un partito politico come il PD dove troveranno uno spazio adeguato alle loro elucubrazioni umanitarie e piagnone.
La finiscano perciò di fare gli eversori, come hanno sempre fatto, durante la prima e la seconda guerra mondiale, in pace ed in guerra; la finiscano di stare con un piede in due staffe, con il solito gesuitico doppiogiochismo.
Per concludere: non sono un ammiratore di Bossi, ma sono convinto che Bossi e la Lega siano gli unici oggi in grado di zittire i vescovi e di promuovere un vasto movimento d'opinione che porti alla denuncia e all'annullamento dei Patti Lateranensi e quindi alla restituzione all'Italia dei territori e delle proprietà del Vaticano.
 

postato da Ignis