Italia - Repubblica - Socializzazione

 

* La classe dirigente, intellettuale e politica, falsifica i risultati del referendum dandone un’interpretazione che nasconde la realtà.
* La saggezza popolare contro il superpotere globalista.
* Il traffico degli organi umani come paradigma della società consumista e globale.
* Il mito della scienza al servizio del capitale

 

 

Giorgio Vitali
 

 

Qualche decennio fa, assieme ad un’animosa equipe di colleghi, ho contribuito alla redazione di un decadale di largo successo: “La coscienza del medico”, arrivato fino a 55.000 copie di tiratura. Sono cifre da riferire per dimostrare che iniziative coerenti, serie ed oneste, trovano sempre, in Italia, un largo consenso.
Su questo periodico avevo scritto, avendo letto alcune informazioni che mi avevano allarmato, che era in atto un killeraggio di bambini del terzo mondo, soprattutto centro-sudamericani, per rifornire di organi freschi i soliti ricchi yankees. Fui, lo ricordo benissimo, violentemente investito da un giornalista che mi contestava di raccontare frottole per lo meno allarmanti. Gli risposi definendolo, per lo meno, un ingenuo.
Quando l’umanità ha i mezzi per sfruttare «gli altri» a proprio vantaggio, li adopera. E trova anche gli strumenti dialettici per giustificare questo non edificante comportamento.
Tuttavia, molta acqua è passata sotto i ponti, le notizie sull’uso di corpi umani per i trapianti si sono infittite, le informazioni in merito non mancano e riguardano soprattutto bambini dell’est europeo che spariscono nel nulla. Ricordo una trasmissione televisiva di qualche anno fa durante la quale un chirurgo di un ospedale di Tel Aviv affermava di aver praticato molti trapianti ma di non conoscere «dove» i suoi pazienti andavano a rifornirsi di «pezzi di ricambio».
Ieri, ascoltando alla radio il programma "Linea Rossa" dedicato ai fatti di Palestina, vengo a sapere che un giornale israeliano ha diffuso la notizia che molti ricchi israeliani vanno a rifornirsi di «parti di ricambio» in Cina, il cui Governo vende gli organi dei condannati a morte ricavandone lauti guadagni. Il discorso non fa una piega. Gli organi degli ammazzati «a norma di legge» essendo di proprietà del Governo Cinese.
Questo mi permette di fare alcune precisazioni, prima di entrare nel vivo della questione.
1) Il governo cinese si può permettere di affermare il proprio diritto di vendere organi umani soltanto perché la legislazione internazionale ha stabilito che il corpo umano è “res nullius”, sul quale tutti hanno un diritto di guadagno e di vendita fuorché il suo naturale possessore, posto che quello del corpo possa essere definito un possesso e non una identificazione.
2) Il giro d’affari del «mercato della salute» è sempre più vorticoso e coinvolge una gran maggioranza di cosiddetti «ricercatori» asserviti agli interessi economici dei «gestori» della salute collettiva. Sono i Media che, per ovvie ragioni, veicolano secondo uno schema graduale, i messaggi favorevoli agli interessi di tutti coloro che gestiscono dietro le quinte la grande torta.
3) La gestione dei “Premi Nobel” non è casuale. Solitamente vengono premiati tutti coloro che sostengono direttamente o indirettamente determinate tesi a favore dell’establishment globalista. Spesso sono proprio i soldi del premio che prendono la strada di certi particolari investimenti, anche di uso bellico.
Il volume "La strage dei genetisti" di Maurizio Blondet, edito recentemente da Effedieffe è indicativo in tal senso.
4) È presumibile che, visti i guadagni ottenuti nel vendere i pezzi di ricambio, si sia innescata in Cina una «febbre scientifica» per la quale più di un poveraccio, arrestato per il furto della classica “mela”, si ritrovi nel breve arco di qualche settimana sotto la mannaia di una condanna a morte per il solo fatto di avere un corpo geneticamente compatibile con qualche ricco acquirente.
5) Poiché gli organi da trapiantare devono essere «vivi e vegeti» è altresì presumibile che questi diavolacci di cinesi si siano inventati un nuovo sistema di esecuzione capitale che, pur procurando la famosa «morte cerebrale» (ma a questo punto basta una bella legnata in testa) consenta un perfetto funzionamento di cuore, fegato, reni e quant’altro. D’altronde, quando in Italia, sotto lo stimolo economico della «gratuità dei corpi» fu innescato il Grand Guignol della «donazione degli organi a scopo di trapianto», è proprio dal Ministero della sanità gestito dall’ineffabile Rosy Bindi, poi soppiantata dall’altrettanto encomiabile Umberto Veronesi, che fu architettata l’operazione “Consenso Informato” per aggirare un ostacolo altrimenti insormontabile costituito dall’articolo 32 della nostra Costituzione, che obbliga a non metter mano nel corpo altrui senza il consenso di questo «altrui». Si tratta di un argomento di grande interesse sul quale, a richiesta, potremmo entrare in un secondo tempo.
Su questo argomento basti una sola citazione: «La gente ha abbastanza buon senso da capire che i “morti cerebrali” non sono veramente morti. La morte cerebrale non è altro che una comoda finzione. Fu proposta ed accettata perché rendeva possibile il procacciamento di organi». Peter Singer al congresso di CUBA del 1996.

Dichiarazioni di «scienziati».
Durante la raccolta delle firme per il referendum contro la Legge 40, alcuni «scienziati» hanno rilasciato significative dichiarazioni.
Si tratta sempre degli stessi «scienziati». Sponsorizzati prima, durante e dopo.
Con la piccola differenza che durante e dopo hanno sensibilmente modulato le precedenti dichiarazioni (Posto che siano effettivamente loro. Sappiamo benissimo, per ampia documentazione in materia, che questa tipologia di «scienziati» è adusa all’utilizzo di “veline” appositamente approntate dai Reparti Marketing delle Multinazionali).
Su "Avvenimenti" del 17-23 settembre 2004 leggiamo, infatti:
Dichiarazione Renato Dulbecco: «La ricerca sugli embrioni offre speranza di vita e di cura, a malati oggi incurabili».
Dichiarazione Umberto Veronesi: «Questa è una legge davvero infame. Fermare la scienza è un atto contro ragione».
Dichiarazione Rita Levi Montalcini: «Questa legge sulla fecondazione assistita è assolutamente inaccettabile e immorale».
[Del tutto incidentalmente, vogliamo rilevare una particolare sensibilità umana e culturale di questi «scienziati», che nessuno ha finora sottolineato ma che sottintende la loro «grande attenzione» al futuro dell’Umanità. Infatti: mentre quando si sperimenta sugli animali o sulle piante la tossicità di sostanze o procedimenti, si cerca abitualmente di verificarne il possibile effetto sulle generazioni successive, spesso fino alla decima generazione, nulla si è pensato di fare, né sull’argomento è mai stata allertata l’opinione pubblica, per conoscere le conseguenze sulle prossime generazioni di un intervento anche apparentemente semplice di procreazione assistita. Evidentemente l’ansia di accumulare quattrini ed una sostanziale incultura hanno finora avuto il sopravvento su una indispensabile precauzionalità che, tra l’altro, è stata non a caso recentemente codificata a livello internazionale (principio di precauzione) in questi casi mai finora applicato].
(Ove vi siano minacce di danno grave o irreversibile, l’assenza di certezze scientifiche non deve servire come pretesto per posporre l’adozione di misure, anche non a costo zero, volte a prevenire …)

Considerazioni sui costi del referendum.
L’organizzazione di un referendum costa in media, dichiarazioni non opinabili di Marco Pannella, una diecina di miliardi «vecchio conio». Tant’è vero che il rimborso, in caso di vittoria dei proponenti, è a norma di legge previsto per la somma di oltre due miliardi a quesito. In questo caso, trattandosi di quattro quesiti, il conto è presto fatto. I proponenti avrebbero ricavato un «rimborso spese» di una diecina di miliardi (vecchio conio). Più o meno quanto speso.
A tutt’oggi non sappiamo però chi ha anticipato queste cifre con il rischio, in più, di una molto probabile bocciatura popolare. Certamente non sono state le sposine che anelano ad avere un bambino. E nemmeno il buon Marco Pannella, ben poco interessato, assieme alla Bonino, ad avere un qualche figlio. Basta riflettere un poco per rendersi conto che l’«investimento», che resterà segreto per l’eternità, è stato fatto da “Organizzazioni” interessate a metter le mani «gratuitamente» su diecine di milioni di embrioni congelati. Ed è qui, su questo «terreno», che in futuro si svolgerà la lotta fra i vari contendenti per appropriarsi di un «giacimento» di inestimabile valore. I giacimenti del passato (argento, oro, metalli preziosi, gemme, petrolio, gas naturale) sono inezie al confronto. Le possibilità aperte alla speculazione illimitata delle Multinazionali del settore sono infinite… fino ad arrivare all’… androide!!!!

Imprese «scientifiche» di Rita Levi Montalcini.
Sono in molti, in Italia, a conoscere la storia della Ditta farmaceutica Fidia. Anzi, è stato riesumato di recente un caso del tutto emblematico che riguarda la morte per annegamento di due interessanti esponenti del potere democristiano nel Veneto. I fratelli Bisaglia. Presumo che usciranno altre rivelazioni capaci di far luce ulteriormente sulla storia di questa strana azienda che, partita da un piccolo e dignitoso fatturato ottenuto con la vendita di estratti di organo animale, è approdata ai vertici del mercato farmaceutico italiano sotto la direzione del dr. Della Valle, grazie alla diffusione di un «farmaco» anomalo, il "Cronassial", prodotto inefficace nelle indicazioni per le quali era indicato, scopertosi poi causa di una malattia terribile, il Morbo di Guillain Barre (una forma particolare di polineuropatia), che non lascia scampo. Questo prodotto, ottenuto a costi molto bassi (anzi utilizzato per operazioni di esportazione di capitali) ma venduto, grazie al S.S.N. ed ai gruppi politici che se ne servono, a prezzi «molto alti», poteva vantare una prescrizione molto diffusa, in conseguenza di due fattori: l’assoluta imprecisione ed indeterminatezza delle sue indicazioni, per cui ogni più piccolo dolore era buono per farlo acquistare, ed una «campagna pubblicitaria» sui medici prescrittori costante, pressante e molto «generosa». [Tanto… paga sempre Pantalone].
Il successo di questo prodotto (si parla di 534 miliardi nel solo 1991), aveva tra l’altro dato il via alla proliferazione di altri «farmaci» similari, [vogliamo qui ricordare il "Sygen", il "Synassial" della stessa azienda] ed i concorrenti (cioè uguali ma venduti da altre aziende): "Biosinax", "Megan", "Sincronal".
È noto negli ambienti del farmaco come la Levi Montalcini abbia sponsorizzato per lungo tempo il "Cronassial", prestando la sua immagine e la sua presenza a qualsiasi iniziativa di lancio del prodotto. Ovviamente, la ricercatrice non ha mai rilasciato un certificato di qualità, che non avrebbe mai potuto fare non essendo quello il suo mestiere, ma la sua apparizione, al seguito della dirigenza Fidia, in qualsiasi consesso si parlasse di "Cronassial", non lasciava dubbi ai partecipanti, per lo più medici di base, che il farmaco fosse avallato dalla nota ricercatrice. L’asso di denari lo ha poi gettato sul tavolo il buon Duilio (soprannominato Piduilio) Poggiolini, ex-direttore generale del Ministero della sanità, quando, pressato dagli interrogatori dei magistrati, ha confessato che il famoso Nobel alla famosa ricercatrice, oggi anche senatrice, era stato in qualche modo «acquistato» dalla Fidia, interessata ad un lancio a livello internazionale ancor più fragoroso del farmaco dei miracoli (puramente economici).
Noi, che nel mondo del farmaco abbiamo vissuto e continuiamo a vivere denunciando invano soperchierie e bassezze, abbiamo molte informazioni dell’epoca che suffragano queste confessioni. Pertanto, possiamo ben affermare che le dichiarazioni attuali dell’ineffabile signorina Levi contro la legge che cerca di regolamentare l’utilizzo degli embrioni ci sembra una dimostrazione che il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Importante premessa metodologica: il padrone del proprio corpo non lo può vendere.
Per un’esatta comprensione del problema, che ai più è stato presentato soffuso di odorose essenze di bontà e partecipazione affettiva ai bisogni dei sofferenti, occorre fare un piccolo passo indietro ed andare a vedere cosa dice la Legge internazionale a proposito del problema che ci sta a cuore.
Nel lontano 1976 un certo signor Moore si fece visitare dal Centro Medico dell’Università di California, a Davis. Gli fu diagnosticata una rara forma di leucemia. Gli fu asportata, a scopo terapeutico, la milza. Tra il 1976 ed il 1983 il signor Moore dovette sottoporsi a varie visite di controllo che prevedevano prelievo di sangue, midollo osseo, sperma. Nel 1984 il signor Moore venne casualmente a sapere che i medici che lo avevano assistito avevano ottenuto, assieme alle Multinazionali Sandoz e Genetic Institute, un brevetto dai risvolti miliardari (calcolato, entro il 1990, in tre miliardi di dollari), ottenuto sfruttando parti del suo corpo. In conseguenza di questi fatti, il Moore fece causa per ottenere il giusto compenso. Per farla breve, la richiesta è stata respinta dalla Corte Suprema della California con sentenza assai contrastata. (Moore v. Regents of University of California 51 Cal 3d120, P.2d, 1990). Da questa sentenza, diventata una consuetudine a livello mondiale, che vieta il pagamento al «donatore» di parti del proprio corpo, ma riconosce al contempo il guadagno di tutti gli intermediari: medici ed organizzazioni sanitarie, imprese farmaceutiche e produttori di attrezzature o strumenti igienici e sanitari, intermediatori e banche di conservazione, stoccaggio e congelamento di organi e componenti del corpo umano, è partita la nuova grande «corsa all’oro» di californiana memoria. Potenza dei ricorsi storici!

Ruolo servile della scienza.
Il modo di produzione capitalistico ha cambiato la funzione della scienza rispetto al mondo antico. Le regine delle scienze sono diventate le scienze naturali, non per il loro contenuto di verità, ma per le applicazioni tecnologiche che esse permettono e dunque, in ultima istanza, per le loro ricadute economiche. Nessuno scienziato inizia a far scienza con mente ed occhio vergine, ma solo dopo un addestramento che consta dell’acquisizione di conoscenze e metodi d’indagine utilizzati dalla comunità scientifica di appartenenza. [Quasi sempre équipe al servizio diretto o indiretto di Multinazionali del settore]
Questa trasmissione del sapere assicura la continuità della conoscenza tra passato e futuro e pone come irrealistica ogni veduta meramente individualistica della scienza. Tutto il contrario quindi della mistificazione mediatica che fa apparire lo scienziato come un ricercatore isolato ed un inventore geniale. Oggi, la scienza è finalizzata direttamente o indirettamente all’incremento delle forze produttive, in quanto «potenza intellettuale della produzione», che concretamente si manifesta nelle macchine. È la macchina il fine ultimo, non l’uomo.
Se analizziamo la spesa sanitaria, vediamo che essa non è in funzione delle (presunte) esigenze della persona umana, ma dall’esigenza di remunerazione della produzione industriale di prodotti chimico-farmaceutici, di macchinari sempre più costosi, di apparecchiature per analisi spesso inutili o pericolose per la salute.
Fin da epoca cartesiana, il razionalismo tecnologico ha influenzato le teorie scientifiche della natura, assimilando (Baglivi, Praxis Medica, 1696) gli organismi viventi a macchine. È da questa incubazione che nasce la scienza di oggi, protesa alla creazione e sostituzione di pezzi di ricambio. Solo con la Medicina Italica e Costituzionalistica del Viola e del Pende è partita in Italia dagli anni venti la reazione contro l’interpretazione meccanicistica e cibernetica dell’organismo vivente. Di fronte alla presunta insindacabilità dell’operato della corporazione scientifica, millantato diuturnamente in funzione degli interessi capitalistici che questa corporazione assume, come dimostrato con ogni evidenza dai dibattiti innescati dal referendum appena conclusosi, è d’uopo una fondamentale presa di coscienza di carattere politico. Questo è uno degli aspetti essenziali di una rivoluzione che si presenti come storicamente autentica. La dipendenza dei cosiddetti “scienziati” dal capitale fisso è resa evidente per chiunque non sia accecato dalle chiacchiere, dai costi di qualsiasi macchina oggi si voglia utilizzare per «conoscere» o «intervenire» e non c’è bisogno certamente di fare riferimento ai costi di un ciclotrone. Bastano i più comuni apparecchi di laboratorio per dimostrare questa dipendenza, che aumenta via via con l’immissione in commercio di apparati sempre più complessi (di cui è difficile documentare la necessità) ma che giustificano l’aumento dei prezzi.
Fermo restando che, in casi in cui, invece, la modernizzazione degli impianti diagnostici potrebbe essere d’intralcio ai propri fini produttivo-economici, in questi casi si ritiene utile l’utilizzo di apparati obsoleti. È il caso in particolare della diagnosi della cosiddetta «morte cerebrale», che deve servire per rifornire cliniche ed ospedali autorizzati di organi (del tutto gratuiti, s’ intende!) per la quale è sufficiente un apparecchio come l’elettroencefalografo vecchio di un secolo.

 

Giorgio Vitali