(pieghevole dimensioni: 33 x 22 cm.)
SCHEDA BIANCA
La guerra (di carta)
pro e contro l'ordinamento regionalistico è una finta guerra. C'è infatti da una
parte, con le ipocrisie sulla libertà, la giustizia e la democrazia -ipocrisie
delle quali il sistema si serve per accalappiare gli allocchi- la conclamata
volontà di ammodernare le strutture amministrative ottocentesche e fatiscenti E
invece nessuno ammodernerà nulla perché comporta sacrifici e non da vantaggi
personali, né politici né economici. Dall'altra, con il ricatto della paura
rappresentato dallo spauracchio comunista, il motivo qualunquistico della spesa,
anch'esso ipocrita considerato l'arrembaggio alla poltroncina regionale da parte
di tutti gli arrabbiati ex antiregionalisti che si sono schierati alla conquista
delle preferenze da carpire alle forze sane o di destra.
In effetti le Regioni rappresentano il primo attacco dei radicali allo Stato e
nessun aggiustamento nell'ambito degli schieramenti del sistema potrà
frustrarlo.
Non il partito confessionale, prigioniero della logica radicale fin dai tempi
dell'affare Merzagora, oggi più che mai costretto a tutto osare perché nulla
turbi la irreversibilità del centrosinistra.
Non i comunisti, catturati dalle forze radicali alle esigenze dell'allargamento
della base democratica e dell'inserimento al potere, tanto è vero che essi non
hanno tentato nessuna manovra frontista data la maggiore seduzione delle
soluzioni conciliari. Ed è questo l'ultimo segno, in ordine di tempo,
dell'abbandono di quella vocazione rivoluzionaria che turba i sonni di tutti i
destasti italiani.
Non le destre, attestate su comode posizioni di retroguardismo, prive di ogni
sbocco politico che non sia quello dell'inserimento di contropiede in funzione
di ausiliari del centrosinistra, come dimostrano i recenti fatti connessi
all'approvazione dell'art. 16 per la Dirstat.
Nel guazzabuglio quello che non si farà sarà il semplice e sano decentramento
amministrativo per il quale non è necessaria nessuna guerra schedaiola ma poche
ben fatte leggi, al posto di quelle della seconda metà dell'800.
Il rifiuto regionalista acquista valore soltanto nella negazione globale del
sistema, e cioè delle forze che vi partecipano, in quanto portatrici di quello
specifico tipo di civiltà, neoilluminista e neocapitalista, che si è realizzato
pienamente oltreoceano e che porta avanti la visione di un mondo arido,
desacralizzato, massificato, nemico di ogni affermazione dello spirito che è
invece la prima realtà umana.
Ecco quindi che il NO alle regioni acquista significato soltanto nel NO al
sistema, fuori e contro di esso. E questo è il valore della nostra scheda
bianca..
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