Voluta e combattuta in difesa dei nostri interessi. La verità storica non può essere sminuita dallo sciocco cavillo degli stenterelli che per rinnegarla la dicono fascista e non italiana.

In difesa del primato civile del nostro Continente.

Non disertori, ma il più alto numero di volontari di tutte le nostre guerre.

Di popoli poveri contro gli esosi detentori delle ricchezze della terra.

Non meschine pretese, ma la rivendicazione della nostra completa indipendenza, delle nostre più profonde ragioni di vita, del nostro respiro sul mare, della nostra dignità di fronte al mondo

Ma noi che finalmente demmo contenuto reale a verso carducciano «e sorgemmo cantando a chiedere la guerra», e forse fummo impari al compito sappiamo che il verdetto della sconfitta non è irrevocabile. L'«immane conflitto tra l'oro e il sangue» aspetta dalla Storia avvenire la sua soluzione secondo giustizia e secondo civiltà.

Celebrando il 10 giugno riaffermiamo la nostra fede in una civiltà di uomini liberi!