Italia - Repubblica - Socializzazione

 

NO AL CONCORDATO

 

Fuori i preti dalle scuole e dalle caserme!
Viva l'Europa socialnazionale!

 

Il Vaticano ha sempre agito in funzione contraria agli interessi della Nazione, assumendo una posizione di tipo storicistico, cercando cioè di adeguarsi alla realtà storica del momento.

A partire dall'ultima guerra il Vaticano ha particolarmente sviluppato questa posizione, giungendo addirittura ad identificare la sua politica con quella della più grande potenza mondiale: gli Stati Uniti d'America.

La crociata anticomunista -che ebbe particolare vigore con Pio XII- ha significato anche (al contrario di quanto le destre vanno dicendo) l'accostamento della politica vaticana a quella statunitense, con il conseguente giustificazione occidentalista. Il fatto cioè che il Vaticano abbia puntato il dito contro un solo nemico, il comunismo, ha avvalorato la tesi frontista della divisione a due: comunismo e «mondo libero».

Con tutte le giustificazioni contingenti che il Vaticano può addurre (difesa dal comunismo, invadenza stalinista, ecc.) non si sarà mai sottolineata abbastanza la funzione negativa che esso ha esercitato schierandosi con gli USA e quindi con un preciso tipo di società e di civiltà, democratica e radicale.

Ma poiché la scelta era in funzione della politica americana, quando gli USA passarono da una posizione di tipo nazionalistico a quella distensiva nei riguardi dell'Unione Sovietica, il Vaticano trasse lo spunto per proporre i temi del pacifismo, dell'ecumenismo e del progressismo.

Ne sono riprova l'appoggio a Kennedy e all'ONU, nonché la continua riproposta e magnificazione della politica kennedyana da parte di Paolo VI, l'adesione al Trattato di Non Proliferazione, l'appoggio al Sionismo nella questione mediorientale e gli approcci con l'URSS.

Oggi dunque il Vaticano persegue una politica a sostegno dei Padroni del Mondo (USA-URSS), politica che ha uno svolgimento oppressivo e colonialista; esso gestisce indirettamente il potere in Italia tramite la DC.

Si è giunti così, essendo venute meno le condizioni storiche, sociali e politiche che presiedettero all'accordo, al paradosso di un Concordato tra lo Stato, in mano ai preti, e i preti stessi. Infatti le forze confessionali hanno insabbiato la soluzione del problema di fondo frazionandolo nelle molte questioni derivatiti da singoli articoli e disposizioni dell'accordo.

Non si può concepire una soluzione a questo stato di cose se non ci si pone contro il sistema e se non se ne auspica la caduta rovinosa con la distruzione di tutti i suoi supporti.

Non libera Chiesa in libero Stato, ma un nuovo, libero Stato creatore di una Civiltà di uomini spiritualmente, socialmente e politicamente liberi, che in una visione «religiosa» della vita, sappiano affermare una volontà politica al di sopra della antitesi Laicismo-Clericalismo.

 

 

 

 

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