Italia - Repubblica - Socializzazione

 

NO  AL  CONCORDATO

 

Nel '29 lo Stato regolamentava i propri rapporti con quelli del Vaticano, e tentava di comporre unitariamente forze politiche eterogenee, indirizzate allo svolgimento del ruolo assunto dall'Italia dopo la 1ª Guerra mondiale e la successiva Rivoluzione.

Il Vaticano revocava il NON EXPEDIT, abbandonava la QUESTIONE ROMANA e sottoscriveva sicuro di far passare i canoni di un nuovo temporalismo ed i vecchi privilegi. Forte dell'uno e degli altri seguitava ad agire in funzione contraria agli interessi dell'Italia. Nell'assetto uscito dalla 2ª Guerra mondiale, dava sviluppo a politiche di appoggio delle potenze arbitre del mondo (USA-URSS) e mentre la restaurazione politica aveva fatto venir meno le condizioni che da parte italiana avevano presieduto all'accordo, condizionava ed assumeva la gestione del potere in Italia tramite le forze politiche confessionali.

Oggi si è al paradosso di una situazione politica che schiera a difesa di interessi contrastanti da una parte i preti e dall'altra lo Stato in mano ai preti.

Ecco quindi che coloro i quali fanno appello ai valori ed al sentimento CD nazionale per porsi a difesa del Concordato, agiscono nella realtà in funzione antinazionale a difesa di interessi politici ed economici all'Italia perniciosi ed estranei.

Non libera Chiesa in libero Stato. Ma un nuovo Stato creatore di una civiltà di uomini spiritualmente, socialmente, politicamente liberi che sappiano affermare, al disopra dei ricatti della stantia polemica clericale o laicista, una più alta visione religiosa della vita.

 

 

  Condividi