Italia - Repubblica - Socializzazione

 

«La resistenza è fallita per l'accettazione delle idee vecchie
e per l'adesione alla corruzione nuova»

F. Parri

 

Per negare il vasto consenso dato dalla maggioranza degli italiani al fascismo, è stato creato il falso storico di una presunta lotta del popolo italiano contro lo stesso fascismo.

Nulla di valido s'è mai costruito sui falsi storici: l'Italia, dopo 50 anni di pace, è in pieno fallimento etico ed economico e il regime antifascista è annegato nella maleolente palude di «tangentopoli».

La nostra recente storia non è da cambiare, ma da scrivere ancora; essa non potrà non registrare due diverse e opposte resistenze, ambedue non immuni da errori e da colpe:

- quella della Repubblica Sociale Italiana che, dopo il tradimento dell'8 settembre 1943 continuò -come esigeva l'Onore d'Italia- a combattere la guerra dichiarata contro i padroni dei mondo. Un milione di Italiani fusi in un'anima sola, si batté valorosamente contro gli anglo-americani e subì la guerra civile con rabbia e disgusto indicibili. Questa resistenza fu travolta dalla più grande e mostruosa coalizione che l'umanità ricordi;

- quella dei partigiani degli anglo-americani che, pur allineando alcuni uomini di valore, assunse -malgrado la volontà di taluni protagonisti- scopi e finalità divergenti dagli interessi nazionali. Vi si esaltarono, è vero, la difesa della Patria e l'ansia di libertà (sentimenti convissuti con pari fervore anche dai Combattenti della RSI), ma vi furono fortemente presenti la volontà di instaurare la «dittatura del proletariato», l'equivoco e rissoso partitismo e vi si insinuò palesemente, la mafia. Questa resistenza non seppe vincere la pace.

Possono, dinanzi alla storia, gli uomini dell'una e dell'altra parte essere posti sullo stesso piano? La storia ha il compito di far comprendere i fatti, non di condannarne i protagonisti. I fatti sono questi: i primi, in grigioverde, combatterono apertamente contro un nemico dichiarato, il quale pretendeva la resa senza condizioni; i secondi, in abiti civili, spararono alle spalle dei primi e, quando qualcuno di essi moriva, si recriminava di eccidi e soprusi.

Ai giovani, che reclamano la verità in un mondo giusto e pulito, oggi, dopo 50 anni di discriminazioni, gridiamo: W LA RESISTENZA DEI COMBATTENTI DELLA R.S.I. che, palmo a palmo, contesero al nemico invasore il territorio patrio.

 

 

 

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